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Prepararsi all’esame con
Geoviaggi
Le rivoluzioni
nell’Africa mediterranea
L’Africa mediterranea è la regione più svi-
luppata del continente insieme alla Repub-
blica Sudafricana,ma al suo interno riman-
gono numerosi squilibri e molti Paesi sono
governati da regimi a partito unico.
La difficile situazione politica, la povertà
di ampi strati della popolazione, aggravata
dall’aumento dei prezzi dei generi alimen-
tari, hanno generato manifestazioni di pro-
testa in Tunisia, in Egitto, in Libia ecc.
Tunisia
L’episodio scatenante della cosiddetta «pri-
mavera araba» si è verificato il 17 dicembre
2010 in Tunisia: Mohammed Bouazizi, un
venditore ambulante di 26 anni, si è dato
fuoco manifestando la propria disperazio-
ne per le profonde disuguaglianze e ingiu-
stizie sociali del Paese.
Nei giorni successivi in tutta laTunisia la po-
polazione scende in piazza per protestare
contro il regime di Zine el Abidine Ben Ali,
il presidente al potere dal 1987.
Il 14 gennaio 2011 Ben Ali lascia la Tunisia
e il 23 ottobre dello stesso anno si tengono
le prime elezioni libere da oltre vent’anni:
la vittoria va al partito di ispirazione isla-
mica An-Nahda (la rinascita) che ottiene il
40% dei voti.
Egitto
Nei primi mesi del 2011 anche gli Egizia-
ni danno vita a manifestazioni di protesta.
L’Egitto, ufficialmente una repubblica, è di
fatto un regime a partito unico. Il leader è
Hosni Mubarak, che controlla il Paese dal
1981. Gli oppositori del regime manifesta-
no per settimane: il luogo-simbolo di questi
episodi è piazza Tahrir, a Il Cairo, che viene
occupata da migliaia di persone.
L’11 febbraio 2011 Mubarak si dimette e il
Consiglio Supremo delle Forze Armate as-
sume il controllo del Paese, scioglie il par-
lamento e nomina un governo provvisorio
che dovrebbe guidare il Paese fino alle nuo-
ve elezioni.
La situazione rimane però incerta, le riforme
promesse tardano a essere applicate e nel no-
vembre del 2011 si riaccendono le proteste.
Gli Egiziani chiedono infatti che il governo
militare ceda il potere a un governo civile re-
golarmente eletto.
Al primo turno delle elezioni parlamentari
vincono i Fratelli musulmani, una delle più
importanti organizzazioni islamiche nel Paese.
Libia
Nel febbraio 2011 le rivolte scoppiate in
Libia si trasformano presto in una vera e
propria guerra civile. Gran parte della po-
polazione libica si oppone al regime di
Muammar al-Gheddafi, il colonnello che
nel 1969 salì al potere con un colpo di Sta-
to. Le proteste vengono represse con vio-
lenza dal regime attraverso raid aerei,ma i
disordini continuano. La Cirenaica, una re-
gione situata nella Libia orientale, si solle-
va apertamente contro il regime e i ribelli
istituiscono un Consiglio Nazionale diTran-
sizione che assume il governo delle zone
orientali.A marzo il Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite decide di creare sulla
Libia una «no-fly zone»: nessun aereo ha il
permesso di sorvolare il Paese.
Gli Stati membri delle Nazioni Unite sono
inoltre autorizzati a intervenire militarmente
in difesa della popolazione civile. La coali-
zione, cui prende parte anche l’Italia, è gui-
data dalla NATO.A ottobre 2011,dopo mesi
di combattimenti, Gheddafi viene ucciso.
Algeria e Marocco
InAlgeria le proteste,a cui prendono parte
soprattutto i giovani, sono generate dalla
gravissima situazione economica:crescen-
te disoccupazione, licenziamenti,mancan-
za di alloggi, corruzione.
Il presidente Abdelaziz Bouteflika, al po-
tere dal 1997, promette riforme e riduce i
prezzi di alcuni alimenti.
In Marocco la popolazione scende in piaz-
za nella primavera del 2011 per chiedere
riforme istituzionali in senso democratico
e una maggiore eguaglianza sociale.
Il re Mohammed IV predispone così una ri-
forma costituzionale che concede maggiori
poteri al primo ministro, scelto all’interno
del partito di maggioranza.
Nel novembre 2011 si tengono le elezio-
ni, vinte dal
Parti de la justice et du déve-
loppement
(PJD), di ispirazione islamica.
Una manifestazione in Tunisia
nel gennaio 2011.
Manifestanti in piazza Tahrir a Il Cairo.
ALGERIA
LIBIA
EGITTO
MAROCCO
TUNISIA
Sahara
occidentale
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