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Le grandi potenze del secondo Cinquecento
Nel 1588 Enrico III fece assassinare Enrico di Guisa e designò come successore Enrico di
Borbone, a condizione che questi rinunciasse alla fede protestante. L’anno successivo En-
rico III fu però a sua volta assassinato per mano cattolica: con lui finì la dinastia Valois.
Dal 1589, dunque,
Enrico di Borbone
fu il nuovo re di Francia, con il nome di
Enrico IV
.
Ma il nuovo sovrano dovette conquistare il Paese con la forza delle armi e superare
l’oppo-
sizione
dei
cattolici
, che inneggiavano alla guerra santa contro l’eretico. Parigi subì un
as-
sedio
lungo e durissimo da parte delle truppe reali, finché Enrico ebbe ragione della stre-
nua resistenza della capitale.
Restava aperta la questione religiosa, che Enrico risolse con l’abbandono della fede ugonot-
ta: nel luglio del 1593 il re
abiurò
pubblicamente e si pentì di aver seguito le dottrine ere-
tiche del protestantesimo. Pochi mesi dopo fu solennemente incoronato nella cattedrale di
Chartres e anche il papa lo riconobbe
legittimo sovrano
cattolico di Francia.
Nell’aprile del 1598 Enrico IV promulgò l’
editto di Nantes
, che rappresentò una sorta di
compromesso politico-religioso. Gli
ugonotti
lo riconobbero come legittimo sovrano di
Francia e, in cambio, ottennero la
libertà
di coscienza e
di culto
nel Paese, con l’eccezione
della sola Parigi. Ai protestanti, inoltre, furono riconosciuti i pieni
diritti politici
e il man-
tenimento di un centinaio di
places de sureté
(“piazzeforti di sicurezza”), ossia di fortezze.
Enrico di Borbone
diventa re
L’editto di Nantes
3
La politica di Enrico IV
Enrico IV
ottenne dunque il pieno
controllo
sul
Pa-
ese
, preservando la corona da contestazioni di par-
te cattolica e instaurando, al tempo stesso,
rapporti
distesi
con i protestanti, che spesso rappresentavano
i ceti più vivaci sul piano economico e sociale. Do-
po più di trent’anni di guerre di religione, il sovrano
poté così riprendere l’opera di consolidamento della
monarchia.
Il governo era affidato al
Consiglio di Stato
, di nomina re-
gia, a cui Enrico affiancò i
commissari regi
, uomini di sua
fiducia, scelti anche tra i protestanti. Il costante bisogno di de-
naro portò alla messa in vendita dei pubblici uffici e all’appalto delle
imposte. A partire dal 1604, una legge consentì ai funzionari di rendere
ereditaria
la pro-
pria
carica
attraverso il pagamento di una tassa detta
paulette
: cominciò così a emergere una
nuova aristocrazia, la
nobiltà “di toga”
, più legata alla corona, e contrapposta alla nobiltà
“di spada” di origine feudale. Enrico IV, insomma, accentuò la centralizzazione politica e
amministrativa dello Stato.
Il suo progetto, tuttavia, non ottenne risultati perfettamente omogenei. In primo luogo, no-
nostante l’emarginazione politica, il ruolo della
nobiltà di spada
si mantenne relativamen-
te saldo. In secondo luogo, la risoluzione della questione religiosa aveva obbligato il sovra-
no a una serie di compromessi: di fatto, la concessione agli
ugonotti
di un centinaio di
piazzeforti di sicurezza
” aveva creato una sorta di “
Stato nello Stato
”, in mano all’aristo-
crazia protestante.
In campo economico, l’opera del
ministro Sully
, un aristocratico di fede protestante, per-
mise di raggiungere risultati notevoli. Sully si ispirava ai princìpi del mercantilismo, una
teoria economica che sosteneva l’intervento dello Stato a sostegno dell’economia, in parti-
colare a difesa dei prodotti nazionali: la
produzione agricola e manifatturiera
veniva,
dunque, sostenuta grazie all’imposizione di
barriere doganali
, che inibivano l’importazio-
ne di prodotti esteri concorrenti.
La centralizzazione
dello Stato
Un progetto non riuscito
Il mercantilismo di Sully
Enrico di Borbone, futuro
Enrico IV, fa il suo ingresso
a Parigi, espugnata dopo un
lungo assedio. Sotto il suo regno
terminano le guerre di religione
e si rafforza il potere centrale.
libertà di culto
per gli ugonotti in tutto il Paese
a eccezione dell’area parigina
riconoscimento dei pieni
diritti politici
per gli ugonotti
riconoscimento
di un centinaio
di
piazzeforti fortificate
Le concessioni dell’editto di Nantes
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