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la vita in diretta
sezione 5
La nascita del capitalismo e la formazione delle grandi potenze europee
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Le compagnie girovaghe
Nell’Inghilterra elisabettiana il mestiere
dell’attore non era un mestiere decoroso. Gli
attori erano considerati poco più che vaga-
bondi e anzi, a partire dal 1572, erano classi-
f icati come tali, se non riuscivano a mettersi
al servizio di un lord. Shakespeare, ad esem-
pio, a partire dal 1588 fu al servizio di lord
Hundson, Gran ciambellano di corte.
In genere, le compagnie girovaghe ospitava-
no parecchie persone: erano costituite da
una decina di attori veri e propri, da alcuni
adolescenti, che erano ingaggiati per le parti
femminili e, inf ine, da musici e salariati, che
si occupavano degli allestimenti. Comunque,
una volta raggiunto il luogo della rappresen-
tazione, tutti, attori compresi, si mettevano
all’opera e davano una mano per allestire la
messa in scena. Si iniziava a lavorare di mat-
tino e si mangiava presto, verso le 11, perché
alle due del pomeriggio si andava in scena.
L’evoluzione dello spazio scenico
Lo spazio scenico era inizialmente all’aperto,
una sorta di arena. Il teatro elisabettiano vero
e proprio (la
Playhouse
) probabilmente risenti-
va, nella sua costruzione, della forma dei cor-
tili delle locande, in cui inizialmente si insce-
navano le rappresentazioni. Lo spazio della
corte era rettangolare e sopra si affacciava-
no le stanze in tre ordini di ballatoi. Il palco
veniva eretto in uno dei lati del rettangolo.
Gli attori arrivavano nelle locande con i lo-
ro carrozzoni e scaricavano le attrezzature
dentro il cortile, previo accordo con il lo-
candiere, con cui concordavano la divisione
degli incassi. La rappresentazione si svolgeva
in genere nel pomeriggio e durava circa due
ore. Al termine, gli attori dovevano provve-
dere a smontare tutto e a liberare il cortile
entro l’ora di cena.
In un Paese piovoso come l’Inghilterra, la
pioggia era un’incognita che poteva minac-
ciare seriamente il felice esito delle rappre-
sentazioni. Gli attrezzi scenici (quasi sempre
in legno) potevano rovinarsi, se non veniva-
no messi al riparo. Si pensò così a un teatro
coperto.
Nel 1576 il padre dell’attore tragico Richard
Burbage fece costruire una sala chiusa, col-
locata nella zona a nord-est di Londra, fuori
dalla cinta muraria. La platea era collocata
parzialmente sotto una tettoia e circondava
per tre lati la scena. Al di sopra della platea
correva la galleria, completamente coperta.
Per un penny si aveva diritto a un posto in pla-
tea; con circa tre penny si poteva salire in gal-
leria. Fu un successo. Nel giro di poco tempo
sorsero molti altri teatri in varie parti di Lon-
dra, ma in genere nella zona sud del Tamigi.
Il Globe di Shakespeare
Il Globe (il teatro di Shakespeare) venne eret-
to nel 1598 e Shakespeare contribuì alle spese
per la sua edif icazione. All’esterno si presen-
tava come un’evoluzione dello spazio rettan-
golare originario, perché la forma era pres-
soché circolare (forse ottagonale all’inizio,
per poi aumentare il numero dei lati esterni,
assumendo una forma circolare).
All’ingresso si trovava la corte (
yard
). Su un
lato si ergeva il palco (
stage
), che era sopra-
elevato rispetto alla corte. Sul palco due co-
lonne reggevano una tettoia, che delimitava il
retro della scena. Lo
stage
doveva essere alto
rispetto al cortile circa 1 metro e sessanta.
Le tre gallerie che lo circondavano erano alte
in tutto circa 10 metri. Si trattava, dunque,
di un edif icio piuttosto alto e maestoso, per
l’epoca. Si pensa che il Globe avesse circa
venti metri di diametro, il palco misurasse
7 metri di larghezza per 6 di profondità (ma
alcuni sostengono che misurasse 12 metri per
lato). Fra il limite del palco e le gallerie c’era
una distanza di una decina di metri, anche
se l’esattezza di queste misure è controversa.
Il Globe, il teatro di Shakespeare, in un’incisione
di età elisabettiana.
Una compagnia teatrale inglese recita davanti
al pubblico (stampa del XVI secolo).
Il duro mestiere dell’attore nell’Inghilterra di Shakespeare
Un pubblico “attivo”
Non sappiamo di preciso quante persone
potessero essere ospitate nel Globe, ma sap-
piamo che la maggior parte del pubblico non
prendeva posto a sedere nelle gallerie (che
costavano di più), ma stava in piedi nello
yard
, più o meno a diretto contatto con gli
attori. Le recite avvenivano quindi in uno
scenario affollato e confuso.
Il Globe era frequentato soprattutto dal po-
polo. La zona di Southwark, dove sorgeva,
era un luogo di traff ici, scommesse su ani-
mali, prostituzione ed era meta soprattutto
di marinai e mercanti. Questa folla, molto
poco raff inata, era il pubblico delle opere
di Shakespeare.
Immaginiamo la scena di una rappresenta-
zione. Gli attori, tutti uomini, anche coloro
che interpretavano parti femminili, si muo-
vevano in lungo e in largo sul palco, si ama-
vano, duellavano, litigavano, il tutto mentre
il pubblico dell’arena partecipava vivamen-
te alle vicende, incitando i suoi beniamini,
discutendo e litigando a sua volta sull’esito
della vicenda, odiando i personaggi odio-
si, amando gli amabili, spesso insultando
gli attori che interpretavano i ruoli negativi.
Talvolta, ai duelli sul palcoscenico si aff ian-
cavano vere e proprie risse nell’arena. A loro
volta gli attori facevano di tutto per incitare
ed eccitare il pubblico.
Gli abiti di scena erano fastosi, in genere di
foggia contemporanea, ma non si può esclu-
dere che in alcuni drammi storici si tentasse,
almeno simbolicamente, un travestimento
storico, con alcuni abiti che approssimati-
vamente dovevano consentire al grosso pub-
blico di individuare l’epoca di riferimento
(una toga, un particolare elmo potevano,
ad esempio, suggerire un antico romano).
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