I poemi omerici
54
Temi e percorsi
La sorte, il volere degli dèi e il destino degli uomini
Nei poemi omerici il corso degli eventi appare sospeso tra fatalismo e volontarismo, ossia fra il compi-
mento di un destino inesorabile, già determinato, e la realizzazione dei progetti personali degli uomini,
come pure degli dèi. Gli dèi, in particolare, paiono spesso come i maggiori artefici della rovina (
T1
, p. 55)
o della salvezza (
T16
, p. 117) dei mortali, che possono essere spinti sino ad azioni estreme e al limite del
sacrilego (
T5
, p. 69).
Ma gli stessi dèi, del resto, sono ben consapevoli di un “ordine” che deve essere rispettato, al di là di ogni
tentativo di forzatura (
T9
, p. 87): un ordine delle cose e degli avvenimenti già delineato per il futuro, tanto
da poter essere predetto (
T21
, p. 144) e prefigurato nei sogni degli uomini (
T26
, p. 159).
I sentimenti e i doveri della famiglia
Gli affetti e i sentimenti, in Omero, sono condizionati in modo profondo e complesso da ragioni e fattori
sociali. L’amore e la fedeltà di una moglie per il marito (
T7
, p. 76, e
T27
, p. 161), l’affetto per amici e
compagni di vita (
T8
, p. 84), il compianto per la scomparsa di una persona cara (
T14
, p. 108) si mischiano
al senso del dovere, alla difesa dell’onore famigliare e personale, alla celebrazione della gloria pubblica: si
tratta di vincoli sociali che possono condizionare persino le rivalità fra nemici (
T6
, p. 72), o del rispetto di
gerarchie superiori che portano a sacrificare il proprio sentimento (
T17
, p. 122).
Un sentimento che, nei suoi aspetti più teneri e incondizionati, appare emblematicamente espresso nei
soli animali (
T24
, p. 153).
Il nemico, il mostro e lo sconosciuto
La rappresentazione di ciò che è “diverso”, nei poemi omerici, assume forme variegate. Il diverso è, an-
zitutto in contesti bellici, il nemico, l’avversario contro cui combattere (
T4
, p. 66,
T10
, p. 91, e
T13
, p.
101), l’ostacolo da affrontare e superare (
T25
, p. 154); un ostacolo che, però, può anche assumere forme
mostruose (
T19
, p. 129, e
T23
, p. 151), o seducenti (
T20
, p. 135).
Le forme dell’ostilità, in ogni caso, sono complesse, e si manifestano anche secondo i livelli sociali (
T3
,
p. 64) e le esigenze di affermazione e difesa della propria reputazione (
T2
, p. 58, e
T12
, p. 98): para-
metri che, tuttavia, possono talora essere sacrificati a esigenze affettive e al rispetto dell’uomo in quanto
tale (
T15
, p. 114). Sotto questa luce, anzi, e privata degli elementi di pericolosità e negatività, la figura
dell’estraneo può assumere anche un fascino e una capacità attrattiva eccezionali (
T18
, p. 125).
La società omerica
La poesia di Omero apre, in certi casi, squarci vividi e molto realistici sulla vita e sul mondo arcaico greco
(sempre filtrato e in parte distorto dalla rappresentazione narrativa del passato “eroico”): scene che do-
cumentano aspetti di vita vissuta, rapporti di forza e di subordinazione sociale, forme di esternazione e
di contenimento dei sentimenti. Il tutto, calato in ambientazioni in cui la guerra, la contesa, la lotta per la
propria affermazione (o sopravvivenza) portano spesso all’esasperazione degli stati d’animo, e in un certo
senso alla loro assolutizzazione.
Cfr.
T3
(p. 64),
T6
(p. 72),
T7
(p. 76),
T8
(p. 84),
T9
(p. 87),
T11
(p. 94),
T14
(p. 108),
T15
(p. 114),
T25
(p. 154),
T26
(p. 159).
Le occasioni e i riti della poesia
Il canto e la poesia, nel mondo omerico, rappresentano soprattutto una forma di intrattenimento comu-
nitario e spesso prevedono situazioni ufficiali di esecuzione. Alla poesia è riconosciuta una forte valenza
edonistica, dovuta anzitutto alla componente fascinatoria e quasi magica della parola cantata, capace di
coinvolgere e attrarre l’uditore (
T22
, p. 149). Del resto la poesia – soprattutto quella epica – non è priva
di funzioni culturali, e anzi rappresenta lo strumento principale per la trasmissione e la conservazione dei
saperi e dei valori condivisi dalla società (
T11
, p. 94).
1
2
3
4
5