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confrontare le opinioni
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Dossier Storia
Tavola rotonda
P
ochi concetti storiografici sono
così controversi e sono stati co-
sì discussi come quello di capi-
talismo. Sul significato specifico non
esiste nessuna concordanza. […] Ri-
tengono che il capitalismo sia sempre
esistito coloro che lo identificano con
l’istinto al guadagno e alla ricchezza in-
sito nell’uomo. Condividono la stessa
opinione anche coloro (come John Nef)
che lo considerano come il frutto della
tendenza ad accrescere la produzione
futura con l’impiego di parte della pro-
duzione attuale nella forma di capita-
le. Quando il selvaggio si fabbrica una
lancia o una capanna esiste già qualche
traccia di capitalismo: s’impiega infatti
una parte dei beni prodotti oggi per au-
mentare i beni che verranno procurati
in futuro. Per quanto riguarda l’antichi-
tà classica la tendenza a scorgervi ele-
menti di capitalismo, se non un siste-
ma capitalistico, è presente in Theodor
Mommsen, a quanto già notava Marx,
e anche in storici modernizzanti come
Eduard Meyer. Per Michail Rostovcev,
nel mondo antico e in particolare nel-
la civiltà romana, il capitalismo «fece
la sua comparsa in vari tempi e in vari
luoghi e prevalse in ampi tratti [...] per
periodi relativamente lunghi», per poi
ripiegare all’epoca della caduta dell’im-
pero romano dando luogo a forme più
primitive di vita economica.
Una lunga tradizione ha collocato, poi,
la prima maturazione del capitalismo
all’epoca dello sviluppo delle attivi-
tà commerciali e delle città nel tardo
Medioevo. Questa tradizione si raffor-
zò alla fine dell’Ottocento con Gustav
von Schmoller e poi, qualche decennio
dopo, soprattutto con Henri Pirenne
[…]. La sua opinione era che «il capi-
talismo si affermò fin dal XII secolo».
Da Pirenne ha preso l’avvio una linea
di studi sui commerci medievali e sul
loro spirito capitalistico che, nonostan-
te le critiche di un Sombart, si è, ma
forse non del tutto, esaurita solo negli
anni Settanta.
Un’origine più tarda, dal XVI secolo
circa, è quella che prevale nelle ope-
re fondamentali sul tema del capita-
lismo di Marx e Weber. Per Marx «il
preludio del rivolgimento che creò il
fondamento del modo di produzio-
ne capitalistico si ha nell’ultimo terzo
del secolo XV e nei primi decenni del
XVI». La visione di Marx è che il capi-
talismo si sia venuto costituendo con
la graduale separazione dei lavoratori
dalla proprietà delle condizioni di la-
voro. Questo fenomeno, già annuncia-
to nel XVI secolo, si compie poi con
la generalizzazione del lavoro di fab-
brica. […] Anche Weber pensa che la
nascita del capitalismo si collochi nel
Cinquecento sia per influsso dell’eti-
risposta
3
Ma è utile il concetto di capitalismo?
Paolo Malanima
ricostruisce la storia del concetto di capitalismo, nelle varie
interpretazioni e definizioni che sono state fornite nel corso del tempo.
La variegata, e spesso contraddittoria, sequenza pone allo storico una
domanda, al tempo stesso, provocatoria e stimolante: e se un simile
controverso concetto non servisse, storiograficamente, a nulla?
1
Quali sono le caratteristiche del sistema capitalista
secondo Braudel?
2
Cosa intende con l’espressione “capitalismo felice”?
3
Cosa intende invece Dobb per “accumulazione capi-
talistica”?
4
Che ruolo gioca l’inf lazione nella accumulazione di
capitale?
5
Perché per Malanima il concetto di capitalismo può
dare luogo a confusione?
6
Pensi che questo sia vero, oppure ha ancora senso
utilizzare il concetto come categoria storiograf ica?
ca calvinista, sia per l’orientamento di
carattere razionale che tende a preva-
lere nella vita economica e che è l’in-
grediente essenziale del capitalismo
moderno. Una visione, quella webe-
riana, che ha avuto larga circolazione,
non solo tra i sociologi, ma anche tra
gli economisti. […]
L’arco cronologico del capitalismo si
riduce ancora con chi ritiene che un
sistema come il capitalismo caratteriz-
zato dalla presenza di rilevanti investi-
menti di capitale fisso possa aver origi-
ne solo con la rivoluzione industriale
e l’industrializzazione. Solo allora gli
sviluppi nelle tecniche e la diffusione
del macchinismo resero necessario l’in-
cremento del capitale fisso in misura
impensabile fino ad allora.
[…] Le differenze tra tutte queste po-
sizioni non sono certo di poco conto.
Il ventaglio delle opinioni a proposito
della cronologia delle origini del capi-
talismo sono ampie. Questo ventaglio si
chiude poi del tutto con chi ritiene che
il capitalismo non sia mai esistito, e che,
se esso è esistito, non sia proprio il caso
di parlarne perché non si sa bene che
cosa sia in realtà. Del termine capitali-
smo perciò molti storici diffidano sem-
pre di più. È vero che esso ha anima-
to grandi discussioni in passato. Qual
è stata, però, l’importanza di queste di-
scussioni nel concreto lavoro di ricerca
storica? Poca o nessuna del tutto. E poi
ancora: se si studia la società, un termi-
ne controverso come capitalismo può
essere fonte di confusione. Se si studia
l’economia, quel che c’interessa è prima
di tutto capirne la struttura e misurarne
il movimento. E allora, di nuovo, il ca-
pitalismo a che cosa ci serve?
(P. Malanima,
Economia preindustriale.
Mille anni: dal IX al XVIII secolo
,
Bruno Mondadori, Milano, 1995)
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