la meccanica newtoniana
Le intuizioni galileiane relative alla fondazione del
canone metodologico di indagine della natura che
oggi chiamiamo metodo scientifico non emersero
dal nulla: molti e importanti sono stati i precursori
che avevano preparato il terreno. Tuttavia, se l’opi-
nione che attribuisce a Galilei la fondazione di tale
metodo è tanto diffusa da non aver mai conosciuto,
in pratica, negatori, ciò vuol dire che fin dall’inizio la
sua opera si presentò come radicalmente nuova, an-
che rispetto a quella dei precursori stessi, compresi i
più vicini e affini, come Copernico, Brahe e Keplero.
Ci si potrebbe chiedere, però, perché solo con Galilei
si giunse a una svolta che i fatti avrebbero dimostra-
to irreversibile e se tra i princìpi metodologici intro-
dotti da Galilei ve ne fosse uno veramente decisivo
ed esclusivo.
Da un certo punto di vista, la domanda può esse-
re fuorviante. In un certo senso, infatti, è proprio
l’unione di tutti quegli elementi in un unico sistema
(nel quale, peraltro, quegli stessi elementi vengono
ad assumere un significato almeno in parte diverso
da quello che a essi veniva attribuito in precedenza)
ciò che differenziò Galilei dai suoi predecessori.
Così, ad esempio, il
richiamo all’osservazione
non ebbe in Galilei più nulla del generico e casuale
accumulo di dati eterogenei, essendo essa finalizzata
alla costruzione di ipotesi atte a spiegare l’accadere
di fatti precisi ed espresse in linguaggio matematico.
L’
uso della matematica
, a sua volta, non fu più
considerato fine a se stesso, dovendo essere finaliz-
zato alla formulazione esatta di una teoria da sotto-
porsi al controllo empirico.
L’
esperimento
, infine, non fu più un generico “pro-
vare”, ma assunse il preciso significato di mettere alla
prova un’ipotesi teorica attraverso la creazione di op-
portune condizioni artificialmente semplificate.
La problematica che stiamo affrontando ha impe-
gnato pensatori di diversa estrazione culturale, che
hanno esposto tesi spesso contrapposte, fino ai gior-
ni nostri. D’altra parte una comprensione della ge-
nesi del sapere scientifico prodotto in passato costi-
tuisce un’indispensabile premessa per la compren-
sione della scienza contemporanea e futura.
I due passi che seguono, nei quali sono proposte in
estrema sintesi due ipotesi contrapposte, sono un
esempio di tale riflessione e intendono stimolare un
ripensamento personale del problema.
Una nuova visione dell’uomo e della civiltà
“
Stando così le cose, sorge spontanea la domanda: ma
allora, che peso ha avuto Galileo nella storia del pensie-
ro filosofico? Una prima, ovvia, risposta si ricava dalla
semplice riflessione sull’enorme peso che ha avuto ed ha
la scienza per la cultura moderna, e quindi anche per il
pensiero filosofico che dibatte i problemi di fondo di questa
cultura. Perché la nascita della scienza moderna è inscin-
dibilmente legata al nome di Galileo, va da sé che questi
occupi una posizione importantissima sia nella storia del
pensiero filosofico sia in quella del pensiero scientifico.
Vi è però un altro motivo per cui a Galileo va riconosciuto
un peso determinante nello sviluppo del pensiero filosofico.
Esso va cercato in quell’altissima fiducia nella ragione, che
prorompe da tutte le sue opere, dalle sue polemiche, dal suo
stesso programma culturale.
I motivi di una svolta
culturale
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