Elettra
(gr. Eléktra; lat. Electra)

Mito
Figlia di Agamennone e Clitemnestra, sorella di Ifigenìa e Oreste, a parte un accenno nell’Iliade (IX 145, dove è chiamata Laodìce) Elettra sembra comparire per la prima volta nell’Orestea di Stesicoro, quindi ispirare diverse opere incentrate sul ciclo tragico degli Atridi, in particolare le tragedie Elettra di Sofocle ed Euripide; un ruolo importante tuttavia Elettra riveste anche nelle Coefore di Eschilo. Qui dopo l’assassinio del padre ella – trattata come una serva – vive nella reggia con la madre, il suo amante Egisto e la sorella Crisòtemi. Una ciocca di capelli lasciata da Oreste sul tumulo del padre fa capire a Elettra che è arrivato da Delfi; egli si farà riconoscere dalla sorella tramite una stoffa che lei stessa aveva tessuto per lui, poi metterà in atto la vendetta. Nella tragedia sofoclea Elettra crede che il fratello sia morto in un agone panellenico: un’urna che si dice contenga le sue ceneri ne sembra prova. In realtà Oreste è vivo e presente, e si farà riconoscere da Elettra; quindi Clitemnestra ed Egisto troveranno la morte. In Euripide (Elettra) la giovane, pur richiesta in sposa dai Greci più nobili, viene maritata a un contadino, nel timore che le nozze con un aristocratico generassero un vendicatore di Agamennone. All’arrivo del fratello Oreste – da lei salvato subito dopo l’assassinio di Agamennone e inviato in Focide – Elettra diverrà sua preziosa aiutante nell’esecuzione del piano di vendetta. Nell’Oreste di Euripide Elettra è condannata a morte per il matricidio, ma viene poi salvata, come il fratello, grazie all’intervento di Apollo, che ordinerà a costui di concedere Elettra in sposa – come promesso – all’amico Pìlade, figlio del re della Focide.

Arte, letteratura e musica
Tra le rielaborazioni moderne del dramma di Elettra si ricordino, nel XVIII secolo, le opere di P.J. de Crébillon (1709), H.B. Longepierre (1719) e J.J. Bodmer (1760); più tardi, famosa è l’Elettra di H. von Hofmannsthal (1904). Elettra ispirò anche alcuni film, come Electra di M. Cacoyannis (1961) ed Elettra, amore mio di M . Jáncso (1975). Le vicende di Elettra furono anche musicate per il teatro d’opera (per esempio le musiche di A. Campra [1712], di W.A. Mozart per l’Idomeneo [1780], di C. Cannabich [1781], J.-B. Lemoyne [1782], J.C.F. Haeffner [1787], R. Strauss [1909]), né mancarono – soprattutto nel ’900 – balletti incentrati sul personaggio mitico: tra i più noti quello con la musica di H. Pousseur (1960), o di H.W. Henze (1972), o di K. Stockhausen (1972). Scarsa, invece, la sua presenza nell’arte figurativa.

[Elena Esposito]