La cartografia tra Medioevo
ed Età moderna
Le raffigurazioni dell’Occidente medievale sono
lontane dal concetto moderno di carta geografica,
infatti più che rappresentazioni descrittive sono
immagini simboliche che mescolano scarse nozioni
geografiche con abbondanti riferimenti storici e
religiosi fondati sull’autorità indiscussa della Bibbia.
La tipologia più diffusa nell’Alto e pieno Medioevo
occidentale è quella detta «T in O» perché deriva
dall’inserimento di una T maiuscola all’interno
di una O. Lo schema, attribuito all’enciclopedista
Isidoro di Siviglia (560 ca.-636) – la
mappa mundi
qui
riprodotta è inserita in un codice delle sue
Etimologie
–, oltre a richiamare l’immagine della croce diventa
acronimo di
Orbis Terrarum
, cioè «Globo Terrestre».
Sia nelle rappresentazioni più schematiche che
in quelle più elaborate (come il salterio del XIII
secolo a fianco) all’incrocio dei tre bracci d’acqua sta
Gerusalemme: centro geografico delle terre abitate
così come Cristo (talvolta rappresentato in alto, in
gesti benedicenti accanto agli angeli) è fulcro della
storia umana e domina il mondo sotto di lui.
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I mappamondi
«T in O» del lungo
medioevo occidentale
I fiumi Don (Tanais) e Nilo
formano la linea orizzontale
della T; il Mediterraneo forma
quella verticale
L’Asia è la massa terrestre
più vasta e in essa trovano
collocazione anche
elementi fantastici, come le
leggendarie popolazioni di
Gog e Magog citate
nell’
Apocalisse
di San Giovanni
La cartografia occidentale
fino al XIII secolo
generalmente orienta – il
verbo è rivelatore – le
rappresentazioni con l’Est in
alto, dove colloca il Paradiso
terrestre
All’incrocio dei tre bracci
d’acqua e al centro delle terre
emerse si trova Gerusalemme
•
Il grande Oceano delimita i confini di un mondo che appare
chiuso sia dal punto di vista geografico che mentale. La centralità
di Gerusalemme, unita ad altri riferimenti religiosi, trasmette
l’idea che tutte le terre sono raggiunte dall’evangelizzazione.
•
Il mappamondo – dalle rappresentazioni più semplici fino a quelle
più complesse – è un’opera di studio non di esperienza; le fonti di
cui si servono i disegnatori sono i grandi scrittori e la Bibbia; la sua
funzione è prevalentemente didattica. I tre continenti conosciuti
talvolta sono indicati coi nomi dei figli di Noè che, seguendo la
tradizione biblica, avrebbero ripopolato la Terra dopo il diluvio,
diventando quindi gli antenati di tutte le stirpi.
•
I testi sacri definiscono le forme della Terra, ma non si tratta di
pura fantasia religiosa, quanto di una raffigurazione ipotetica,
realizzata da fedeli privi di dati scientifici e disinteressati alla
funzionalità ‘geografica’ e all’utilizzo pratico delle carte.
•
I condizionamenti religiosi si spiegano anche tenendo conto
che la maggioranza delle mappe pervenuteci è opera di ambienti
monastici, essendo i chierici i principali detentori della cultura e
non esistendo alcuna figura specializzata di geografo-cartografo.
Per consolidare le idee chiave
•
Cosa significa «mappamondo T in O»?
•
Quale località è posizionata al centro e perché?
Interpretazione
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