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Oggetti che portano fortuna, immaginette che rievocano qualcuno o qualcosa, rituali
propiziatori, piccole cerimonie settimanali... Siamo tanto moderni e razionali, ma in
fin dei conti, mille piccole abitudini e oggetti dimostrano – e un archeologo che fru-
gherà tra le nostre cose tra qualche secolo lo capirà al volo – che nel quotidiano spesso
non siamo tanto diversi dai popoli che consideriamo primitivi perché vivono in modo
simile ai nostri antenati di qualche millennio fa. Ma non è un fatto deplorevole. Non
potrebbe essere diversamente.
Contro l’ansia...
Prima dell’interrogazione, siamo tutti un po’ nervosi. Mi guardo intorno. C’è Maria che
ha indossato il vestitino rosa che le sta stretto oramai, ma che porta sempre in situazio-
ni di stress. Ivano ha la sua matita preferita in mano: porta fortuna, mi ha confessato
una volta. Riccardo guarda nel vuoto, sembra che non stia pensando a niente, ma so
che mentalmente sta parlando con suo nonno morto che l’aveva sempre incoraggiato
quando era piccolo. Soltanto Rita è vestita come sempre, pare; ma io so che sotto il
maglione porta una maglietta rossa con un disegno
buffo, quella che aveva indossato anche all’esame di
guida e al primo incontro con Max con cui poi si è
fidanzata. Io sono tranquilla, oggi non è il mio turno.
“Allora, in bocca al lupo” dico ed esco dall’aula. La
risposta non si fa attendere: “Crepi!”.
Non potevo certo augurare direttamente “Buona
fortuna” ai miei compagni. Pronunciare una cosa
del genere porta iella, lo sappiamo tutti, no? Sicu-
ramente potrebbe sembrare strano che in Inghilterra
tranquillamente ci si auguri “
Good luck!
”. Sono forse
più razionali di noi, i popoli nordici? Non credono
che qualche parola, pronunciata in un momento
non adatto, possa avere effetti nefasti? Non hanno
gli oggettini che portano fortuna? Mi permetto di
dubitarne. In Germania, ad esempio, considerano il
maiale come animale della fortuna: a Capodanno si
regalano milioni di piccoli suini di plastica... Anche
nelle regioni fredde d’Europa ci si può alzare con il
piede sbagliato.
Perché i piccoli rituali
sono per noi così importanti?
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