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l e t t u r a
d
o p e r a
Palazzo Farnese
e le sue collezioni
La prima pietra di Palazzo Farnese,
la più gran-
diosa
tra le dimore romane del Rinascimento, fu
posta nel
1514
per volontà di Alessandro Farne-
se che diede l’incarico del progetto ad Antonio
da Sangallo il Giovane (Firenze, 1483 - Roma,
1546). Alessandro Farnese proveniva dall’omoni-
mo borgo del Lazio e non apparteneva all’aristo-
crazia. Dopo gli anni di una gioventù scapestrata,
entrò nella Chiesa e in breve bruciò una carrie-
ra che lo condusse a diventare prima cardinale, e
nel 1534 papa con il nome di Paolo III. Nel frat-
tempo il potere economico suo e della sua fami-
glia era cresciuto enormemente grazie alla sua fine
abilità diplomatica. Quando fu eletto papa, Paolo
III comprese quanto importante fosse valorizza-
re il
patrimonio archeologico di Roma
, così che,
durante il suo pontificato, gli scavi proseguirono
alacremente.
Palazzo Farnese
, soprannominato il “Dado” per
la sua
forma regolare
(1)
, si affacciava sull’attua-
le piazza, mentre la Galleria che, tra il 1597 e il
1608 verrà affrescata da Annibale Carracci, era
prospiciente l’ansa del Tevere, un punto di Ro-
ma nel quale le famiglie emergenti ambivano ave-
re la propria dimora. Nel
1547 Michelangelo
su-
bentrò ad Antonio da Sangallo e nel progetto del
palazzo dimostrò, ancora una volta, il suo ecce-
zionale talento da autodidatta. Di questa costru-
zione, a Michelangelo spettano il portale maggio-
re, il cornicione, parte del grande cortile interno e
del piano nobile. Il suo intervento si distinse per
il rigore, in perfetta armonia con il generale sen-
so di grandezza già messo in atto da Antonio da
Sangallo. Ne sortì un effetto grandioso e potente,
che cogliamo meglio se osserviamo l’edificio da
un’angolatura prospettica che abbraccia gli spi-
goli e i fianchi. Il senso di potenza che contrad-
distingue la struttura estranea del Dado Farnese
non diminuisce nemmeno all’interno nei corridoi
e negli androni d’accesso, mentre la
Galleria
, rit-
mata dalle nicchie nelle quali sono incastonate al-
cune sculture classiche della collezione farnesia-
na, è di dimensioni più contenute.
Le collezioni di arte e di antichità
L’età di Paolo III fu contraddistinta da una certa
calma sul piano politico, che seguiva i tempi ca-
tastrofici del Sacco di Roma (1527). Le
collezioni
d’arte e di antichità
farnesiane trovavano la loro
ragion d’essere anche nel programma di pacifica-
zione voluto dal papa.
La sua passione collezionistica venne ereditata
dai discendenti, specialmente il “gran cardina-
le” Alessandro, che fu il committente di Anni-
bale Carracci.
Proprio all’età di Paolo III risalgono alcuni tra i
più importanti ritrovamenti archeologici di Roma.
Nel
1546
furono sterrate nelle Terme di Caracalla
ch i av i
d i
l e t t ura
Palazzo Farnese è uno
straordinario esempio di
“complesso di arti” cre-
ato nel tempo da un’im-
portante casata romana:
architettura, pittura, scul-
tura sono gli elementi che
esprimevano una viva at-
trattiva sia per i Farnese sia
per chi poteva frequentare
il palazzo.
Nella decorazione pit-
torica del palazzo, la mi-
tologia classica diventa
repertorio di storie emble-
matiche che vengono scel-
te e radunate in cicli, sul-
la base delle varie allegorie
celebrate.
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Veduta esterna di Palazzo
Farnese a Roma.
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