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Giacomo Leopardi
627
A Silvia
Dal testo alla lingua
Vago
Il testo
 In
A Silvia
Leopardi, rievocando il tempo delle speranze giovanili, afferma che la protagoni-
sta era «assai contenta / di quel
vago
avvenir che in mente aveva» (vv. 11-12). Nel testo l’aggettivo «va-
go», volutamente polisemico, assomma in sé il senso di «
indeterminato
», «indistinto» e, al tempo stes-
so,
«bello»
e «desiderabile».
La parola
 «Vago» significa etimologicamente «che vaga», «
errante
» e quindi, per estensione, «insta-
bile» ma soprattutto «
indeterminato
», «
indistinto
». Nel linguaggio corrente, l’aggettivo è usato in genere
con quest’ultimo significato (es.: «Luca ha una vaga somiglianza con quell’attore americano») e in questo
senso è usato anche da Leopardi nella teorizzazione della «poetica del vago e dell’indefinito». Nella lingua
letteraria, tuttavia, «vago» significa spesso anche «
desideroso
»: in questa accezione è usato da Leopar-
di in riferimento alla luna nel
Canto notturno
(«ancor sei vaga / di mirar queste valli?», vv. 7-8). In poesia
spesso l’aggettivo è inoltre sinonimo di «
bello
», «
grazioso
» («mille vaghi odori», Poliziano).
I derivati
 A «vago» nelle sue diverse accezioni si collegano molti termini, tra cui:
– «
vagabondo
» e «vagabondare»;
– il verbo «
divagare
» (e il suo derivato «divagazione»), che significa «allontanarsi dall’argomento» (es.:
«Rispondimi: non divagare!»);
– l’aggettivo «
svagato
», nel senso di «distratto», «disattento»;
– il verbo «
svagarsi
» nel senso di «distrarsi dalla fatica» e quindi «divertirsi», prendersi uno «
svago
», cioè
un «divertente passatempo»;
– «
stravagante
», che significa «che esce dall’uso» e quindi «strano», «bizzarro»;
– «
invaghirsi
», nel senso di «innamorarsi» (ossia «diventare desiderosi» di qualcuno);
– «
vagheggiare
», che equivale a «contemplare in modo compiaciuto» e quindi più propriamente «sogna-
re, immaginare con desiderio» (es.: «Vagheggiavo fama e ricchezza»).
... prova tu
 Prova a sostituire il termine sottolineato con un sinonimo adeguato al contesto.
– Ascoltami quando ti parlo; non essere sempre così svagato!
– Avevo avuto un vago presentimento di quanto poi è accaduto.
– «Vago augelletto [= uccellino] che cantando vai, se sapessi il mio stato, verresti in grembo a questo
sconsolato» (Petrarca).
– Finalmente è estate: ho proprio bisogno di un po’ di svago.
– Il tuo tema è pieno di divagazioni poco pertinenti alla traccia.
– Con quell’abito, Luisa aveva un aspetto davvero stravagante!
– Non ho fatto alcuna promessa precisa; ho preferito tenermi sul vago.
Georg Friedrich Kersting, Donna davanti
allo specchio, particolare, 1827.