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un unico mare, l’oceano Atlantico, separasse l’Europa dall’Asia. Colombo
inoltre aveva sottovalutato di molto la circonferenza terrestre (30.000 km
anziché 40.000) e stimava la distanza tra le Canarie e il Giappone 4000
km anziché 16.000 circa.
Colombo era un ottimo marinaio. Partito da Palos, sulla costa meridiona-
le della Penisola iberica, nell’agosto del
1492
, raggiunse dopo due mesi di
viaggio (il 12 ottobre) un’isola dell’arcipelago delle Bahamas da lui chia-
mata
San Salvador
. Convinto di essere arrivato nei pressi della Cina, tor-
nò a Palos con promesse di oro, spezie e ricchezze varie e con mirabolanti
notizie di popoli straordinariamente miti e gentili che vivevano nudi, sen-
za leggi e senza re (
Le fonti della storia
p. 296).
In Colombo, forse più che in qualsiasi altro protagonista delle scoperte,
motivazioni religiose, ambizioni di gloria, brama di ricchezze, profezie
medievali e scienza rinascimentale si intrecciavano inestricabilmente. Egli
riteneva che il suo stesso nome – Cristoforo, in latino
Christum ferens
, il
«Portatore di Cristo» – avesse una valenza profetica. Era persuaso di essere
l’uomo che Dio aveva inviato per riunire il mondo sotto un’unica fede, se-
condo l’annuncio contenuto nell’
Apocalisse
.
Glossario
Apocalisse
L’ultimo libro del Nuovo Testamento
che riguarda gli eventi destinati ad accadere nei
giorni immediatamente precedenti al Giudizio Uni-
versale.
Approfondimento
I «re cattolici» spagnoli
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Nel Quattrocento «Spagna» era ancora prevalentemente un termine geografico: esso indicava un territorio diviso in molte
e diversissime realtà politiche, linguistiche, religiose, economiche, sociali. Vi si incontravano cristiani, musulmani ed ebrei;
porti commerciali e sterminati pascoli, vivaci consigli cittadini e grandi domini feudali; culture aperte a orizzonti vastissi-
mi e ventate di intolleranza religiosa estrema. In Spagna le grandi scuole di pensiero arabe ed ebraiche trasmettevano ai
dotti cristiani i frutti di un raffinato sapere medico, filosofico e letterario, mentre l’idea di crociata e la lotta per la
Recon-
quista
avevano mosso e ancora muovevano masse fanatizzate all’attacco degli «infedeli».
Tutte queste differenze entrarono nel crogiuolo di un’opera di unificazione che si prolungò per secoli. Di questa opera pos-
siamo indicare il momento d’avvio – la seconda metà del Quattrocento – e gli artefici:
Isabella di Castiglia
e
Ferdinando
d’Aragona
, uniti in matrimonio nel 1469 e passati alla storia con il nome di «
re cattolici
». Ufficialmente la fusione dei due
grandi regni avvenne solo attraverso il legame matrimoniale dei due sovrani; in realtà, sotto di loro e per loro iniziativa
cominciò una reale opera di unificazione.
Prima che il controllo politico potesse dirsi raggiunto, i due sovrani dovettero condurre battaglie diplomatiche e scontri
militari. Una lunga
guerra civile
insanguinò la Castiglia, dove la nobiltà era divisa tra Isabella e un’altra pretendente, Gio-
vanna la Beltraneja. Nel frattempo, approfittando della situazione, il re francese Luigi XI allungava le mani sulla Catalogna
e su parte dell’Aragona. La frontiera dei Pirenei era una fragile difesa contro le pretese francesi, ma Ferdinando si rivelò
abile ed energico e chiuse questa fase di guerre con una serie di campagne militari e di accorte alleanze.
I
rapportI
con
La
c
hIesa
La nuova costruzione statale prese forma attraverso il rafforzamen-
to degli organi centrali di controllo e l’imposizione di dure limitazioni
all’aristocrazia feudale, come pure ai diritti tradizionali delle città. De-
cisivo fu il rapporto che Ferdinando creò con la Chiesa: egli dette vita
a una Chiesa nazionale fedele al sovrano, imponendo i suoi candidati
nelle sedi vescovili. Nello stesso tempo, nel 1478, una bolla di papa Sisto
IV gli permise di erigere il
tribunale dell’Inquisizione
di Spagna, desti-
nato a uniformare con la forza le coscienze di un Paese fino ad allora
abitato da membri delle tre religioni mediterranee.
Ferdinando, col consenso di Isabella, poté nominare gli inquisitori dan-
do loro ordini severissimi di indagare, processare e punire non solo gli
ebrei convertiti (i cosiddetti
conversos
), della cui sincerità si dubitava,
ma anche i nobili che avessero tentato di proteggere da quella persecu-
zione gli abitanti dei loro feudi. Il potere assoluto degli inquisitori servì
a indebolire le prerogative dei nobili e delle città. Nel 1492 i re cattoli-
ci ordinarono l’
espulsione
dai territori del Regno spagnolo di tutti gli
ebrei
che non accettavano di convertirsi al cattolicesimo.
Nel contempo, presentandosi come un combattente per la gloria del
nome di Dio e della fede, Ferdinando portò l’attacco finale al Regno di
Granada (1492), ultima presenza dei musulmani in Spagna. La resa fi-
nale del re Boabdil segnò il punto d’arrivo del processo di
Reconquista
.
Madonna dei re cattolici
, dipinto anonimo
del XVI secolo.
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