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sezione 5
La nascita del capitalismo e la formazione delle grandi potenze europee
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dei prezzi. Ma, se ciò eb-
be la sua importanza, non
costituì però la sola con-
seguenza dei mutamenti
monetari sull’accumula-
zione della ricchezza bor-
ghese, e alla lunga forse
neppure la più importan-
te. L’inflazione dei prez-
zi fu poi senza dubbio un
fattore potente nell’agevolare il trasfe-
rimento della terra in mani borghesi,
dal momento che, nella misura in cui
i vecchi proprietari erano propensi ad
acquistar denaro come oggetto di te-
soreggiamento, o, alternativamente,
seguitavano a pensare in termini di
valori fondiari tradizionali, il prezzo
della terra tendeva a restare indietro
rispetto all’aumento degli altri valori.
Importanza non minore della prima
fase del processo di accumulazione eb-
be poi la seconda fase, che lo comple-
tò, e che vide la realizzazione (almeno
parziale) degli oggetti della precedente
accumulazione, per permettere l’effet-
tivo investimento nella produzione in-
dustriale: vendita cioè degli originari
oggetti d’accumulazione per acquistare
(o creare) col ricavato, macchinario per
l’industria cotoniera, edifici industria-
li, fonderie di ferro, materie prime, e
forza-lavoro. […]
Il momento essenziale di questa accu-
mulazione originaria non consisterà
dunque semplicemente nel passaggio
di ricchezza da una vecchia classe a
una nuova, sia pure accompagnato da
una concentrazione di questa ricchez-
za in un minor numero di proprietari:
ma nel trasferimento di ricchezza da
un gran numero di piccoli proprietari
alla borghesia in ascesa, e nella conse-
guente pauperizzazione di quelli. […]
(M. Dobb,
Problemi di storia del capitalismo
,
Editori Riuniti, Roma, 1977)
luppo della produzione abbian
potuto procedere di pari passo:
e se non v’è ragione perché lo
sviluppo dell’attrezzatura in-
dustriale non possa esser stato
finanziato, in linea di massima,
passo a passo, coi profitti degli
anni precedenti (integrati in ca-
si particolari dal credito), sem-
bra che l’intero problema del-
la necessità di una precedente
accumulazione, come condi-
zione preliminare dell’indu-
stria capitalistica, debba sva-
nire nell’aria.
Se dunque il concetto di
un’«accumulazione originaria»
(nel senso marxiano
1
del termi-
ne),
anteriore nel tempo
alla pie-
na fioritura dell’industria capi-
talistica, deve avere un senso,
questo dovrà essere: in primo luogo,
accumulazione di titoli capitali – diritti
su beni esistenti che vengono accumu-
lati in primo luogo per motivi specula-
tivi; secondariamente, accumulazione
nelle mani di una classe che, in virtù
della sua speciale posizione nella so-
cietà, è in grado di trasformare questi
titoli tesoreggiati in effettivi mezzi di
produzione. In altre parole, parlare di
accumulazione in senso storico signifi-
ca necessariamente parlare di proprietà
di beni, e del suo trasferimento, e non
della quantità di tangibili strumenti di
produzione esistenti a un certo mo-
mento. […]
I diversi modi in cui una classe può
accrescere la proprietà di cui dispone
sembra si possano ridurre a due ca-
tegorie principali: in primo luogo, la
proprietà può venir trasferita a questa
classe da coloro che prima ne dispone-
vano, in cambio di mezzi di consumo
immediato o di godimento, o in altre
parole, esser venduta contro denaro o
merci non durevoli. In questo caso i
vecchi proprietari accresceranno i loro
consumi ovvero i loro
stocks
di denaro,
separandosi in cambio dalle loro ter-
1.
marxiano: l’autore si riferisce alla teoria dell’accumula-
zione originaria proposta da Karl Marx (1818-1883) nelle
sue opere. Marx insiste nel definire una fase di accumu-
lazione capitalistica, che precedette la vera e propria fa-
se della rivoluzione produttiva, prodotta dal capitalismo e
che da essa debba essere distinta. Tale processo si spie-
gava, secondo Marx, con l’ascesa della classe borghese e
la conquista progressiva e rivoluzionaria, da parte di essa,
del controllo dei mezzi di produzione.
Nel Cinquecento i banchieri
giocano un ruolo cruciale
nei commerci ma anche
nella finanza internazionale,
arrivando a fare credito
ai sovrani, bisognosi di denaro
per le loro riforme istituzionali
e le loro guerre di conquista.
re o case o altri oggetti durevoli, come
argenteria e simili. Per costituire la sua
proprietà di beni durevoli la nuova clas-
se svuoterà i suoi tesori di denaro ovve-
ro abbasserà i suoi consumi al di sotto
del livello del suo reddito; in quest’ul-
timo caso, si potrà dire che essa finan-
zi i suoi acquisti mediante un « rispar-
mio». […] Vi è però una seconda forma
in cui la nuova classe può accrescere il
suo possesso di ricchezze durevoli: ed
è probabilmente quella che ha giocato
la parte più importante. La borghesia
può acquistare un particolare tipo di
proprietà in un periodo in cui questa si
trovi ad essere eccezionalmente a buon
mercato (al limite, appropriandosene
colla forza senza dar nulla in cambio),
e realizzarla quindi in un’epoca poste-
riore, in cui il valore di mercato di tale
proprietà sia relativamente alto, contro
altri oggetti, come forza-lavoro o attrez-
zature industriali, relativamente svalu-
tati nello stesso periodo. Un siffatto du-
plice atto di scambio è evidentemente
tale da consentire alla borghesia di ap-
propriarsi una maggior porzione della
ricchezza totale della comunità. […]
Una circostanza particolare, cui si suo-
le assegnare un ruolo importante nella
storia dell’accumulazione, fu il rapido
aumento della disponibilità di metalli
preziosi durante il XVI secolo, e l’infla-
zione dei prezzi che ne derivò. Si sotto-
linea di solito un effetto fra tutti: l’ascesa
dei redditi borghesi che dovette verifi-
carsi in occasione di quest’inflazione
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