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terreno
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origine e diffusione delle piante coltivate
Nei reperti archeologici, dal Neolitico in poi, si trovano spesso, accanto ai resti
umani, attrezzi agricoli primitivi e semi o parti di pianta fossilizzati.
Questi ritrovamenti testimoniano che presso quei popoli primitivi venivano colti-
vate e utilizzate le piante i cui resti compaiono accanto a quelli umani.
Studiando i diversi reperti, si è riusciti a ricostruire la storia della coltivazione di
quasi tutte le piante coltivate. In particolare, oggi sappiamo dove è avvenuta la loro
domesticazione
, cioè dove sono state coltivate la prima volta. Più difficile, e in
molti casi quasi impossibile, è risalire alla loro zona di origine, cioè al luogo dove
è nata la prima pianta di ogni specie.
La selezione continua
operata dall’uomo ha
creato una grande
variabilità nelle
piante: un esempio è
il cavolo selvatico, dal
quale derivano molti
ortaggi diversi.
La cartina mostra i centri di Vavilov, dove furono domesticate le prime specie vegetali e animali. Si noti che quasi tutti i centri sono
posizionati nelle zone tropicali, nelle quali si riscontra la maggiore biodiversità.
Lo studioso che ha determinato con precisione i luoghi di domesticazione delle
principali specie di piante coltivate e di animali allevati fu Nikolaj Vavilov, studioso
russo di genetica che diresse l’Accademia Lenin di scienze agrarie dal 1920 al 1940.
Vavilov organizzò spedizioni in tutto il mondo allo scopo di raccogliere gli antenati
spontanei di molte piante, soprattutto alimentari, e di studiarne la distribuzione
geografica. Dopo aver analizzato a fondo la raccolta molto ampia e diversificata di
materiale genetico che aveva accumulato, riuscì a individuare i “centri di domesti-
cazione” delle principali piante alimentari.
L’opera di Vavilov è ritenuta uno dei pilastri fondamentali per gli studiosi di scien-
ze agrarie e di genetica vegetale, tanto che le aree geografiche da lui identificate,
nelle quali le piante alimentari coltivate e gli animali domestici allevati sono stati
domesticati, vengono oggi chiamate in suo onore “centri di Vavilov”.
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