Page 63 - 120900036226_aavv_scienzeumane

Basic HTML Version

Q
ualche domanda
Quali sono le due
definizioni possibili
di “solidarietà”?
Come avviene la
costruzione del senso
di solidarietà?
In questa seconda accezione la solidarietà assume caratteristiche diverse e più ampie di
quella privata e si propone di
assicurare l’equilibrio dei diritti e dei doveri
. Essa si
compie all’intersezione tra il principio di legalità e la partecipazione agli oneri che deri-
vano dalla convivenza. La dimensione della solidarietà è insomma un valore vincolante
per tutti. Essa si costruisce nel rispetto delle norme che regolano la vita associata ovvero
come
partecipazione personale all’attuazione delle regole comuni
.
La diffidenza verso la capacità delle istituzioni di far rispettare le regole, la crisi di
moralità, il calo di fiducia rispetto al bene comune sono buone ragioni per congiun-
gere in un unico disegno concettuale diritto e legalità. Riconoscere la distinzione
e il rapporto che intercorrono tra norme generali e comportamenti particolari, tra
l’uso dei mezzi e il conseguimento dei fini, tra i valori proclamati e la loro concre-
ta realizzazione, è una condizione necessaria affinché il principio di legalità venga
compreso e si affermi.
Anche per i vincoli di solidarietà non basta “conoscere”, bisogna anche “fare”. A ti-
tolo orientativo, per un’efficace educazione alle pratiche della solidarietà occorre che:
la proposta educativa sia accessibile e realistica;
il cammino di solidarietà inizi nel proprio ambiente e sia progettato gradualmen-
te, puntando al tempo stesso sulla scoperta dell’autonomia personale e sull’interdi-
pendenza dagli altri;
l’impegno della solidarietà si svolga in pubblico e in privato: in privato per dare vo-
ce a chi non ha coscienza della propria soggettività, in pubblico per rappresentare
la voce critica e costruttiva delle istituzioni;
la dimensione solidaristica sia concepita anche come una modalità di cambiamento.
La costruzione del
senso di solidarietà
in larga parte dipende, infine, dal
comporta-
mento degli adulti
. È difficile educare nei minori sentimenti di solidarietà se i geni-
tori, ad esempio, sono indifferenti al buon funzionamento del nucleo affettivo oppu-
re sono convinti che, esauriti gli obblighi materiali verso i figli, ciascuno sia autorizza-
to a “farsi la propria vita”.
Specialmente nel campo dei comportamenti etici esistono forme di apprendimento la
cui efficacia non dipende dalle parole o dalle raccomandazioni, ma dagli atteggiamen-
ti espliciti e impliciti degli adulti. L’apprendimento in questi casi segue le vie dell’
imi-
tazione
: se l’adulto si presenta come un testimone credibile, i risultati saranno di un
certo tipo e decisamente molto diversi da quelli che derivano dalla presenza dell’adul-
to inaffidabile ed egocentrico. Restano comunque in sospeso vari interrogativi. Ci si
chiede, ad esempio, se sia più opportuna l’identificazione dei diritti umani con una
specifica disciplina scolastica oppure se sia più efficace l’apprendimento distribuito in
maniera trasversale. Rimane irrisolta anche la definizione dei diritti umani che, nella
forma fin qui in prevalenza codificata, sono in genere espressione della cultura euro-
pea. L’
intreccio dei diritti umani eurocentrici con altre mentalità
e stili diversi di
vita risulta spesso assai
problematico
. Non è un caso che negli ultimi anni questi te-
mi siano stati fatti propri, discussi e approfonditi soprattutto da studiosi impegnati in
ambito interculturale.
S02_M06 538-593.indd 583
02/03/