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Un motivo per leggere
Tra i poeti latini Orazio è certamente il più autobiografico. Non c’è opera, non c’è
testo in cui il suo individualismo non si manifesti in modo coinvolgente. Sempre
in prima persona, ma senza mai assumere toni da predicatore, il poeta instaura
con il lettore un dialogo da cui possiamo ricavare una lezione di equilibrio e
di buon gusto. Popolare al punto da cenare in compagnia dei servi di casa, ma
aristocratico nei pensieri e nei gusti, egli ci ha lasciato un patrimonio letterario
di cui i posteri hanno compreso il valore, e ce lo hanno trasmesso integralmente.
Distinguere l’essenziale dal superfluo, esprimere il massimo di idee con il minimo
di parole, saper bastare a se stessi sono tre aspetti di metodo che hanno fatto di
Orazio l’autore classico, da cui ciascuno di noi ha molto da imparare. Per scoprirne i
contenuti e l’arte, basta leggere le pagine che seguono.
1
La vita
Nato nel
65 a.C.
a Venosa, al confine tra la Lucania e l’Apulia, figlio di un liberto (cioè di
uno schiavo affrancato) divenuto proprietario di un modesto podere, Orazio poté conseguire
un’istruzione completa grazie al padre, il quale non esitò a
trasferirsi a Roma
, dove avreb-
be esercitato la professione di esattore nelle aste pubbliche, per permettergli di completare
gli
studi presso
i maestri più in voga
.
Intorno ai vent’anni Orazio andò a perfezionare la sua formazione ad
Atene
, dove i suoi stu-
di di filosofia furono interrotti dagli eventi seguiti all’uccisione di Cesare. I repubblicani di
Bruto e Cassio avevano infatti posto in Grecia la base delle loro operazioni e Orazio, forse
indotto dall’amore per la libertà acquisito nelle scuole di filosofia, si legò alla loro causa par-
tecipando alla
battaglia di Filippi
(42 a.C.), finita con la disfatta dei repubblicani. Torna-
to in Italia nel 41 grazie a un’amnistia, trovò il suo
podere di Venosa confiscato
e si adattò
a guadagnarsi da vivere come segretario di un questore.
Risalgono a quegli anni le prime prove poetiche di Orazio, che lo portarono a stringere ami-
cizia con
Virgilio
e con Vario Rufo (poeta di spicco negli ambienti culturali augustei, del-
la cui opera non è rimasto quasi nulla), dai quali Orazio fu presentato,
nel 38
, a Mecenate,
che dopo alcuni mesi lo chiamò a far parte del suo circolo poetico.
Tra i due nacque un’amicizia sincera e profonda, favorita dalla
comune fede epicurea
e da
affinità di carattere. Tuttavia questa relazione non comportò mai, da parte di Orazio, atteg-
giamenti servili o una rinuncia alla libertà; così fu anche in occasione del famoso viaggio a
Gli anni
della formazione
L’ingresso nel
circolo di mecenate
Orazio
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