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CITTADINANZA E COSTITUZIONE
IL PUNTO DI VISTA DI GUSTAVO ZAGREBELSKY
La «guerra giusta»
Il concetto di «guerra giusta» e le crociate
Il concetto di «
guerra giusta
» veniva già utilizzato nell’antica
Roma dove indicava la guerra dichiarata e combattuta secondo
le
regole stabilite dal diritto
.
Nel IV secolo Agostino d’Ippona (sant’Agostino) elaborò l’idea di
guerra giusta come strumento per rispondere a un’ingiustizia:
nella sua riflessione la guerra giusta era ispirata da Dio quale
mezzo di educazione alla vita pacifica e di punizione verso i
popoli corrotti. In questo modo Agostino finì per giustificare
il ricorso alle armi in quanto espressione della volontà divina.
In Età medievale, la Chiesa cattolica romana iniziò a formulare
il concetto di
ierocrazia
, ovvero del predominio politico del
papato sulle autorità politiche. Il primo papa ad affermare con
forza questo principio fu
Gregorio VII
(1073-85), che emanò il
Dictatus Papae
(1075:
p. 41), composto da 27 proposizioni in
cui, per esempio, si leggeva: «al papa solo è lecito, secondo le
necessità dei tempi, stabilire nuove leggi»; o ancora, «il papa
solo può usare le insegne imperiali» e «la sua sentenza non
può essere riformata da nessuno ed egli solo può riformare
quella di tutti».
Quando, nel 1095, il papaUrbano II lanciò il suoappello in soccorso
dei «cristiani d’Oriente», i concetti di guerra giusta e di ierocrazia
fornirono le basi teoriche delle spedizioni armate contro gli arabi
che presero il nome di
crociate
: fra il 1096 e il 1270 ne furono
organizzate sette, con risultati assai modesti (la creazione
di alcuni organismi strutturati sul modello feudale – come il
Regno di Gerusalemme –, caratterizzati dalla loro debolezza
e nel corso degli anni sottomessi nuovamente agli arabi).
La guerra giusta contro gli infedeli
Tommaso d’Aquino
(1225-74), partendo dalla riflessione di
sant’Agostino, teorizzò le condizioni della guerra giusta: l’esi-
stenza di una «giusta causa»; la dichiarazione di guerra a opera di
una autorità legittima; l’intenzione «retta» da parte del bellige-
rante; l’impossibilità di ottenere giustizia utilizzando altri mezzi.
Nel frattempo, andava facendosi strada la sostituzione dell’idea
di crociata con quella di
missione
, intesa come conversione
degli infedeli attraverso la predicazione.
Contemporaneamente, si stavano affermando altri due proces-
si storici: la precisazione del significato di ierocrazia a opera del
papato (l’enunciazione della superiorità del potere spirituale su
quello temporale) e l’avvio dell’
espansione territoriale euro-
pea
, la cui prima fase (1415-1600) fu rappresentata dalle con-
quiste spagnole e portoghesi in America Latina, Asia e Africa.
Il 30 settembre 1453 – dopo la caduta di Costantinopoli in mano
ai turchi di Maometto II, avvenuta il 29 maggio di quell’anno
(
p.259)–papaNiccolòVinvitòilmondocristianoaunanuovacro-
ciata e decise d’inviare ovunquemissionari cattolici a predicarla.
L’8 dicembre 1455, sempre Niccolò V emanò la bolla
Romanus
Pontifex
, in cui concedeva al re del Portogallo «la piena e
libera facoltà di debellare e soggiogare ogni sorta di saraceni,
pagani e nemici di Cristo comunque organizzati, di invadere e
conquistare i regni, i ducati, i domini, i possessi, i beni mobili
e immobili in qualunque modo da essi detenuti, di ridurre in
servitù le loro persone, i loro regni, i loro beni e di attribuirli
a sé e ai propri successori».
La bolla papaleminacciava la scomunica contro coloro che «sen-
za speciale permesso» si fossero introdotti nelle terre conqui-
state dal Regno di Portogallo. Come unica contropartita, Niccolò
V chiedeva al re del Portogallo di «propagare la fede cristiana».
In questo modo, l’espansione territoriale europea assumeva
il contorno di una guerra giusta dei cristiani contro i non cri-
stiani (gli
infedeli
).
Una particolare guerra giusta:
l’evangelizzazione forzata dei popoli indigeni
Il processo di
colonizzazione
produsse una particolare guerra
giusta, l’
evangelizzazione forzata
degli indigeni a opera dei
religiosi che accompagnavano gli eserciti dei conquistatori.
Scopo dei religiosi – la prima missione cattolica giunse in Ame-
rica Latina con la seconda spedizione di Cristoforo Colombo,
salpata nel settembre 1493 – era «donare» la fede e la morale
cristiana a popoli pagani e corrotti, nonché trasferire loro i
vantaggi della civiltà europea.
Nel 1552, Francisco López de Gómara (un cappellano al seguito
di Cortés) scriveva nella sua
Historia general de las Indias
(Storia generale delle Indie)
: «È grande gloria e onore dei
nostri re e degli spagnoli, l’aver fatto accettare agli indiani un
solo Dio, una sola fede e un solo battesimo e aver tolto loro
l’idolatria, i sacrifici umani, il cannibalismo, la sodomia e ancor
altri grandi e cattivi peccati, che il nostro buon Dio detesta e
punisce. Li abbiamo liberati anche dalla poligamia, vecchio
costume e piacere di tutti questi uomini sensuali. […] Abbiamo
mostrato loro l’alfabeto, senza il quale gli uomini sono come
animali, e l’uso del ferro, che è tanto necessario. Abbiamo
ugualmente mostrato loro molte buone abitudini, arti, costumi
civilizzati per poter meglio vivere».
I crociati alla presa di Gerusalemme in una miniatura dell’XI secolo.
Dizionario cittadinanza
Costituzione commentata
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