I poemi omerici
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TÉ” tjèr sfwe qe≠n êridi xunÅhke mÄcesqai
;
Lhto¨” ka§ Di•” u±Ñ”
6
: ≤ g°r basilü
i
7
colwqe§”
10
no¨son ñn° strat•n ¬rse kakÇn, ölÅkonto d¢ laoÉ,
oåneka t•n CrÖshn òtÉmasen ñrhtüra
jAtre∆dh”: ≤ g°r ælqe qo°” óp§ nüa” jAcai≠n
lusÑmenÑ” te qÖgatra fÅrwn tj ñpereÉsij èpoina,
stÅmmatj êcwn ón cers§n ØkhbÑlou jApÑllwno”
15
crusÅÕ ñn° skÇptrÕ, ka§ lÉsseto pÄnta” jAcaioÖ”,
jAtre∆da d¢ mÄlista dÖw, kosmÇtore la≠n:
“
jAtre∆dai te ka§ èlloi ó
u
knÇmide” jAcaioÉ,
≥m™n m¢n qeo§ do™en jOlÖmpia dÜmatj êconte”
ókpÅrsai PriÄmoio pÑlin, e¡ dj oíkadj ±kÅsqai:
20
pa™da dj ómo§ lÖsaite fÉlhn, t° dj èpoina dÅcesqai,
ÆzÑmenoi Di•” u±•n ØkhbÑlon jApÑllwna.
”
[Enqj èlloi m¢n pÄnte” ópeufÇmhsan jAcaio§
aôde™sqaÉ qj ±erüa ka§ ñgla° dÅcqai èpoina:
ñllj oõk jAtre∆dà jAgamÅmnoni ândane qumÒ,
25
ñll° kak≠” ñfÉei,
krater
•n dj óp§ m¨qon êtelle:
6.
Apollo, che era il dio delle pestilenze e contemporaneamente anche il
divino guaritore.
7.
basilü
i
: anche questo termine, come
ènax
, espri-
me un aspetto dell’idea di regalità; tuttavia con
basileÖ©
i poemi ome-
rici indicano non solo Agamennone, ma tutti i capi dei clan che forma-
Ma chi fra gli dèi li fece lottare in contesa?
Il figlio di Zeus e Latona
6
; egli,
irato
col re
7
,
10
mala peste fe’ nascer nel campo, la gente moriva,
perché Crise l’Atride trattò malamente,
il sacerdote; costui venne alle navi rapide degli Achei
per liberare la figlia, con riscatto infinito,
avendo tra mano le bende d’Apollo che lungi saetta,
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intorno allo scettro d’oro, e pregava tutti gli Achei
ma sopra tutto i due Atridi, ordinatori d’eserciti:
“Atridi, e voi tutti, Achei schinieri robusti,
a voi diano gli dèi, che hanno le case d’Olimpo,
d’abbattere la città di Priamo, di ben tornare in patria;
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e voi liberate la mia creatura, accettate il riscatto,
venerando il figlio di Zeus, Apollo che lungi saetta”.
Allora gli altri Achei tutti acclamarono,
fosse onorato quel sacerdote, accolto quel ricco riscatto.
Ma non piaceva in cuore al figlio d’Atreo, Agamennone,
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e lo cacciò malamente, aggiunse comando brutale:
L’
Iliade
nasce come canto di una
müni”
, cioè dell’«ira» nu-
trita da Achille nei confronti di Agamennone. La possibi-
lità di ancorare a tale sentimento un poema così lungo è
insita nel senso stesso della parola: la parola
müni”
, infatti,
ha la radice (
men
) di parole come
mÅno”
(che indica la
«forza», il «principio vitale») e, in latino,
moneo
(«ammo-
nisco», «faccio rammentare») e
reminiscor
(«ricordo»),
e dunque allude a un sentimento profondo, radicato
nell’animo e ponderato nei suoi effetti. Diverso è il caso
del
cÑlo”
, ossia della «collera» che ad esempio Apollo nu-
tre nei confronti di Agamennone, per l’affronto recato al
proprio sacerdote Crise: il
cÑlo”
è il sentimento che nasce
dalla
colÇ
, dalla «bile», e perciò incarna un’avversione
viscerale – “di pancia”, potremmo dire – verso una perso-
na. Sfumature ancora diverse, infine, assume l’
örgÇ
, pa-
rola che più facilmente viene impiegata per indicare l’ira
montata, lo scoppio di una collera repentina: è indicativo,
da questo punto di vista, che il verbo
örgÄw
(corradicale
di
örgÇ
) significhi anzitutto «sono gonfio» – e poi «sono
rigoglioso», come pure «sono pieno di ardore» – e dun-
que possa passare per traslato a indicare lo stato di chi è
“gonfio d’ira”.
il vocabolario
dei greci