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L’avventura
L’
avventura
è da sempre uno dei temi fondamentali
della letteratura mondiale, tanto che, in un certo
qual modo, qualsiasi romanzo – persino
I promes-
si sposi
– può essere considerato una narrazione
di avventure. Comunemente, però, con il termine
“romanzo d’avventura” si indica un’opera che si in-
centra specificamente su tale elemento e che, spe-
cialmente con il Novecento, ha trovato particolare
diffusione nell’ambito della letteratura di evasione.
Lo
schema
tipico della narrazione d’avventura è
molto semplice: un
evento imprevisto
complica la
situazione narrativa iniziale e dà inizio a una
serie
di vicende
in cui il protagonista (o, più raramen-
te, la protagonista) affronta pericoli di ogni tipo,
dimostrando le proprie doti di coraggio, abilità,
sprezzo del pericolo, forza… Le
peripezie
costitui-
scono quindi la parte più importante della storia,
che si conclude di solito con il
trionfo dell’eroe
:
un trionfo che può essere definitivo ma anche par-
ziale, in modo da lasciare aperta la possibilità di
nuove avventure.
Occorre subito precisare che il protagonista dei
racconti d’avventura, pur essendo sempre un per-
sonaggio coraggioso e capace di destreggiarsi in
ogni situazione, non è necessariamente il prototi-
po dell’eroe-buono, come avviene ad esempio nelle
fiabe. I romanzi di questo genere possono, infatti,
narrare anche le imprese di
pirati
,
avventurieri
e
fuorilegge
, insomma di tipi umani che si pre-
sentano con
caratteristiche negative
rispetto alla
morale comune. Questo perché l’eccezionalità del
loro ruolo nella società apre la possibilità di situa-
zioni inconsuete, imprevedibili, estreme.
La narrativa d’avventura privilegia dunque
i fatti
rispetto a ogni altro elemento e si caratterizza per
il
ritmo
molto rapido del racconto. Naturalmente
esistono molte eccezioni, ma di solito i romanzi
d’avventura prestano scarsa attenzione all’indagine
psicologica dei personaggi o alla riflessione astratta,
e abbondano invece di
eventi
e di
imprevisti
, di
dialoghi
e
descrizioni
(le descrizioni, come vedre-
mo, riguardano soprattutto l’ambiente, per lo più
esotico, in cui si svolgono le gesta dei protagonisti).
La narrazione delle vicende nei romanzi d’avven-
tura si basa su due tecniche fondamentali: il
colpo
di scena
e la
suspense
. L’eroe si trova spesso in
situazioni disperate, apparentemente senza scam-
po, che inducono il lettore a voler sapere “come va
a finire” (
suspense
), finché qualcosa, sorprendente-
mente, interviene a cambiare la situazione (
colpo
di scena
) e a far procedere la vicenda su un nuovo
binario. Il colpo di scena e la suspense sono quindi
due elementi fondamentali e tipici di tutte le storie
d’avventura.
L’avventura nell’antichità
e nel medioevo
Nella nostra tradizione culturale, già l’
Odissea
di
Omero si può considerare un primo esempio di
narrazione avventurosa, poiché racconta le vicen-
de di un eroe (Odisseo/Ulisse) alle prese con viaggi
straordinari, esseri mostruosi, difficoltà incredibi-
li… L’
Odissea
, come tutte le storie antiche, narra con
identica precisione episodi di carattere realistico e
fantastico: Ulisse, infatti, affronta sia nemici reali,
come i Proci, sia creature che sono frutto della fan-
tasia, come Polifemo e le Sirene.
Questa
mescolanza di reale e fantastico
caratterizza
tutta la letteratura delle origini e si ritrova anche nei
romanzi d’avventura scritti in epoca medievale: i
ca-
valieri
della Tavola rotonda o i
guerrieri
delle saghe
nordiche, infatti, devono misurarsi non solo con av-
versari in carne e ossa, ma anche con draghi, maghi
e incantesimi vari. Tuttavia, la letteratura medievale
introduce nella narrazione avventurosa un elemento
che mancava nella tradizione precedente, e cioè l’ap-
Breve storia
e caratteristiche del genere
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