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con introdurre nel sistema dello Stato francese, e poi
per contagio in tutti gli Stati europei, i principi base
dello
Stato moderno
, raccolti intorno all’idea che la
popolazione di una nazione è composta non di sud-
diti, ma di
cittadini
. Laddove i sudditi dipendono da
un sovrano e sono soggetti esclusivamente a dei dove-
ri, mentre i cittadini delegano il potere a un governo e
sono titolari di diritti.
Nella
Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadi-
no
(1789), che formula i principi ispiratori della rivo-
luzione, si afferma chiaramente che
gli uomini sono
uguali
, e quindi
hanno gli stessi diritti
. Nessun privi-
legio è assegnato per diritto di nascita o di sangue, ben-
sì per il merito, l’abilità e l’intelligenza personali. Gli
individui, senza distinzione di sorta, detengono alcuni
diritti fondamentali: la libertà, la proprietà, la sicurez-
za e la resistenza all’oppressione.
Verso una società nuova
L’insieme di questi cam-
biamenti, in una società che per secoli aveva visto solo
un lento e graduale evolversi di alcuni dei suoi istituti,
rappresentò una novità così importante che non pote-
va non attirare l’attenzione degli studiosi. Ciò che sta-
va accadendo era il
crollo del vecchio ordine sociale
che aveva regnato in Europa per
secoli. Un ordine fondato sui vincoli di parentela, sul legame verso la terra d’origine,
sulle credenze religiose tradizionali, su relazioni sociali chiuse in piccole comunità lo-
cali, sul potere politico monarchico. In breve, un ordine in cui ciascuno occupava una
posizione stabilita, ben chiara, determinata dal suo stato sociale al momento della na-
scita e non dalla sua capacità di produrre in vita risultati di maggiore o minor valore
(ricchezze, amicizie, prodotti dello spirito).
Gli uomini di quel tempo vedevano rapidamente svanire tutte le norme, abitudini, usan-
ze che per secoli avevano messo ordine nella vita della gente, e si trovavano di fronte a
un mondo nuovo, che appariva loro caotico, incerto, minaccioso.
I legami che avevano tenuto coesa la società fino ad allora si andavano sfaldando, e
non era chiaro se sarebbero stati sostituiti da nuovi legami, più deboli o più saldi, più
giusti o più ingiusti.
Il crollo dell’ordine sociale tradizionale lasciava un vuoto in cui sorgevano grandissimi
problemi pratici di organizzazione della società, legati alle difficili condizioni di vita
materiali (povertà, sfruttamento) e spirituali (alienazione, disorientamento) in cui ver-
sava gran parte della nuova società industriale.
Era necessario cercare di comprendere quello che stava accadendo, perché un ordine
sociale vecchio di mille anni veniva abbandonato senza ben capire in quale direzione
si stesse andando, né se mai si sarebbe approdati a un altro ordine sociale ugualmente
stabile. L’importanza del problema era data non solo dalla radicalità del mutamento in
corso, ma soprattutto dal fatto che con l’industrializzazione il mutamento era divenu-
to ormai una costante, un aspetto ineliminabile della nuova società. Fu allora che, per
la prima volta, i genitori incominciarono a non dare più per scontato che la vita dei
loro figli sarebbe stata uguale alla propria.
Nella
Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino
,
che formula i principi ispiratori
della rivoluzione, si afferma
chiaramente che gli uomini
sono uguali, e quindi hanno gli
stessi diritti.
Q
ualche domanda
Perché è proprio
verso la metà del XIX
secolo che nasce la
sociologia?
Quale classe
sociale acquisisce
importanza nel corso
della Rivoluzione
industriale?
Quali sono
le principali
conseguenze
sulla società dei
cambiamenti
intercorsi tra il XVIII e
il XIX secolo?
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