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Il secondo Novecento
to della percezione non sono gli oggetti, ma solo dei
contenuti sensibili
: i cosiddetti “dati
sensoriali”, per esempio le forme, i colori, le relazioni spaziali.
Quando si osserva qualcosa, per esempio un libro su uno scaffale, non si percepisce subito
l’oggetto: si percepisce solo un insieme di sensazioni legate all’oggetto, per esempio un co-
lore che ha una determinata forma e dimensione e che sta in una certa relazione spaziale
con altri colori. Solo successivamente, sulla base di questi dati sensoriali, viene inferita l’esi-
stenza degli oggetti; così stabiliamo, per esempio, che una forma di un certo colore e di-
mensione è la copertina di un libro.
Tuttavia, questi
dati sensoriali
devono essere distinti dalle “sensazioni” soggettive: essi non
sono le sensazioni, ma sono l’
oggetto delle sensazioni
; non sono “il vedere”, ma “ciò che
è veduto”. Dunque, il contenuto della percezione consiste nei dati sensoriali stessi: essi so-
no distinti dalla coscienza che li percepisce. Così, Moore conserva un atteggiamento critico
verso la riduzione del mondo esterno alla coscienza fatta dall’idealismo.
PER SInTETIZZARE
• Che cosa afferma il realismo concettuale sostenuto da Moore contro gli idealisti inglesi?
• Come vengono considerate da Moore le convinzioni radicate nel senso comune? Le ritiene
vere o sostiene che siano illusorie?
Il contenuto della
percezione
Maurizio Nannucci,
Bianco e rosso
, 1970. Rovereto, Mart.
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