Cominciamo a considerare i suicidi – questo è il suggerimento di Durkheim – non co-
me una serie di avvenimenti privati, senza nessuna connessione gli uni rispetto agli altri,
ma come eventi accaduti in una stessa società e in una precisa unità di tempo. Quali
conclusioni ci è dato di raggiungere? In primo luogo, ci renderemo conto che non si
tratta di una mera somma di eventi tragici individuali. Capiremo di essere in presenza
di un fatto nuovo, scoprendo che «ogni società, in ogni momento della sua storia, ha
una caratteristica attitudine al suicidio». Tale tendenza, a giudizio del nostro autore,
non può essere spiegata né con il ricorso a cause psichiche né con quello all’ambiente
fisico circostante. Essa rappresenta a tutti gli effetti un
atto di ribellione contro la so-
cietà
, dove il singolo sottrae se stesso al gruppo e si rifiuta di ricoprire la funzione che
gli è propria in seno al più ampio contesto nel quale è collocato.
Il carattere divino della società
In un’opera della tarda maturità,
Le forme elementari
della vita religiosa
(1912), Durkheim modifica in parte la propria posizione ponendo
l’accento sulla funzione coesiva non più della divisione del lavoro, ma della
religione
.
A prescindere dai singoli credo e dai personali orientamenti in materia di fede, tutte le
religioni presentano elementi comuni, tanto quelle dei popoli primitivi quanto quelle
più evolute. Ognuna di esse ruota intorno al sacro, contrapposto al profano. Il sacro è
ciò che implica separazione, perché non tutti vi hanno accesso. Si pensi alle funzioni
religiose, che si celebrano in luoghi appropriati e vengono amministrate da personale
Cinema
e letteratura
Full Metal Jacket
Il suicidio
Quando Palla di lardo com-
prende che il suo uniformarsi ai voleri
del sergente lo porterà dritto al fronte,
compie l’estremo atto di ribellione del
suicidio. Il suo è un clamoroso gesto di
rifiuto nei confronti di una società che lo
Il film
La pellicola, diretta da Stanley Ku-
brick, si ispira al romanzo di Gustav Ha-
sford
Nato per uccidere
(1979), nel quale si
critica duramente l’intervento americano
in Vietnam. Kubrick ci mostra la vicenda
di un gruppo di reclute sino al loro invio
sul fronte, dove prenderanno coscienza
dell’assurda realtà della guerra.
L’alienazione delle reclute
Il compito del
sadico sergente Hartman è di trasformare
dei ragazzi normali in perfette macchine
da guerra. Egli vuole creare degli automi
che non devono distinguersi dal grup-
po e infligge dure e continue punizioni
a
Palla di lardo
, l’unico tra le reclute che
percepisce l’inutilità di un simile adde-
stramento e della guerra. Questi alla fine
diventa un soldato esemplare, che esegue
gli ordini inmaniera ineccepibile, al costo
però della progressiva perdita del proprio
equilibrio mentale.
spinge verso la guerra. Il marine suicida
può essere equiparato – seguendo le te-
orie di Durkheim – a colui che si toglie la
vita perché non accetta di ricoprire la fun-
zione che gli è stata assegnata all’interno
del più ampio contesto in cui è collocato.
Titolo originale:
Full Metal Jacket
Regia:
Stanley Kubrick
USA, 1987, 116’, colore
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