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L’Africa
I dinosauri del Sahara
Nel corso di centinaia di milioni di anni
il Sahara ha conosciuto tutti gli ambien-
ti possibili: foresta, savana, ghiacci, mari,
fiumi e laghi.Tra 230 e 65 milioni di anni
fa fu anche il regno dei dinosauri, i più
grandi animali terrestri mai esistiti.
Ricercatori francesi e italiani hanno sco-
perto decine di giacimenti di scheletri e
impronte fossili di dinosauro.Al contra-
rio degli scheletri, che prima di deposi-
tarsi vengono spesso trasportati lontano
dalle acque, le impronte sono ancora lì
dove vennero lasciate, fornendoci pre-
ziose informazioni sull’ambiente in cui i
dinosauri vivevano e sulle loro abitudini.
Le orme fossili furono impresse nell’argil-
la dei fondali lacustri rimasti all’asciutto,
che si indurì poi al sole. Quando furono
di nuovo sommerse, le orme vennero co-
perte da fango fresco che poi,nel corso di
milioni di anni, si è trasformato in roccia
sedimentaria. Quella stessa roccia oggi,
riportata alla luce dall’erosione, ci resti-
tuisce intatte le orme.
L’apertura del Canale di Suez
La regione di Suez a metà del XIX secolo faceva parte dell’Egitto. L’apertura, nel 1869, del ca-
nale che metteva in comunicazione il Mediterraneo e il Mar Rosso, favorì la penetrazione del-
le potenze europee in Asia. Sino a quella data, infatti, i viaggiatori e i mercanti erano costretti
ad attraversare il deserto, affrontando viaggi molto lunghi e spesso pericolosi. Il canale di Suez
consentì di abbreviare di molte settimane i collegamenti marittimi fra Europa e Asia, facilitan-
do sia i traffici commerciali che il trasferimento delle truppe.
Il canale venne realizzato con capitali francesi nel corso di dieci anni, dal 1859 al 1869, sotto
la guida del francese Ferdinand-Marie de Lesseps e su progetto dell’ingegnere trentino Luigi
Negrelli. In origine il canale era largo 44 m e profondo 8,ma nel corso degli anni vennero ese-
guiti a più riprese dei lavori di ampliamento per il maggiore traffico e per la stazza delle na-
vi più moderne. Il luogo nel quale il canale avrebbe avuto il suo ingresso nel Mediterraneo fu
oggetto di molte discussioni, ma prevalse l’opinione di Negrelli che individuò il punto esatto
combinando gli studi del litorale egiziano compiuti personalmente con le sue precedenti co-
noscenze e studi di venti e correnti marine. I tecnici del progetto, inoltre, discussero a lungo
della possibilità di dotare il canale di chiuse.Negrelli decise di non far realizzare chiuse alle due
imboccature poiché la circolazione dell’acqua marina, dovuta alle correnti e all’effetto delle
maree, sarebbe bastata a tenere il canale sgombro dalla sabbia.
Tecnologia
Dalla regione circostante l’oasi di Agadès, nel Niger, provengono i principali
ritrovamenti di impronte e scheletri fossili di dinosauro. I giacimenti si trovano in rocce
sedimentarie formatesi da fondali fangosi marini e lacustri. L’erosione riporta alla
luce i fossili che purtroppo, una volta allo scoperto, si disgregano rapidamente.
Le impronte e gli scheletri trovati nel
Sahara risalgono a circa 100-140
milioni di anni fa. A quel tempo
l’Africa si era già separata dal Sud
America e dall’Eurasia che, insieme
al Nord America, formavano un
unico supercontinente, la Laurasia.
Le più grandi tra le impronte rinvenute appartengono
probabilmente al rebbachisauro. Appaiono oggi
come grandi buche circolari aperte nell’arenaria,
del diametro di circa 60 cm.
Una curiosa sequenza a «U» di 18 impronte lasciate
da un dinosauro carnivoro in corsa ci racconta un’antica
predazione. Probabilmente l’animale che le ha lasciate stava
inseguendo uno pterosauro, un rettile volante, dal momento
che non sono rimaste impresse le orme della sua preda.
Spunti di lavoro
• I ritrovamenti di ominidi
nella regione di Afar, in Etiopia
• L’adattamento di piante
e animali all’ambiente desertico
canale di Suez
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