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Il lessico del potere
Colonizzazione
Processo politico e sociale mediante il quale uno Stato tende ad assicurarsi il possesso di territori esterni ai
suoi confini, facendone proprie colonie.
Crociata
Ciascuna delle spedizioni militari che i cristiani intrapresero contro i musulmani tra l’XI e il XIII secolo.
Guerra giusta
Un conflitto considerato legittimo in quanto risponde a una necessità di autodifesa o di soccorso verso un Paese
che è stato violentemente aggredito.
Ierocrazia
Ordinamento o sistema politico caratterizzato dal dominio politico della classe sacerdotale.
Missione
Invio di religiosi fra le popolazioni non cristiane al fine di propagare la fede cristiana mediante la predicazione del
Vangelo.
Pulizia etnica
Locuzione tratta dal linguaggio giornalistico che indica chi mette in atto programmi di eliminazione di minoranze
etniche attraverso atti criminali quali la deportazione o il genocidio.
Francesco Pasetto,
La Chiesa cattolica e la conquista
, Edizioni cultura della pace, San Domenico (Fiesole)
1992, pp. 106-109.
Il 10 luglio 1980, nel corso del suo viaggio in Brasile,
Giovanni Paolo II incontrò a Manaus cinque capi indios,
delegati da altrettante tribù dell’Amazzonia. Essi hanno
esposto al papa la tragedia dei loro popoli, con accenti nei
quali si ritrova espresso il sentimento antico della dignità
umana offesa, del diritto calpestato, della ragione negata:
«Noi indios delle regioni di Solimoes, Roraima, Rio Ne-
gro, Baixo Amazonas, così come tutti gli altri indios che
vivono nel Brasile, vorremmo ricevere e offrire un sorri-
so a sua Santità insieme a questo nostro messaggio, ma
come potremmo sorridere di fronte a voi, essendo noi in
pena, e dato che vostra Santità conosce i mali che afflig-
gono, che pregiudicano l’esistenza stessa della nazione
indigena di questo paese che è il Brasile? Veniamo mas-
sacrati, sfruttati, cacciati dalle nostre terre; siamo schiac-
ciati dai progetti di industrializzazione, dalle iniziative
delle imprese, dagli invasori che rubano il nostro suolo
e i prodotti della nostra terra, cacciandoci dalla nostra
piccola patria in questo immenso Paese».
[…] Molti cronisti hanno segnalato l’assoluta novità della
cosa: per la prima volta, la parola degli indios giungeva
a tutti i brasiliani attraverso gli schermi della televisio-
ne. Eppure questa parola continua a essere così umana
e ragionevole, che potrebbe servire come nessun’altra al
mondo progredito, non solo per riparare i torti del pas-
sato, ma anche per guarire da alcuni mali che ne rendo-
no convulsa e precaria la vita.
Potrebbe servire, questa parola, soprattutto alle Chiese
d’Europa, a cominciare da quella romana. Dalla «cristia-
nizzazione imperfetta» sono infatti derivate in America
Latina forme deludenti di sincretismo, ma è sbocciata
anche, miracolo della sofferenza patita ingiustamente,
la religiosità autentica.
Essa prende l’avvio da un’umile confessione, e non po-
trebbe essere altrimenti per dei cristiani, dato l’ammoni-
mento evangelico: «Se non vi convertirete, perirete tutti
allo stesso modo» (Lc 13, 3.5).
«Riconosciamo prima di tutto – esortava nel 1969 la
XXXVI Asamblea Episcopal del Perù – che noi cristiani,
per infedeltà al Vangelo, abbiamo contribuito, a parole e
a fatti, col nostro silenzio e le nostre omissioni, all’attua-
le situazione d’ingiustizia». «Ingiustizia – aveva precisato
l’anno prima la Conferenza Episcopale di Medellin, svi-
luppando ampiamente l’argomento – che proviene dalla
“violenza istituzionalizzata”».
[…] Forse la parola più originale, più seria e completa,
che giunga oggi ai Paesi coloniali dal Mondo Nuovo,
divenuto il Terzo Mondo, è proprio racchiusa nella «te-
ologia della liberazione». Essa infatti si presenta come ri-
flessione critica, svolta alla luce della fede cristiana, ma
di segno contrario rispetto all’ideologia che ha raziona-
lizzato e giustificato l’attuale ordine sociale ed ecclesia-
le, radicalmente ingiusto. Accoglierla e svilupparla non
equivale ad avviare quell’atto di riparazione per i peccati
storici della cristianità colonialista, senza di cui non si
dà pentimento reale?
Questo brano – il cui autore è un teologo salesiano, parroco di montagna e docente di Storia e Filosofia nei licei statali
– sottolinea le conseguenze prodotte dalla «guerra giusta» che ancora ricadono sulle popolazioni native dell’America
Latina. Allo stesso tempo, però, Pasetto sottolinea l’importanza della coscienza teologico-giuridica che negli anni Sessanta
del Novecento originò la riflessione nota come «teologia della liberazione»: nel 1968, durante il Consiglio episcopale
latinoamericano tenutosi a Medellin in Colombia, la gerarchia ecclesiastica sudamericana prese apertamente posizione
contro le dittature militari e i regimi repressivi sostenendo la lotta delle popolazioni diseredate e la necessità di difendere la
libera accettazione della dottrina evangelica.
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