Semònide (di Amorgo)
(gr. Semonídes, lat. Semonides)

Cenni biografici
Poeta giambico la cui nascita può collocarsi intorno al 700 a.C. (ma non sono mancate datazioni più basse, fino alla seconda metà del VI secolo a.C.). Fu originario di Samo. Il toponimico che lo lega ad Amòrgo – piccola isola delle Cìcladi Orientali, a sud-ovest di Samo – gli deriva da un’impresa coloniale che è l’unico evento certo della sua biografia: egli fu a capo del contingente samio che fondò in Amorgo la colonia di Mìnoa; ciò peraltro dimostra la sua origine aristocratica. Secondo la tradizione suo padre fu Krìnes. Possibile che la sua morte vada collocata intorno al 647 a.C.

Opere

Gli antichi conoscevano, della sua opera, due libri di elegie, un poema storico intitolato Archeologia dei Samii, e naturalmente composizioni giambiche, un genere di cui alcune fonti gli attribuivano (accanto ad Archiloco) l’invenzione. Nelle più recenti edizioni, il numero dei frammenti semonidei ammonta a 42, non tutti di certa attribuzione e tutti di ridotta estensione, ma con due importanti eccezioni: il fr. 1 West = 8 Pellizer-Tedeschi, di 24 versi (un elenco dei mali umani e delle umane illusioni) e il fr. 7 West = 7 Pellizer-Tedeschi, il più famoso dei brani semonidei, il cosiddetto Giambo contro le donne: in esso le donne vengono catalogate, in base a una tassonomia animalesca o naturalistica, in dieci tipi generali (la ‘donna-maiale’, la ‘donna-volpe’, la ‘donna-cagna’, la ‘donna-mare’, la ‘donna-asina’ ecc.). Questo testo godette di ampia fortuna (dall’età arcaica, con un’imitazione di Focilide, fino all’età bizantina) e una celebre traduzione italiana ne fornì G. Leopardi.

[Federico Condello]