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Una volta individuato il gruppo di coloro che hanno subito prepotenze è utile ap-
profondire ulteriormente alcuni aspetti relativi alle prepotenze subite. Possiamo, per
esempio, immaginare che una parte di tali studenti possa aver raccontato a qualcuno i
fatti che ha subito (nell’indagine vera e propria sono stati considerati altri aspetti che
qui non riportiamo). Si tratta allora di isolare, nell’ambito di coloro che hanno subito
atti di bullismo, il sottoinsieme di quelli che hanno raccontato a qualcuno cosa è loro
accaduto. Questo significa creare una struttura di sottoinsieme, che chiamiamo “rac-
contato”, e questo sottoinsieme avrà un attributo chiamato “a chi è stato raccontato”.
Nello schema E/R disegniamo un rettangolo collegato con una freccia che va verso
l’entità “ha subito”.
Si noti come la gerarchia di generalizzazione e il sottoinsieme sono utilizzati per due
diverse finalità. Nel caso delle prepotenze si è deciso di indagare gli aspetti relativi sia
a coloro che le hanno subite sia agli studenti che non le hanno subite. La
gerarchia di
generalizzazione
permette di documentare il ruolo di ogni entità figlia, attraverso una
serie specifica di attributi a essa dedicati. Invece, nel caso dell’entità “ha subito” si è scelta
la struttura del sottoinsieme, perché si è voluto approfondire un aspetto particolare che
riguarda solo quegli studenti che hanno avuto il coraggio di raccontare a qualcuno gli
episodi di bullismo che hanno subito. In tal caso si è ritenuto interessante capire quale è
la persona di fiducia a cui la vittima si rivolge, mentre non risulta di particolare interesse
la classe delle vittime che non racconta a nessuno le prepotenze subite.
Si noti che il grado di dettaglio che si può raggiungere è praticamente illimitato e spetta
al ricercatore decidere fino a che punto spingersi avanti nell’approfondire la ricerca.
Inoltre, bisogna precisare che nella pratica non capita mai che la prima stesura sia quella
definitiva. Infatti, la costruzione dello schema E/R va vista come un processo dinamico
che viene elaborato, modificato e aggiustato più volte, fino a raggiungere una soluzione
finale che si ritiene accettabile ai fini dell’indagine.
Lo schema completo relativo all’indagine sul bullismo è molto più complesso, perché
contiene altre entità e, soprattutto, include molti più attributi, ma per semplicità e
brevità ci fermiamo qui.
Come si evince dall’esempio precedente, la costruzione dello schema E/R è il risultato
di un percorso logico e rappresenta uno schema visivo che il ricercatore utilizza per
conservare il cammino sviluppato.
2.3 L’albero delle aree
Sempre nella prima fase della costruzione del questionario (quindi prima ancora della
fase di redazione del questionario) bisogna costruire l’
albero delle aree
. Si tratta di una
rappresentazione intermedia fra lo schema E/R e il questionario vero e proprio che ha
lo scopo di mettere in evidenza le parti omogenee del questionario al fine di orientare
l’impostazione delle domande.
L’albero delle aree serve per individuare il
percorso di compilazione del questionario
.
Infatti, ogni area sarà compilata indipendentemente da come saranno compilate le altre
aree dello stesso livello. Invece, le sottoaree saranno compilate a seconda della risposta
data a uno specifico quesito compreso nell’area gerarchicamente superiore. Nel nostro
esempio, riportato nella fugura sottostante, la sottoarea relativa a coloro che hanno subito
prepotenze verrà compilata solo da coloro che avranno risposto sì a una domanda del tipo
“hai mai subito prepotenze?”. Non sarà invece compilata da coloro che avranno rispo-
sto no alla stessa domanda, i quali verranno indirizzati verso l’altra area appositamente
Lessico
Lessico
Gerarchia di genera-
lizzazione
Legame lo-
gico che esiste tra classi
e sottoclassi. Un’entità
padre
,
E
, costituisce la
generalizzazione di più
unità
figlie
E
1
,
E
2
, …,
E
n
che ne costituisco-
no le specializzazioni
o i sottotipi. In linea di
massima le generaliz-
zazioni sono strumenti
utilizzati per evidenzia-
re le dipendenze tra le
informazioni esistenti
nella realtà.
Sottoinsieme
Si in-
tende un
insieme
che
è contenuto in un altro
insieme al quale si ri-
ferisce; si può dire che
l’insieme
B
è un sot-
toinsieme di
A
se tutti
gli
elementi
contenuti
in
B
sono anche conte-
nuti in
A
.
Nel caso in cui tutti gli
elementi di
A
appar-
tengano anche a
B
si
parla di sottoinsieme
improprio (vale a dire
che ogni insieme è un
sottoinsieme improprio
di se stesso). Si parla al-
trimenti di sottoinsie-
me proprio se almeno
un elemento di
A
non
è compreso nell’insie-
me
B
.
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