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 Il concetto di frontiera
di Marc Augé
un’epoca dell’eccesso, nella quale tutto
è sovrabbondante (gli accadimenti, le
informazioni, gli individualismi).
Mobilità delle frontiere
Nel brano, trat­
to dal saggio
Per una antropologia della
mobilità
(2007), Augé mostra l’ambiguità
del concetto di “frontiera”. Anzitutto non
si può pensare, come alcuni ritengono,
che alla “globalizzazione” corrisponda
necessariamente l’annullamento delle
frontiere.
Al contrario, la globalizzazione crea altre
frontiere, anzi “nuove barriere”. Le vere
frontiere, per Augé, devono esseremobili,
cioè rendere possibili nuove conoscenze
(come avviene con la scienza che supera
i propri limiti) e favorire l’integrazione fra
culture diverse.
Verso una democrazia autentica
Quan­
do le frontiere sono frutto di politiche
di separazione e di esclusione nascono
i conflitti: disuguaglianze, mancanza di
diritti, sfruttamento…Di qui il problema
vero che si pone: assumere la frontiera
non come un dato assoluto, ma come una
sfida nella direzione di un continuo supe­
ramento, per costruire una democrazia
autentica, senza che le differenze salutari
tra modi di sentire e di vivere debbano
scomparire.
L’autore
Marc Augé (1935), studioso fran­
cese delle società e delle culture africa­
ne, professore a Parigi alla Scuola di studi
superiori in scienze sociali, è uno degli
antropologi più noti anche al pubblico
dei non specialisti. La sua capacità di tra­
smettere idee antropologiche“difficili” in
un linguaggio semplice e comprensibile
hanno fatto di Augé un vero e proprio
autore di successo.
Suo, inoltre, è il merito di aver focalizza­
to alcuni aspetti prioritari della società
contemporanea metropolitana e “glo­
bale”, che egli ha riassunto nel concetto
di
surmodernità
. Questo concetto vuo­
le caratterizzare la nostra epoca come
Un concetto 
tra simbolismo 
e realtà 
Se il concetto di frontiera è «buono
da pensare» è perché è al centro
dell’attività simbolica che sin dalla
comparsa del linguaggio – ripren-
dendo Lévi-Strauss – è stata impiegata per conferire un
significato all’universo, per dare un senso al mondo e ren-
derlo vivibile. Ebbene, questa attività è essenzialmente
consistita nell’opporre categorie come maschile e femmi-
nile, caldo e freddo, terra e cielo, secco e umido, per sim-
bolizzare lo spazio suddividendolo.
Oggi stiamo incontestabilmente vivendo un periodo sto-
rico in cui la necessità di suddividere lo spazio, il mondo
o il vivente per comprenderli sembra meno evidente. Il
pensiero scientifico non si basa più su opposizioni bina-
rie, ma si sforza di rivelare la continuità dietro le apparen-
ti discontinuità, per esempio cercando di comprendere e
forse ricreare il passaggio dalla materia alla vita.
L’uguaglianza tra i sessi è un’esigenza del pensiero demo-
cratico, ma, al di là di questa uguaglianza, è un’identità
di funzioni, di ruoli e di definizioni a essere postulata nel
momento in cui si mette l’accento sulla preminenza del
concetto stesso di essere umano. Infine, la storia politica
del pianeta sembra mettere in discussione le frontiere tra-
dizionali nel momento in cui il mercato libero mondiale
prende forma e le tecnologie della comunicazione sem-
brano di giorno in giorno cancellare gli ostacoli legati allo
spazio e al tempo.
Globalizzazione 
e nuove 
barriere 
Tuttavia sappiamo bene che le appa-
renze della mondializzazione e della
globalizzazione nascondono anche
delle ineguaglianze: assistiamo infat-
ti, a scale diverse, alla rinascita di frontiere la cui esistenza
costituisce una smentita della tesi della fine della storia
1
.
L’opposizione Nord/Sud si è ormai sostituita a quella tra
Paesi colonizzatori e Paesi colonizzati. Nelle grandi me-
tropoli del mondo, i quartieri ricchi si contrappongono
ai quartieri “difficili”, dove tutta la disparità, tutte le ine-
guaglianze del mondo si coagulano.
In vari continenti esistono addirittura quartieri privati e
città private. Le migrazioni dai Paesi poveri verso quelli ric-
chi assumono spesso forme tragiche e sono i Paesi liberali
a erigere muri per proteggersi dagli immigrati clandestini.
Da un lato si disegnano nuove frontiere, o meglio si in-
nalzano nuove barriere, sia tra Paesi poveri e Paesi ricchi,
sia all’interno degli stessi Paesi sottosviluppati o emergenti,
tra i settori ricchi connessi alla rete della globalizzazione
tecnologica ed economica e gli altri. Dall’altro lato quanti
sognano un’unica società umana e considerano quale pa-
tria il pianeta non possono ignorare né la forza dei ripiega-
menti comunitari, nazionali, etnici o di altro genere, che
si ripropongono di restaurare i confini, né l’espansionismo
dei proselitismi religiosi
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, che aspirano a conquistare il pia-
neta annullandone tutte le frontiere.
Antologia
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