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Il fantasy
John ronald reuel Tolkien
, nato nel 1892 a Bloemfontein (Sudafrica) da coloni
inglesi e morto nel 1973, è uno scrittore britannico. Laureatosi all’Università di Oxford, com-
batte come volontario nella Prima guerra mondiale e, dopo il congedo, collabora all’
Oxford
English Dictionary
; dal 1925 insegna — prima Filologia anglosassone e poi Lingua Inglese
e Letteratura Medievale — divenendo amico del collega e scrittore C.S. Lewis. Nel 1937
pubblica
Lo Hobbit
, mentre la trilogia del
Signore degli anelli
esce quasi vent’anni dopo e
il
Silmarillion
resta incompiuto. Studioso di lingue e appassionato di miti, Tolkien ha elabo-
rato le proprie opere nell’intento di dare all’Inghilterra una nuova mitologia; pertanto ha
lavorato moltissimo ai loro aspetti linguistici, cercando di ricostruire la semplicità e seve-
rità dell’inglese medievale.
il Signore degli Anelli
è un romanzo in tre volumi (
La compagnia dell’anello
,
Le due
torri
,
Il ritorno del re
), ritenuto il punto più alto raggiunto nella creazione di un universo
fantastico. Ambientata nell’immaginaria e primordiale Terra di Mezzo — in cui si incontrano
tutte le creature tipiche delle fiabe e delle leggende nordiche, ma anche atmosfere ispi-
rate ai poemi epici — la trilogia sviluppa la vicenda della lotta titanica contro un principio
assoluto del Male, una forza corruttrice rappresentata dall’Unico Anello che, in una sorta
di rovesciamento del tema tipico della “ricerca”, non deve essere ritrovato, bensì portato
nell’unico luogo in cui è possibile distruggerlo. Si tratta di un’impresa che può compiere
solo una creatura innocente, pacifica e votata al Bene, un Hobbit come Frodo Baggins. E a
essere narrata è appunto la storia dell’impresa di Frodo.
John ronald reuel Tolkien
nella tana di Shelob
da J.R.R. Tolkien,
Il Signore degli anelli – Le due torri
, trad. di V. Alliata di Villafranca, Rusconi
Frodo Baggins deve raggiungere il monte Fato, nel cui cratere potrà distruggere
l’anello magico (e maledetto) che gli è stato affidato a questo scopo. Ma per rag-
giungere la sua meta, Frodo deve attraversare i monti dove regna Shelob, creatura
malefica in forma di ragno che esiste da sempre. Perso nella sua tana oscura, Frodo
— che è accompagnato dal giardiniere Sam — deve ricorrere a tutto il suo coraggio e
alle armi della magia per sottrarsi alla malvagità della donna-ragno.
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COLLEGAMENTI
>
L’ambientazione, p. 13
>
L’avventura, p. 245
T
rattenendo il fiato s’inoltrarono nell’apertura […] l’atmosfera era immobile,
stagnante, greve, ogni rumore sordo. Sembrava di camminare in un va-
pore nero plasmato nell’oscurità stessa, e alla cecità degli occhi si aggiungeva
ad ogni respiro una più densa nebbia della mente, che offuscava e cancellava
persino il ricordo di luci, forme e colori. La notte era il passato, era il futuro;
non esisteva che essa.
[…] Man mano che salivano, l’aria si faceva sempre più irrespirabile, e so-
vente parve loro di sentire nella cieca oscurità una resistenza più densa del
fetido tanfo. Nell’inerpicarsi sentivano cose che sfioravano loro il capo o le
mani, come lunghi tentacoli o penzolanti escrescenze vegetali: non riuscivano
a distinguere chiaramente. E il lezzo
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diveniva più intenso. A tal punto che
parve loro di non possedere altro che il senso dell’odorato, per poter meglio
essere torturati. Un’ora, due ore, tre ore: quante ne erano trascorse in quel
cieco buco? Ore… Piuttosto giorni o settimane. Sam si allontanò dalla parete
e si accostò a Frodo, e le loro mani incontrandosi si afferrarono, e prosegui-
rono così stretti insieme.
1 lezzo:
puzza.
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