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Il fantasy
In quanto a lui, Aslan, i ragazzi rimasero a guardarlo senza sapere cosa
dire o fare. Chi non è mai stato nel regno di Narnia non può rendersi conto
di come una creatura possa essere buona e terribile allo stesso tempo. Anche
se i tre ragazzi non avevano mai pensato a cose del genere, ora se ne rende-
vano conto perfettamente. Quando tentarono di fissare Aslan, riuscirono a
cogliere per un attimo la visione di una gran criniera dorata e due grandi oc-
chi splendenti dall’espressione grave e solenne, veramente regale. […] Peter
sguainò la spada […] e alzandola in segno di saluto, mormorò: – Aslan, noi
siamo qui per…
– Benvenuto Peter figlio di Adamo – lo interruppe Aslan. – Benvenute Su-
san e Lucy, figlie di Eva
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.
La voce era dolce e profonda e i ragazzi si sentirono in qualche modo ras-
sicurati. Rimasero sereni e tranquilli dov’erano, senza nessun imbarazzo e
senza più chiedersi cosa dire o fare.
– Dov’è il quarto? – domandò il leone.
– È andato con la Strega Bianca. – disse Peter e aggiunse: – È stata anche
un po’ colpa mia, Aslan. Ero in collera con lui e credo che questo lo abbia
spinto a lasciarci.
Aslan non disse nulla né per scusare Peter né per biasimare Edmund.
L’espressione dei suoi occhi non cambiò. Ai ragazzi sembrò giusto che non ci
fosse niente da dire.
– Per favore, Aslan… – mormorò Lucy con grande timidezza. – Non si
potrebbe fare qualcosa per salvare Edmund?
– Si farà tutto il possibile – rispose Aslan. – Ma forse la cosa è più difficile
di quanto credi.
Ci fu un altro silenzio durante il quale Lucy continuò a fissare Aslan, am-
mirandone l’aspetto maestoso e tranquillo. Le parve che nella sua espressione
ci fosse una sfumatura dì tristezza, ma un attimo dopo non era già più così.
Aslan scosse la criniera, alzò una zampa (“Che terribili artigli” pensò Lucy
“tra quei polpastrelli di velluto!”) e si rivolse alle driadi e alle naiadi: – Ora
si prepari la festa. Conducete le due figlie di Eva nella tenda e fate in modo
che riposino.
Quando Susan e Lucy se ne furono andate, Aslan posò la zampa sulla spalla
di Peter (per quanto morbida, era una zampa molto pesante) e disse: – Vieni
con me figlio di Adamo. Ti farò vedere il castello in cui sarai re.
Tenendo in mano la spada sguainata, Peter seguì Aslan lungo il crinale
della collina, a est, dove si apriva una visione stupenda. Il sole tramontava
alle loro spalle: tutto ciò che si stendeva più in basso – la foresta e le colli-
ne, le grandi curve del fiume argenteo che serpeggiava verso la foce e le valli
verdeggianti – appariva immerso nella tenue luce della sera. In lontananza
si vedeva il mare sotto il cielo azzurro dove erano sospese piccole nuvole che
il tramonto colorava di rosa. Ma là, dove il paese di Narnia era lambito
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dal
mare, esattamente alla foce del Grande Fiume, si ergeva qualcosa che sem-
brava una montagna sfolgorante.
Non era una collina di luce, ma un grande castello. Lo scintillio meravi-
glioso era dovuto al riflesso del tramonto che faceva brillare i vetri alle fine-
stre, ma a Peter sembrò ugualmente che il castello fosse una stella splendente
posata in riva al mare.
I personaggi e le simbologie
Le forze del Male
I luoghi
3 figlio di Adamo … figlie di Eva:
in
questo modo Aslan sottolinea
il fatto che i quattro ragazzi, a
differenza degli abitanti di Nar-
nia, sono esseri umani.
4 era lambito:
era bagnato.
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