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le persone citate prima risponderebbero più o meno alla stessa maniera: “Noi siamo
Ricky, Gianni e Luca della periferia di XYZ e noi ci salutiamo in questo modo”.
Oltre al proprio nome può quindi venir fuori un contenuto simbolico, ma sempre si
tratta di fatti che riguardano l’identità personale dell’interrogato. “Sono questo e quello
e io faccio così (perché mi sento uguale a… vorrei essere come...)”. Semplicemente, alla
questione di chi si è non si risponde soltanto con dati e fatti, ma anche con un aspetto,
un modo di muoversi, di vestirsi e di comportarsi. E alcuni elementi del comportamento
ci permettono di distinguerci dagli altri, se lo ripetiamo in pubblico. E a volte hanno
un contenuto simbolico ed esprimono delle idee sociali o politiche.
Le libertà
Nelle società moderne abbiamo tante libertà. Certo, in qualche modo dobbiamo
frequentare una scuola e prima o poi escogitare anche un modo possibilmente legale
per guadagnarci da vivere, forse anche per mantenere i nostri famigliari che ne hanno
bisogno. In Italia, saremmo anche tenuti ad andare a votare per le elezioni. Ma i nostri
doveri finiscono più o meno qui. Restano all’incirca quattordici ore al giorno in cui
possiamo fare ciò che vogliamo. E queste attività le svolgiamo in mezzo a qualche decina
di milioni di persone che fanno più o meno lo stesso, ovvero, ciò che credono. Visto
questa massa di persone, tutte libere come noi, che vanno a prendere un caffè, vedere un
film, fare shopping, mangiarsi una pizza, come facciamo a distinguerci? Il nostro modo
di vestirci, di stare in piedi e di parlare ci distingue. Ma sarà sufficiente? I vestiti non li
compriamo dal sarto che li fa su misura per noi e almeno centomila persone indossano
gli stessi capi. E quindi, come fa Luca di Firenze distinguersi da altri venti Luca toscani
della stessa età e della stessa provenienza sociale? Luca di Firenze, per fortuna, non ha
solo il suo motorino, i suoi jeans, le sue felpe: ha anche le sue abitudini.
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