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unità 10
Le grandi potenze del secondo Cinquecento
A questa concezione dello Stato, inteso come diretta espressione della gerarchia naturale,
si opponevano le teorie politiche del
giusnaturalismo
. Questa dottrina filosofico-giuridica
ha fra i suoi primi rappresentanti il giurista tedesco Johannes Althusius (1557-1638), l’olan-
dese Huit van Groot (1583-1645), nome italianizzato in
Grozio
, e il tedesco Samuel Pufen-
dorf (1632-1694).
Il giusnaturalismo sostiene che esiste un “
diritto naturale
” antecedente ogni legge e ogni
struttura politica e razionalmente evidente a ogni individuo. Ma di per sé la condizione
naturale, caratterizzata da
libertà
e
uguaglianza
fra gli uomini in totale assenza di gerar-
chie, può facilmente produrre in alcuni la tendenza a ignorare il diritto naturale e a ledere
i diritti degli altri. Per questa ragione nasce lo
Stato
, che è quindi una struttura non deri-
vante da un’evoluzione naturale, ma da un
accordo
fra gli
individui
: essi, infatti, decidono
quale forma istituzionale darsi e in che modo definire le regole del vivere civile. Ne risulta
un’idea laica dello Stato, basata su fondamenti giuridici che sono espressione di un contrat-
to razionale stipulato fra liberi individui.
Il giusnaturalismo
secondo il modello di Aristotele-Bodin
secondo i giusnaturalisti
Gli uomini partecipano fin dall’origine a una struttura
naturale organizzata, la
famiglia
,
e sono dunque associati per natura.
Nello stato di natura originario
gli uomini non sono organizzati
e vivono come
individui singoli
non associati.
Ne consegue che gli uomini sono disposti per natura
secondo una
piramide gerarchica
(padri-figli, padroni-
schiavi), non sono tutti uguali e non sono liberi.
Nello stato di natura regna
la
libertà
e l’
uguaglianza
. Ogni uomo risponde
solo a se stesso di ciò che fa.
Il passaggio dallo stato di natura allo
Stato politico
avviene naturalmente e per
evoluzione
.
Lo Stato è la famiglia delle famiglie
in cui è necessario organizzarsi, man mano che si
moltiplicano i nuclei originari.
Lo
Stato politico
nasce in contrasto
con lo stato di natura e per correggerne eccessi e difetti.
È un
artificio umano
a cui si accede per contratto,
in modo convenzionale e del tutto arbitrario.
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Polonia, Svezia e Russia nel Cinquecento
Nel corso del Cinquecento, nell’Europa settentrionale e orientale si assiste al rafforzamen-
to di tre importanti regni.
La
Svezia
tornò indipendente nel 1523, dopo essere stata per oltre un secolo sottomessa al
regno di Danimarca, grazie all’azione del re Gustavo I Vasa (1523-1560). Per marcare la di-
stanza dall’allora cattolica Danimarca, il Paese abbracciò il
protestantesimo
. I re della di-
nastia Vasa favorirono lo
sviluppo economico
della Svezia, rafforzando al contempo il
po-
tere regio
.
Il regno di
Polonia
rappresentava il principale sistema politico dell’Europa orientale. Era
costituito dalla Polonia e dal granducato di Lituania, che erano stati uniti da re Sigismon-
do II (1548-1572), appartenente alla dinastia degli Jagelloni. Tuttavia, con la morte di Sigi-
smondo II si aprì per la Polonia una
crisi dinastica
senza precedenti: all’origine della crisi
ci furono i tentativi della nobiltà polacca di controllare la successione al trono e di trasfor-
mare la Polonia in una sorta di “repubblica nobiliare”. La crisi si concluse con l’ascesa al
regno di Sigismondo III Vasa (1587-1632), principe svedese che aveva sposato una Jagello-
ne. Sigismondo era cattolico e sotto di lui si completò il definitivo ritorno della Polonia al
cattolicesimo
.
La Svezia: indipendente
e protestante
La crisi dinastica
in Polonia
Origine e fondazione dello Stato: Bodin e giusnaturalisti a confronto
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