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Il testo latino
Carpe diem
Metro: asclepiadei maggiori
Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
5
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
La traduzione
L’attimo che fugge
Traduzione: A. Roncoroni
Tu non cercare – non è lecito saperlo – quale sorte a me quale a te
gli dèi abbiano dato, Leucònoe
1
, e i calcoli babilonesi
2
non scrutare. Quanto è meglio subire quel che sarà,
siano molti gli inverni che Giove ci ha assegnato,
1.
ne quaesiĕris
(=
quaesivĕris
)
:
questo pri-
mo divieto (imperativo negativo), introduce
in anteprima il significato dell’ode, che, in
armonia con la morale epicurea, invita a non
inseguire l’impossibile, ma a godere un pia-
cere stabile, a sapersi accontentare di ciò che
si ha.
scire nefas
:
l’espressione, che corri-
sponde al piede centrale del verso, il coriam-
bo (
ˉ˘˘ˉ
), è un inciso che sancisce un prin-
cipio fondamentale: l’empietà di ogni ricer-
ca intesa a svelare le cose che la divinità ha
voluto nascoste.
quem mihi, quem tibi
:
l’anafora dell’aggettivo interrogativo
quem
(riferito a
finem
), l’asindeto e la disposizio-
ne dei due pronomi personali (prima
mihi
ri-
ferito al poeta, poi
tibi
riferito a Leucònoe)
rendono con grande delicatezza il sollecito
interessamento della donna, forse legata a
Orazio da un rapporto affettivo di cui vor-
rebbe conoscere gli esiti futuri.
2-3.
nec
temptaris
(=
temptaveris
)
:
se-
condo imperativo negativo dopo
ne quae-
sieris
, al quale si sarebbe dovuto legare con
neve
o
neu
(
nec
collega con un primo ver-
bo affermativo).
3.
Ut
:
avverbio esclamativo.
4.
seu
ultimam
:
costruzione:
seu Iuppi-
ter (tibi) tribuit pluris
(=
plures
)
hiemes, seu
(tribuit) ultimam (hanc)
, lett. «sia che Giove
(ti) abbia concesso più inverni, sia che ti ab-
bia destinato come ultimo questo».
plu-
ris hiemes
:
sineddoche (la parte per il tut-
to) poetica per indicare gli anni della vita.
tribuit
:
da intendere come perfetto e non
come presente soprattutto per ragioni logi-
che, perché, secondo le teorie degli astro-
logi, la sorte di ogni uomo era fissata, nel
momento della nascita, dal destino, qui im-
personato da Giove (
Iuppiter
).
5.
oppositis
pumicibus
:
lett. «su opposte
scogliere»; l’ablativo strumentale collabora
a definire un’immagine assolutamente ori-
ginale: l’inverno si serve degli scogli (
pumi-
ces
sono le rocce corrose dalle onde e dalla
salsedine) per affaticare il mare.
6.
sapias
:
congiuntivo esortativo di
sapio
.
vina
liques
:
«filtra il vino». Il plurale
vi-
na
è di uso poetico; il congiuntivo esortati-
vo
liques
(da
liquare
) allude all’operazione
del filtraggio, che consisteva nel depurare e
nello schiarire il vino facendolo passare at-
traverso un filtro metallico colmo di neve o
una stoffa.
spatio brevi
:
espressione am-
bigua, che può essere intesa come ablativo
assoluto con il verbo
sum
sottinteso («poi-
ché lo spazio della vita è breve») o di cau-
sa («per il breve spazio della vita»), ma po-
trebbe anche essere un ablativo di separa-
zione retto da
resĕces
(«taglia dal breve spa-
zio della vita»).
7.
fugerit
:
il futuro anteriore sottolinea la
fugacità del tempo, tanto fulminea che non
si avverte neppure il passaggio degli istanti
spesi nel colloquio (
dum loquimur
) tra i due.
8.
carpe diem
:
«cogli il giorno», cioè «strap-
pa al tempo l’attimo che fugge (e il piace-
re che esso può offrirti)».
credula poste-
ro
:
sottinteso
diei
; nell’aggettivo
credulus
è
implicito un rimprovero alla credulità super-
stiziosa di Leucònoe.
1.
Si tratta di un ‘nome parlante’ di etimo-
logia greca: Leucònoe sarebbe la fanciulla
«dalla mente candida», in quanto intende
vedere chiaro nel destino suo e di Orazio.
2.
Cioè l’astrologia (diffusa dagli astrologi
babilonesi), che fondava i suoi calcoli sul cor-
so e sulla posizione degli astri.
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