X
P R E S E N TA Z I ON E
sviluppare competenze attraverso la simulazione concreta della realtà professionale
VOLUME
•
Si articola nelle seguenti
Parti
:
– Pianificare il cantiere in sicurezza
– Gestire il cantiere in sicurezza
– Lavorare nel cantiere in sicurezza
– I costi del cantiere in sicurezza
– La qualità del cantiere in sicurezza
•
Ogni Parte si divide in
Moduli
articolati in
Lezioni brevi
, quasi sempre di 2-4 pagine.
•
Le Lezioni sono intercalate da
esempi commentati
dei documenti che servono in
cantiere (
Il documento – Che cos’è e come si compila
),
con
rimando al numero d’ordine
dei documenti da compilare presenti nel Quaderno.
•
A fine Modulo
autovalutazione
con
test
disponibili anche in modalità interattiva sia in
italiano che in inglese
(verso il CLIL).
MODULO 6
I Dispositivi di Protezione Collettiva
174
lezione
PARTE II
Gestire il cantiere in sicurezza
175
I ponteggi autosollevanti
I
ponteggi autosollevanti
sono sistemi abbastanza diffusi
(dagli anni ’80) che permettono di comporre un comples-
so di elevatori, piattaforme di lavoro e di percorsi in quota.
I ponteggi autosollevanti sono sostenuti da telai metallici
ancorati a una struttura solida (ad esempio un edificio esi-
stente) in modo puntiforme ma lungo tutto il loro svilup-
po; si suddividono in due grandi categorie:
– piattaforme installate su telaio
(o
monocolonna
), cioè
con un solo montante lungo il quale si muove vertical-
mente il ponteggio.
– ponteggi
autosollevanti a due montanti
(o
bicolonna
),
che si muovono verticalmente, ancorati a due guide o co-
lonne di struttura reticolare o con funzionamento telesco-
pico (
figura 1
);
A livello normativo non sono considerati veri e propri
ponteggi, bensì “macchine” (UNI EN 1495) e la formazio-
ne prevista per gli addetti che utilizzano queste attrezzatu-
re è quella prevista dall’art. 71 del D.Lgs. 81/08, a cura del
datore di lavoro.
Dato il costo di queste apparecchiature è sempre consiglia-
bile che la loro installazione e manutenzione sia effettua-
ta da personale realmente esperto e sotto la sorveglianza
di un preposto (art. 123 del D.Lgs. 81/08). In genere chi
produce o noleggia i ponteggi autosollevanti è anche in
grado di fornire personale tecnico specializzato per il loro
montaggio.
I ponteggi movibili
I
ponteggi movibili
(definiti anche “
ponti a torre su
ruote
” o “
trabattelli
”) sono ponteggi realizzati con una
struttura metallica (detta “castello”) che può raggiunge-
re anche i 15 metri di altezza e può essere suddivisa in
impalcati intermedi a diverse altezze (
figura 2
). L’utilizzo
dei ponteggi movibili è molto frequente quando la quo-
ta da raggiungere e la durata dei lavori non renderebbero
conveniente il montaggio di un vero e proprio ponteggio,
tuttavia deve essere limitato a lavori di breve entità (im-
biancature, piccole manutenzioni, ecc.) perché la stabilità
dei trabattelli non è assicurata contemporaneamente alla
mobilità.
I ponteggimovibili (art. 140del D.Lgs. 81/08) devono avere
base ampia
in modo da resistere al rischio di ribaltamento
dovuto ai carichi e alle oscillazioni per spostamenti o a
colpi di vento. Non occorre redigere il PiMUS, in quanto il
Ministero del Lavoro considera in questo caso sufficiente
“il riferimento al rispetto delle istruzioni obbligatorie
fornite dal fabbricante, eventualmente completate nel
POS da informazioni relative alla specifica realizzazione”
(Circolare n. 30 del 3 novembre 2006). Il Libretto illustra,
infatti, le modalità corrette per l’allestimento e l’utilizzo
del ponteggio su ruote e riporta i controlli periodici da
effettuare sui singoli elementi costituenti; inoltre, nel
Libretto sono indicati i rischi connessi all’uso e le misure
di prevenzione e i DPI da adottare.
I ponti su ruote in commercio sono fra loro simili, in
acciaio
o in
alluminio
, e come i ponteggi fissi a torre
possono avere impalcati in
legno
o in
metallo
. Il loro
montaggio, soprattutto quando i piani di lavoro si trovano
ad
altezza > 2 m
, richiede procedure in sicurezza e l’uso
di
DPI anticaduta
.
I ponti su ruote
devono essere ancorati
alla costruzione
almeno ogni 2 piani; è ammessa una deroga a tale obbligo
per i ponti su ruote a torre conformi all’
Allegato XXIII
,
cioè (solo per ponti comunque marcati CE) se:
a) il ponte su ruote a torre è costruito conformemente alla
norma tecnica
UNI EN 1004
“Torri mobili di accesso e di
lavoro costituite da elementi prefabbricati”
(si noti che se
il piano di calpestio è < 2,5 m o > 12 m all’interno degli
edifici oppure se il ponte è > 8 m all’esterno, la norma
UNI EN 1004 non è applicabile);
b) il costruttore ha fornito una
certificazione delle prove
di rigidezza
, di cui all’appendice A della norma UNI EN
1004, emessa da un laboratorio ufficialmente riconosciuto
dal proprio Paese;
c) all’interno (cioè in assenza di vento) l’altezza del ponte
su ruote è
< 12 m
oppure, all’esterno, l’altezza del ponte
è
< 8 m
(i ponti su ruote utilizzati all’esterno degli edifici
devono comunque, ove possibile, essere fissati all’edificio
o altra struttura).
Le principali regole per l’utilizzo di un ponteggio movibile
sono riassumibili
in:
– non superare le
altezze massime
previste dal Libret-
to di istruzioni o
dalla targa posta
sul ponte stesso,
senza l’aggiunta di
sovrastrutture (co-
me ponti su caval-
letti, scale, ecc.);
– verificare la
verti-
calità
dei montanti
del ponte tramite
livella o pendolino;
5
I ponteggI autosollevantI,
movIbIlI e su cavallettI
Figura 1
Ponteggio
autosollevante
bicolonna.
– realizzare adeguati
ancoraggi
a parti stabili almeno ogni
due piani del castello (massimo 3,6 m); quando ciò non è
possibile occorre realizzare opportuni controventamenti,
come previsto nel Libretto d’uso;
– quando si effettuano lavori a un’altezza da terra maggio-
re di 2 m occorre dotare il ponte di
parapetti
, completi di
tavola fermapiede, su tutti e quattro i lati;
– il
piano di scorrimento
delle ruote deve essere livella-
to e il carico del ponte sul terreno deve essere opportuna-
mente ripartito;
– le
ruote
del ponte, in opera, devono essere saldamente
bloccate ed è comunque consigliabile predisporre dei cu-
nei che ne impediscano il movimento;
– il ponte
non deve essere spostato
quando su di esso si
trovano lavoratori o sovraccarichi;
– come per i ponteggi, la
salita
e la
discesa
dai piani di
lavoro deve avvenire solo dall’interno della struttura e mai
dall’esterno;
– occorre assicurarsi di avere una
base ampia di appog-
gio
in rapporto all’altezza in modo da resistere, con largo
margine di sicurezza, ai carichi e alle oscillazioni durante
gli spostamenti, per il vento o piccoli ostacoli imprevisti:
fino a 7,5 m di altezza il lato minore delle basi deve essere
un quarto dell’altezza, per altezze oltre i 7,5 m e fino a 15
m il lato minore della base deve essere almeno un terzo
dell’altezza.
I ponteggi su cavalletti
I
ponteggi su cavalletti
sono costituiti da impalcati
realizzati con tavoloni in legno appoggiati su telai in
ferro, detti “
cavalle
” o “
cavalletti
” (
figura 3
). Questo tipo
di supporto (a meno che non venga aggiunto un idoneo
parapetto) può essere usato solo per lavori al suolo o
all’interno di edifici e per altezze inferiori ai 2 metri.
La larghezza dell’impalcato non può essere minore di 90
cm e le tavole che lo costituiscono devono essere fissate ai
cavalletti d’appoggio, essere bene accostate tra loro e non
presentare parti a sbalzo superiori a 20 cm.
La distanza massima tra due cavalletti in ferro consecutivi
può essere di 3,6 m solo usando tavole lunghe 4 metri
(con sezione trasversale di 30
×
5 cm); quando le tavole
hanno dimensioni trasversali minori devono appoggiare
su tre cavalletti.
I ponteggi su cavalletti non possono essere montati sugli
impalcati dei ponteggi esterni né sui balconi, non si
possono sovrapporre tra loro né è possibile utilizzare le
scale a pioli come montante (
figura 4
).
Figura 2
Esempio di trabattello.
Figura 3
Esempio di ponteggio su cavalletti.
Figura 4 IMPARA DAGLI ERRORI
Esempio di “ponteggio mobile”
pericoloso, realizzato con due scale e un asse in legno da casseratura;
nessuno dei componenti utilizzati è idoneo a sostenere persone.
max. 4,00 m
max. 2,00 m
max. 3,60 m
min. 0,90 m
0,20
tavole da 5 cm
0,20
176
lezione
PARTE II
Gestire il cantiere in sicurezza
177
MODULO 6
I Dispositivi di Protezione Collettiva
Le
scale
rappresentano uno degli elementi essenziali per il
collegamento in sicurezza dei vari livelli di cantiere, siano
esse autonome oppure inserite in altre strutture (ponteg-
gi, attrezzature, ecc.). In quanto mezzi posti in un luogo
di lavoro, le scale vengono attentamente disciplinate dal
D.Lgs. 81/08, art. 113
, che le distingue in:
– fisse a gradini;
– a pioli (di altezza > 5 metri);
– mobili o portatili.
Le loro dimensioni, proporzioni e stabilità devono esse-
re accuratamente progettate (o certificate nel caso delle
scale portatili) al fine di garantire la massima sicurezza
ai lavoratori.
Le scale fisse
In cantiere sono
scale fisse
soprattutto quelle realizzate in
fase di costruzione dell’edificio che, adeguatamente pro-
tette con balaustre provvisorie in ferro o in legno, consen-
tono ai lavoratori di muoversi in sicurezza fra i diversi pia-
ni del fabbricato (
figura 1
).
Le
scale “al grezzo”
, in genere realizzate in c.a., posso-
no prevedere soltanto la soletta inclinata, cui andranno
chiodate delle tavole per realizzare i “gradini” di passag-
gio delle maestranze, oppure col getto della soletta pos-
sono essere realizzati anche i gradini. In questo secondo
caso occorrerà predisporre solo i parapetti e i fermapiedi.
Quando le scale fisse sono delimitate da entrambi i lati
da pareti occorre inserire almeno un corrimano (
figura 2
).
Se le scale fisse sono
a pioli
, in acciaio e di altezza supe-
riore a 5 m, oppure poste in verticale o con inclinazione
superiore a 75°, devono essere chiuse in una solida gab-
bia metallica a protezione dei lavoratori dalle cadute verso
l’esterno (art. 113, comma 2 del D.Lgs. 81/08). La gabbia
deve essere prevista a partire dai 2,50 m dal pavimento e
non deve essere lontana dai pioli più di 60 cm. I pioli de-
vono distare 15 cm dalla parete di ancoraggio della scala.
Questo tipo di scale è tipicamente utilizzato nei passaggi
a tetto oppure per salire su manufatti industriali (cisterne,
silos, ecc.).
Se non è possibile costruire la gabbia occorre predisporre
altri mezzi per evitare cadute per altezze superiori a 1 m.
Le scale portatili
Le
scale portatili
o “
a mano
” vengono utilizzate in can-
tiere per moltissimi scopi e da operatori diversi; ciascun
operatore è responsabile della propria attrezzatura e deve
vietarne l’utilizzo ad altri per funzioni non previste dalla
garanzia specifica e dalle istruzioni (che di solito si tro-
vano incollate sul bordo della scala stessa). Devono esse-
re marcate CE in quanto “attrezzatura di lavoro” (D.Lgs.
235/03) (
tabella 1
), essere costruite con materiale adatto
alle condizioni di impiego e avere montanti con base an-
tisdrucciolevole e ganci di tenuta, ove necessari (art. 113,
comma 3 del D.Lgs. 81/08). È vietato l’uso di scale in legno
se i pioli non hanno un’adeguata stabilità, un regolare fis-
saggio ai montanti (con tiranti intermedi se più alte di 4 m)
o se sono stati riparati o adattati nel tempo.
L’appoggio corretto di una scala a una parete non può
prescindere da una giusta inclinazione della scala stessa
rispetto al piano verticale (
figura 3A
).
Le
scale composte da due o più elementi
tra loro collegati
(anche dette “
trasformabili
”) presentano ulteriori limiti:
– oltre gli 8 m devono avere un rompitratta per ridurre la
freccia di inflessione;
6
Le scaLe
Figura 1 IMPARA DAGLI ERRORI
Scala fissa in c.a. priva di
balaustra di protezione.
Figura 2
Approntamenti per la protezione delle scale in muratura
durante il cantiere.
– non possono superare i 15 m (e in tal caso le estremità
devono essere sempre ancorate a parti fisse);
– le scale doppie non possono superare i 5 m e devono
avere una catena di sicurezza resistente.
I dispositiv di sicur za
Per l’utilizzo di tutte le tipologie di scale a mano valgono
alcuni principi base per la sicurezza (
figura 4
):
– la scala deve essere sempre presidiata durante i lavori;
– quando una scala comporta pericoli di sbandamento o
ribaltamento perché particolarmente alta o perché presen-
ta stabilità precaria, occorre assicurarla a elementi fissi o
dev essere trattenuta al piede da un’altra persona;
– non si può muov re un s ala con il lavorato sopra;
– deve sempre essere evitato lo scivolamento al piede con
ele enti antisdrucciolo;
– il lavoratore salendo la scala deve sempre potere avere
una presa sicura, pertanto non deve salire portando carichi
ingombranti o troppo pesanti;
– le scale a pioli devono poggiare su un supporto stabile,
resistente e orizzontale;
– le scale s spese devono essere aggan iate in modo sicuro
e senza il rischio di oscillazione;
– le scale devono sporgere a sufficienza oltre il livello di ac-
cesso (a meno che altri dispositivi garantiscano una presa
sicura) (
figura 5
);
– le scale composte da più elementi devono essere utilizzate
in modo da assicurare il fermo reciproco dei vari elementi.
Figura 4 IMPARA DAGLI ERRORI
L’uso scorretto delle scale è una
delle principali cause di incidente in cantiere.
Tabella 1
Definizioni di scala tratte dalle Linee guida ISPESL
Per la
scelta, l’uso e la manutenzione delle scale portatili.
Scala portatile
: una scala che può essere trasportata e installata
a mano, senza l’ausilio di mezzi meccanici.
Scala di appoggio
: scala che appoggia la parte inferiore sul
terreno e la parte superiore su una superficie verticale, non
avendo un proprio sostegno.
Scala di appoggio innestabile o all’italiana
: scala ad altezza
variabile, ottenuta mediante l’innesto reciproco di due o più tronchi
per mezzo di dispositivi di collegamento di estremità. La lunghezza
può essere variata solo con l’aggiunta di un intero tronco.
Scala di appoggio a sfilo
: scala di appoggio ad altezza variabile,
ottenuta mediante due o più tronchi scorrevoli parallelamente
l’uno sull’altro. La lunghezza può essere regolata di piolo in piolo in
modo “manuale” oppure “con meccanismo” se i tronchi superiori
vengono spostati con una fune.
Scala doppia
: scala autoportante che, quando è pronta per l’uso,
si sostiene da sé appoggiando i due tronchi sul terreno. Può
essere “ad un tronco di salita”, se permette la salita da un solo
lato, oppure “a due tronchi di salita” se la salita può avvenire da
entrambi i lati.
Scala trasformabile/estensibile
: scala a pioli, costituita da due
o più tronchi, che permette di realizzare sia una scala semplice in
appoggio a due o più tronchi, sia una scala doppia, sia una scala
doppia con tronco a sbalzo all’estremità superiore.
Figura 5 IMPARA DAGLI ERRORI
Esempio di come non realizzare
l’accesso a un ponteggio. L’operatore rischia di cadere nel vuoto
passando dalla scala al ponteggio.
F gura 3 IMPARA DAGLI ERRORI
Corr tto appoggio della scala.
Rapporto 1/4 L (A).
A
B
C
Lezioni brevi, quasi sempre
di 2-4 pagine, illustrazioni funzionali
(anche "impara dagli errori")
66
67
MODULO2
Coordinare la sicurezza
COMPLETA (una sola parola)
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 5 punti]
1
L’art. 35 della Costituzione sancisce che: “La
............................... tutela il lavoro in tutte le sue forme
e applicazioni”.
2
Il Direttore Tecnico di Cantiere è una figura con
............................... tecnica, delegata dall’impresa che
esegue i lavori; ha poteri decisionali sia per la program-
mazione delle operazioni di cantiere, cioè la tempisti-
ca, sia per la loro conduzione esecutiva.
3
Il POS (Piano Operativo di Sicurezza) è redatto dal
....................... dell’impresa ed è trasmesso al Coordina-
tore in fase progettuale che redige il PSC quando l’im-
presa è scelta prima dell’inizio dei lavori, oppure al CSE
quando l’impresa entra in cantiere a lavori già avviati.
4
Il Piano di Sicurezza e ...................................... (PSC)
è specifico per ogni cantiere temporaneo o mobile e
viene predisposto dal Coordinatore per la Sicurezza in
fase Progettuale (CSP) e continuamente adeguato du-
rante il cantiere dal Coordinatore per la Sicurezza in
fase Esecutiva (CSE).
5
Durante il cantiere il ....................... dell’Opera viene
aggiornato, in funzione dell’evoluzione dei lavori, dal
Coordinatore per la Sicurezza in fase Esecutiva; nel
tempo è il proprietario a dovere provvedere al suo ag-
giornamento ogni volta che vengono operate modifi-
che sul costruito.
VERO/FALSO
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 7 punti]
6
Nei lavori privati la verifica dell’idoneità tecnica
dell’impresa deve essere eseguita solo se ci sono più di
due imprese.
V
F
7
Secondo quanto prescritto dal D.Lgs. 81/08 gli organi
di vigilanza possono sospendere l’attività imprendito-
riale se è presente più del 20% di lavoratori irregola-
ri oppure in caso di gravi e reiterate violazioni di cui
all’Allegato I (ad esempio l’assenza del DURC, del PSC
o della Notifica all’AUSL).
V
F
8
Il D.Lgs. 81/08 prevede che il POS debba essere verifi-
cato dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
(RLS) dell’impresa, che deve riceverlo almeno 10 giorni
prima dell’inizio del cantiere.
V
F
9
Il PSS è il “Piano di Sicurezza Sostenibile”.
V
F
10
Uno dei compiti del Coordinatore in fase esecutiva
(CSE) è quello di verificare la coerenza dei POS con il
PSC.
V
F
11
I contenuti minimi del Fascicolo dell’Opera sono de-
scritti all’Allegato XVI del D.Lgs. 494/96, che fornisce
anche alcune schede esemplificative per raccogliere in
modo ordinato documentazioni e disegni.
V
F
12
Le misure preventive e protettive ausiliarie sono quelle
adottate dai datori di lavoro delle imprese e dai lavora-
tori autonomi incaricati di eseguire i lavori successivi
sull’opera.
V
F
RISPOSTAMULTIPLA (una sola risposta corretta)
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 8 punti]
13
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08 il Coordinato-
re (CSP e CSE) ha assunto un ruolo cardine anche in
SEGNA
PUNTI
1
..........
2
..........
3
..........
4
..........
5
..........
6
..........
7
..........
8
..........
9
..........
10
..........
11
..........
PUNTEGGIO
.............
12
..........
13
..........
14
..........
15
..........
16
..........
17
..........
18
..........
19
..........
20
..........
21
..........
22
..........
presenza di cantieri di piccola entità; egli adotta il PSS
quando:
A
i lavori pubblici vengono eseguiti da una sola im-
presa
B
i lavori pubblici vengono eseguiti da una sola im-
presa che coordina imprese subappaltatrici
C
i lavori privati vengono eseguiti da una sola im-
presa
D
i lavori privati vengono eseguiti da una sola im-
presa che coordina imprese subappaltatrici
14
Il CSP (Coordinatore della Sicurezza in fase Progettua-
le) e il CSE (Coordinatore della Sicurezza in fase Esecu-
tiva), ricevendo il POS (Piano Operativo di Sicurezza),
ne valutano i contenuti e provvedono a chiedere l’inte-
grazione dello stesso, se carente delle informazioni e
delle valutazioni previste per legge:
A
al titolare dell’impresa
B
al Direttore dei Lavori
C
al Responsabile dei Lavori
D
al Committente
15
Una copia del POS viene:
A
inviata all’AUSL competente per territorio
B
inviata all’AUSL competente per territorio e alla
Direzione Provinciale del Lavoro
C
mantenuta in cantiere
D
inviata al Comune che ha autorizzato i lavori
16
Le misure di sicurezza nel Fascicolo dell’Opera si distin-
guono in:
A
progettuali ed esecutive
B
interferenti e non interferenti
C
progettuali e realizzative
D
incorporate e ausiliarie
17
L’autocertificazione dei requisiti dell’impresa, prevista
dal D. Lgs. 81/08, è la dichiarazione con la quale essa
certifica:
A
la sua idoneità professionale
B
la sua disponibilità a partecipare alla selezione
delle imprese per un appalto
C
l’avvenuta presentazione al Committente di una
dichiarazione di regolarità contributiva
D
la presentazione al CSP del POS
18
Il PSC deve essere redatto dal Coordinatore in fase pro-
gettuale (CSP) e continuamente aggiornato:
A
dal Responsabile dei Lavori
B
dal Coordinatore in fase esecutiva (CSE)
C
dal Direttore dei Lavori se non assolve anche l’in-
carico di CSE
D
dal Responsabile del Procedimento
19
Il CSE deve verificare che tutte le aziende, prima di en-
trare in cantiere, abbiano consegnato:
A
il PSC, il DURC aggiornato e i contratti di subap-
palto con lavoratori autonomi o altre aziende
B
il POS, il DURC aggiornato e i contratti di subap-
palto con lavoratori autonomi o altre aziende
C
il PSC, il POS e i contratti di subappalto con lavo-
ratori autonomi o altre aziende
D
il POS, il DURC aggiornato e il progetto esecutivo
dell’opera
20
Lo strumento che deve illustrare le dotazioni di sicurez-
za del progetto, da aggiornare e ampliare durante la vita
utile del fabbricato, è:
A
il Fascicolo dell’Opera
B
il PSC
C
il PSS
D
il POS
RISPONDI (10-12 righe)
[5 punti per ogni risposta completa e corretta. Tot. 10 punti]
21
Quali sono i contenuti in cui si scompone un piano per
la sicurezza?
22
Quali sono i contenuti del POS (Piano Operativo di
Sicurezza)?
VERSO IL CLIL
|
AUTOVALUTAZIONE
CON
E-TEST IN INGLESE
Test
DISPONIBILE ANCHE COME E-TEST
AUTOVALUTAZIONE
I test a fine Modulo sono disponibili anche in
modalità interattiva come e-test, sia in italiano
che in inglese
66
67
MODULO2
Coordinare la sicurezza
COMPLETA (una sola parola)
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 5 punti]
1
L’art. 35 della Costituzione sancisce che: “La
............................... tutela il lavoro in tutte le sue forme
e applicazioni”.
2
Il Direttore Tecnico di Cantiere è una figura con
............................... tecnica, delegata dall’impresa che
esegue i lavori; ha poteri decisionali sia per la program-
mazione delle operazioni di cantiere, cioè la tempisti-
ca, sia per la loro conduzione esecutiva.
3
Il POS (Piano Operativo di Sicurezza) è redatto dal
....................... dell’impresa ed è trasmesso al Coordina-
tore in fase progettuale che redige il PSC quando l’im-
presa è scelta prima dell’inizio dei lavori, oppure al CSE
quando l’impresa entra in cantiere a lavori già avviati.
4
Il Piano di Sicurezza e ...................................... (PSC)
è specifico per ogni cantiere temporaneo o mobile e
viene predisposto dal Coordinatore per la Sicurezza in
fase Progettuale (CSP) e continuamente adeguato du-
rante il cantiere dal Coordinatore per la Sicurezza in
fase Esecutiva (CSE).
5
Durante il cantiere il ....................... dell’Opera viene
aggiornato, in funzione dell’evoluzione dei lavori, dal
Coordinatore per la Sicurezza in fase Esecutiva; nel
tempo è il proprietario a dovere provvedere al suo ag-
giornamento ogni volta che vengono operate modifi-
che sul costruito.
VERO/FALSO
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 7 punti]
6
Nei lavori privati la verifica dell’idoneità tecnica
dell’impresa deve essere eseguita solo se ci sono più di
due imprese.
V
F
7
Secondo quanto prescritto dal D.Lgs. 81/08 gli organi
di vigilanza possono sospendere l’attività imprendito-
riale se è presente più del 20% di lavoratori irregola-
ri oppure in caso di gravi e reiterate violazioni di cui
all’Allegato I (ad esempio l’assenza del DURC, del PSC
o della Notifica all’AUSL).
V
F
8
Il D.Lgs. 81/08 prevede che il POS debba essere verifi-
cato dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
(RLS) dell’impresa, che deve riceverlo almeno 10 giorni
prima dell’inizio del cantiere.
V
F
9
Il PSS è il “Piano di Sicurezza Sostenibile”.
V
F
10
Uno dei compiti del Coordinatore in fase esecutiva
(CSE) è quello di verificare la coerenza dei POS con il
PSC.
V
F
11
I contenuti minimi del Fascicolo dell’Opera sono de-
scritti all’Allegato XVI del D.Lgs. 494/96, che fornisce
anche alcune schede esemplificative per raccogliere in
modo ordinato documentazioni e disegni.
V
F
12
Le misure preventive e protettive ausiliarie sono quelle
adottate dai datori di lavoro delle imprese e dai l vor -
tori autonomi incaricati di eseguire i lavori successivi
sull’opera.
V
F
RISPOSTAMULTIPLA (una sola risposta corretta)
[1 punto ogni risp sta c rretta. Tot 8 punti]
13
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08 il Coordinato-
re (CSP e CSE) ha assunto un ruolo cardine anche in
SEGNA
PUNTI
1
..........
2
..........
3
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4
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5
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6
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7
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8
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11
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PUNTEGGIO
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12
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..........
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..........
19
..........
20
..........
21
..........
22
..........
presenza di cantieri di piccola entità; egli adotta il PSS
quando:
A
i lavori pubblici vengono eseguiti da una sola im-
presa
B
i lavori pubblici vengono eseguiti da una sola im-
presa che coordina imprese subappaltatrici
C
i lavori privati vengono eseguiti da una sola im-
presa
D
i lavori privati vengono eseguiti da una sola im-
presa che coordina imprese subappaltatrici
14
Il CSP (Coordinatore della Sicurezza in fase Progettua-
le) e il CSE (Coordinatore della Sicurezza in fase Esecu-
tiva), ricevendo il POS (Piano Operativo di Sicurezza),
ne valutano i contenuti e provvedono a chiedere l’inte-
grazione dello stesso, se carente delle informazioni e
delle valutazioni previste per legge:
A
al titolare dell’impresa
B
al Direttore dei Lavori
C
al Responsabile dei Lavori
D
al Committente
15
U a copia del POS viene:
A
inviata all’AUSL competente per territorio
B
inviata all’AUSL competente per territorio e alla
Direzione Provinciale del Lavoro
C
mantenuta in cantiere
D
inviata al Comune che ha autorizzato i lavori
16
Le misure di sicurezza nel Fascicolo dell’Opera si distin-
guono in:
A
progettuali ed esecutive
B
interferenti e non interferenti
C
progettuali e realizzative
D
incorporate e ausiliarie
17
L’autocertificazione dei requisiti dell’impresa, prevista
dal D. Lgs. 81/08, è la dichiarazione con la quale essa
certifica:
A
la sua idoneità professionale
B
la sua disponibilità a partecipare alla selezione
delle imprese per un appalto
C
l’avvenuta presentazione al Commi tente di una
dichiarazione di regolarità contributiva
D
la presentazione al CSP del POS
18
Il PSC deve essere redatto dal Coordinatore in fase pro-
gettuale (CSP) e continuamente aggiornato:
A
dal Responsabile dei Lavori
B
dal Coordinatore in fase esecutiva (CSE)
C
dal Direttore dei Lavori se non assolve anche l’in-
carico di CSE
D
dal Responsabile del Procedimento
19
Il CSE deve verificare che tutte le aziende, prima di en-
trare in cantiere, abbiano consegnato:
A
il PSC, il DURC aggiornato e i contratti di subap-
palto con lavoratori autonomi o altre aziende
B
il POS, il DURC aggiornato e i contratti di subap-
palto con lavoratori autonomi o altre aziende
C
il PSC, il POS e i contratti di subappalto con lavo-
ratori autonomi o altre aziende
D
il POS, il DURC aggiornato e il progetto esecutivo
dell’opera
20
Lo strumento che deve illustrare le dotazioni di sicurez-
za del progetto, da aggiornare e ampliare durante la vita
utile del fabbricato, è:
A
il Fascicolo dell’Opera
B
il PSC
C
il PSS
D
il POS
RISPONDI (10-12 righe)
[5 punti per ogni risposta completa e corretta. Tot. 10 punti]
21
Quali sono i contenuti in cui si scompone un piano per
la sicurezza?
22
Quali sono i conte uti el POS (Piano Op rativo di
Sicurezza)?
VERSO IL CLIL
|
AUTOVALUTAZIONE
CON
E-TEST IN INGLESE
Test
DISPONIBILE ANCHE COME E-TEST
AUTOVALUTAZIONE
MODULO2
Coordinare la sicurezza
COMPLETA (una sola parola)
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 5 punti]
1
L’art. 35 della Costituzione sancisce che: “La
............................... tutela il lavoro in tutte le sue forme
e applicazioni”.
2
Il Direttore Tecnico di Cantiere è una figura con
............................... tecnica, delegata dall’impresa che
esegue i lavori; ha poteri decisionali sia per la program-
mazione delle operazioni di cantiere, cioè la tempisti-
ca, sia per la loro conduzione esecutiva.
3
Il POS (Piano Operativo di Sicurezza) è redatto dal
....................... dell’impresa ed è trasmesso al Coordina-
tore in fase progettuale che redige il PSC quando l’im-
presa è scelta prima dell’inizio dei lavori, oppure al CSE
quando l’impresa entra in cantiere a lavori già avviati.
4
Il Piano di Sicurezza e ...................................... (PSC)
è specifico per ogni cantiere temporaneo o mobile e
viene predisposto dal Coordinatore per la Sicurezza in
fase Progettuale (CSP) e continuamente adeguato du-
rante il cantiere dal Coordinatore per la Sicurezza in
fase Esecutiva (CSE).
5
Durante il cantiere il ....................... dell’Opera viene
aggiornato, in funzione dell’evoluzione dei lavori, dal
Coordinatore per la Sicurezza in fase Esecutiva; nel
tempo è il proprietario a dovere provvedere al suo ag-
giornamento ogni volta che vengono operate modifi-
che sul costruito.
VERO/FALSO
[1 punto ogni risposta corretta. Tot. 7 punti]
6
Nei lavori privati la verifica dell’idoneità tecnica
dell’impresa deve essere eseguita solo se ci sono più di
due imprese.
8
Il D.Lgs. 81/08 prevede che il POS debba essere verifi-
cato dal Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
(RLS) dell’impresa, che deve riceverlo almeno 10 giorni
prima dell’inizio del cantiere.
V
F
9
Il PSS è il “Piano di Sicurezza Sostenibile”.
V
F
10
Uno dei compiti del Coordinatore in fase esecu iva
(CSE) è quello di verificare la coerenza dei POS con il
PSC.
V
F
11
I contenuti minimi del Fascicolo dell’Opera sono de-
scritti all’Allegato XVI del D.Lgs. 494/96, che fornisce
anche alcune schede esemplificative per raccogliere in
modo ordinato documentazioni e disegni.
V
F
12
Le misure preventive e protettive ausiliarie sono quelle
adottate dai datori di lavoro delle imprese e dai lavora-
tori autonomi incaricati di eseguire i lavori successivi
sull’opera.
V
F
presenza di cantieri di piccola entità; egli adotta il PSS
quando:
A
i lavori pubblici vengono eseguiti da una sola im-
presa
B
i lavori pubblici vengono eguiti da una sola im-
presa che coordina imprese subappaltatrici
C
i lavori privati vengono eseguiti da una sola im-
pr sa
D
i lavori privati vengono eseguiti da una sola im-
presa che coordina imprese subappaltatrici
14
Il CSP (Coordinatore della Sicurezza in fase Progettua-
le) e il CSE (Coordinatore della Sicurezza in fase Esecu-
tiva), ricevendo il POS (Piano Ope ativo di Sicurezza),
ne valutano i contenuti e provvedono a chiedere l’inte-
grazione dello stesso, se carente delle informazioni e
delle valut zioni previste per legge:
A
al titolare dell’impresa
B
al Direttore dei Lavori
C
al Responsabile ei Lavori
D
al Committente
15
Una copia del POS viene:
A
inviata all’AUSL competente per territorio
B
inviata all’AUSL competente per territorio e alla
Direzione Provinciale del Lavoro
C
mantenuta in cantiere
D
inviata al Comune che ha autorizzato i lavori
16
Le misure di sicurezza nel Fascicolo dell’Opera si distin-
guon in:
A
progettuali ed esecutive
B
interferenti e non interferenti
C
progettuali e realizzative
D
incorporate e ausiliarie
17
L’autocertificazione dei requisiti dell’impresa, prevista
dal D. Lgs. 81/08, è la dichiarazione con la quale essa
certifica:
A
la sua idoneità professionale
B
la sua disponibilità a partecipare alla selezione
19
Il CSE deve verificare che tutte le aziende, prima di en-
trar in cantiere, abbiano consegnato:
A
il PSC, il DURC aggior ato e i ntratti di subap-
palto con lavoratori autonomi o altre aziende
B
il POS, il DURC aggiornato e i contratti di subap-
palto con lavoratori autonomi o altre aziende
C
il PSC, il POS e i contratti di subappalto con lavo-
ratori autonomi o altre aziende
D
il POS, il DURC aggiornato e il progetto esecutivo
dell’opera
20
Lo strumento che deve illustrare le dotazioni di sicurez-
za del progetto, da aggiornare e ampliare durante la vita
utile del fabbricato, è:
A
il Fascicolo dell’Opera
B
il PSC
C
il PSS
D
il POS
RISPONDI (10-12 righe)
[5 punti per ogni risposta completa e corretta. Tot. 10 punti]
21
Quali sono i contenuti in cui si scompone un piano per
la sicurezza?
22
Quali sono i contenuti del POS (Piano Operativo di
Sicurezza)?
DISPONIBILE ANCHE COME E-T ST
AUTOVALUTAZIONE