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Il turismo business
LEZIONE
7
I viaggi d’affari rappresentano un mercato dinamico e in continua trasforma-
zione, molto remunerativo per gli operatori turistici. Infatti chi viaggia per
business non lo fa per libera scelta ma per obbligo professionale e questo
fa sì che anche in periodi di crisi la domanda non subisca forti contrazioni.
Inoltre il turista d’affari viaggia in tutte le stagioni (con minore frequenza in
estate) e richiede in genere servizi di livello medio-alto, quindi costosi.
Il turismo business comprende i seguenti
segmenti
:
corporate travel
: viaggi organizzati per i dipendenti delle aziende, alle
quali sono riservate condizioni contrattuali particolari;
corporate meeting
: viaggi e soggiorni organizzati per i partecipanti a
congressi ed eventi promossi da aziende e organizzazioni varie (associazioni
di categoria, università, partiti politici, pubbliche amministrazioni, organi-
smi sindacali, associazioni culturali e sportive, ecc.);
incentive
: viaggi e soggiorni organizzati per i dipendenti o i collaboratori
di un’azienda che hanno conseguito sul lavoro risultati molto positivi e per
questo vengono ricompensati con vacanze premio;
clienti individuali
: trasferte di lavoro di manager, consulenti, liberi profes-
sionisti, ecc. che si spostano per proprio conto.
Il turismo business sfrutta i
canali tradizionali
molto più di quello leisure.
Infatti:
l’organizzazione del soggiorno avviene di norma
attraverso le imprese di
viaggi
, solo di rado in regime di “fai da te”; a volte il livello di specializzazio-
ne degli intermediari che operano nel comparto è tale che essi collaborano
con le aziende e le organizzazioni richiedenti nella definizione dei prodotti
o addirittura li confezionano autonomamente e poi li offrono sul mercato;
netta è la
preferenza accordata agli hotel
rispetto ad altre tipologie di strut-
ture ricettive. Per fare un esempio, in Italia l’incidenza del turismo d’affari
sul fatturato alberghiero è del 20% circa, una percentuale di poco inferiore a
quella generata dal turismo balneare e culturale.
Quale che sia la sua forma, il turismo business costituisce un mercato in
cui molti operatori ambiscono a inserirsi. Anche gli amministratori locali
puntano a fare dei propri comuni una meta di questi flussi turistici sia
per
ragioni di immagine
(la collaborazione con una azienda rinomata o l’acco-
glienza di un congresso prestigioso rappresentano un ottimo strumento
pubblicitario per il territorio) sia
per ragioni economiche
(il turista d’affari,
per la sua elevata propensione alla spesa, è una fonte di guadagno sicuro
per le imprese ricettive locali e per l’indotto). Se a queste considerazioni si
aggiunge che i
principali mercati esteri
per il turismo business italiano sono la
Germania, la Francia e gli USA, ecco che la convenienza a investire in questo
settore, da parte degli operatori privati e pubblici, è del tutto evidente.
Elementi di attrattiva di questa forma di turismo sono certamente le
fiere
e le
esposizioni
che si tengono nel nostro paese, in particolare quelle di
importanza internazionale, che richiedono infrastrutture efficienti, strutture
di grandi dimensioni e tecnologicamente avanzate.
Le
principali strutture fieristiche
per superficie espositiva del nostro paese si
trovano a Milano, Bologna, Verona, Bari, Parma, Rimini, Genova, Firenze,
Padova. Milano è tra i poli fieristici europei che hanno investito maggior-
mente. Dal 2006, con il nuovo polo di Rho Pero (470.000 mq), la città è al
secondo posto in Europa e può candidarsi a ospitare le grandi fiere itineranti.
Esercitazione guidata
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Esercizi
134
ATTIVITÀ
Il prodotto business
Il mercato
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