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, circondato da scene con gli Amori degli dèi
(5-
6)
. Il mondo classico viene trasformato in uno spet-
tacolo palpitante di vita: l’intonazione dorata della
luce, la ricchezza cromatica e l’eloquente espressi-
vità dei movimenti sottolineano il ruolo della pittu-
ra come “mimesi”: mantenendosi fedele alla natura
l’arte svela quelle verità che vanno oltre l’apparenza.
La composizione è impostata secondo la tecnica
del “quadro riportato”, cioè gli episodi sono nar-
rati all’interno di
cornici dipinte
disposte in modo
scenografico accanto a illusionistiche architetture,
finte sculture e finti medaglioni bronzei. La
verosi-
miglianza
permette alla pittura di essere strumento
persuasivo in cui prende forma l’invenzione poeti-
ca, come nella contemporanea arte del Tasso e del
Marino. L’ardito
scorcio prospettico dell’architettu-
ra
, sorretta da atlanti e ornata da bassorilievi in finto
bronzo e da ignudi, si ispira alla volta della Sistina
di Michelangelo, mentre il sovrapporsi degli episo-
di alla decorazione deriva dalla Loggia di Psiche di
Raffaello. Annibale Carracci accentua però la fin-
zione creando la premessa alle invenzioni barocche.
Palazzo Farnese e le sue collezioni
•
La dea è presentata
con gli attributi dell’arco
da caccia e della
mezzaluna sulla fronte
(lucifera). Diversamente
dal consueto aspetto
Diana appare non già
“superba e schiva” ma
“placida e benigna”.
L’atteggiamento e la
posa esprimono dolcezza
mentre nel volto si
disegna lo stupore per il
meraviglioso omaggio.
•
Il soggetto è ispirato alle
Georgiche
di Virgilio e narra
della dea che viene attratta dal candido splendore del vello
immacolato a lei offerto da Pan che lo ha ricavato da uno
dei suoi armenti: l’immagine è posta a simbolo del trionfo
dell’Amore sugli dèi. L’intera composizione asseconda un
ardito e virtuosistico sviluppo in verticale.
•
La figura, per metà umana e per metà caprina, era già stata sperimentata negli affreschi
di Palazzo Magnani a Bologna: l’immagine proviene dallo studio di incisioni cinquecentesche
e delle sculture antiche della collezione Farnese, sempre tuttavia confrontate in studio con
modelli in carne e ossa, come dimostra il senso di energia impresso alla torsione del busto
e la monumentalità dell’immagine. Pan è accompagnato dai suoi classici attributi: la siringa,
o flauto di Pan, la corona e il bastone ricurvo da pastore.
•
La dea appare nuda, non
ancora rivestita della veste
leggera che si perde nel volo
aereo del dipinto finale: il
corpo è tratteggiato finemente
con velature sottili nelle zone
in ombra, rivelando forme
di armoniosa bellezza.
Come in altri bozzetti,
la posa è studiata dal vero.
5
6
Il Seicento: tra naturalismo e ideale classico
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Tutorial
1
Annibale Carracci,
Pan che
offre il vello a Diana.
Roma,
Galleria di Palazzo Farnese.
2
Annibale Carracci, bozzetto
per la figura di Diana.