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Dunning
percepisce questo particolare stadio del processo di inter-
nazionalizzazione come una attività generatrice di valore posseduta
o controllata da un’azienda e posta al di fuori del Paese d’origine
dell’azienda stessa.
Secondo la teoria di Dunning un’azienda avrà un approccio multinazionale a un mercato
estero qualora si verifichi la presenza contemporanea di tre tipi di vantaggi:
ownership advantages
, cioè
vantaggi esclusivi
derivanti dal
controllo proprie-
tario
di
specifiche risorse aziendali
(materiali o immateriali) trasferibili all’estero
a basso costo. Tali vantaggi includono tutti i
fattori competitivi nei confronti dei
concorrenti
, quali l’
innovatività tecnologica
, il
possesso di competenze
e
skills
specialistici, l’
organizzazione manageriale
, le
capacità finanziarie
e le
econo-
mie di scala
;
location advantages
, cioè
vantaggi legati esclusivamente allo Stato estero
in cui
l’impresa effettua l’investimento. Tali vantaggi saranno determinati da
variabili
quali
la
presenza di risorse naturali
, la
disponibilità
, il
costo
e il
grado di qualificazio-
ne del lavoro
, le
infrastrutture
, il
potenziale scientifico-tecnologico nazionale
,
la
dimensione dei mercati
, la
distanza
(geografica e culturale) rispetto al Paese
investitore, i
fattori istituzionali
e le
politiche pubbliche
ecc.;
internalization advantages
, cioè
benefici che derivano dallo sfruttamento delle
imperfezioni di mercato
, imperfezioni che rendono più conveniente all’impresa in-
ternalizzare le transazioni. L’azienda riduce così i cosiddetti
costi di transazione
che
sono tutti quei costi che emergono, appunto, nel corso delle transazioni, perché sono
generati dalla natura stessa dello scambio.
esempio
Nel caso di un gruppo aziendale che voglia operare all’estero, i costi per ricerche di
mercato, comunicazione, negoziazione, vigilanza legale sui contratti e sul rispetto dei diritti di
proprietà, ecc. che normalmente emergono in una transazione tra aziende possono ridursi
notevolmente se l’azienda che effettua lo scambio all’estero risulta una unità produttiva di
proprietà.
2.5
La multinazionalizzazione dal punto di vista della strategia aziendale
L’impostazione teorica di John Dunning ha il merito di introdurre un
nuovo filone di
ricerche
che, condotto prevalentemente da autori di matrice economico-aziendalistica,
sposta il fulcro sull’analisi della
strategia aziendale
, enfatizzando ancor di più la visione
micro
del fenomeno.
Seguendo il pensiero di Dunning, e basando la propria impostazione sul fatto che le
strategie di internazionalizzazione di un’azienda hanno per oggetto lo
sfruttamento
e il rafforzamento di un vantaggio competitivo
in Paesi diversi da quello d’ori-
gine
, l’economista
Michael Porter
ha individuato due differenti approcci tramite i
quali un’azienda persegue la crescita a livello internazionale spingendosi sino alla
multinazionalizzazione.
Il primo si riconduce all’utilizzo di un
vantaggio competitivo già acquisito
. L’azien-
da, nel proprio ambito (domestico) di riferimento, registra (in termini di profitta-
bilità)
performance superiori
rispetto alla media dei suoi diretti concorrenti e
decide, dunque, di agire anche in un contesto internazionale. La finalità principale
dell’internazionalizzazione è, in questo caso, quella di cogliere
nuove opportunità
La teoria
di Dunning
L’analisi
di Michael Porter
Vantaggio
competitivo:
– già acquisito
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