Fenomeni meccanici
e loro interpretazione
I contenuti del primo volume sviluppati nei Temi 1,
2, 4 si potrebbero sintetizzare in una forma estrema
nelle parole chiave:
grandezze fisiche
,
moto
,
forza
,
energia
.
Per motivi di gradualità didattica, la loro applicazio-
ne ha riguardato però solo una particolare classe di
fenomeni: quelli relativi alle condizioni di
equilibrio
di un punto materiale o di un corpo rigido e quelli re-
lativi al
moto rettilineo
(uniforme o uniformemente
accelerato) di un punto materiale o di un corpo rigido
trattabile come punto materiale.
Non è poco, perché siamo comunque stati in grado di
stabilire come si muove un corpo sottoposto all’azio-
ne di una forza costante (
secondo principio della di-
namica
), di comprendere gli effetti della
forza di at-
trito
sul moto di un corpo, di stabilire la relazione fra
l’
energia cinetica
e l’
energia potenziale gravitaziona-
le
di un corpo in caduta libera o di un corpo che si
muove su un piano inclinato. Tuttavia, appena si os-
serva con attenzione la realtà naturale che ci circon-
da, ci si rende conto che quanto fin qui studiato in
relazione ai fenomeni di movimento è insufficiente.
Il moto di un sasso lanciato con forza verso l’alto e con
una certa inclinazione non è né rettilineo, né unifor-
me: come descrivere la sua traiettoria curvilinea e co-
me valutare, ad esempio, la distanza del suo punto di
ricaduta dal punto di partenza?
Il moto di due palle da biliardo che si urtano sembra
essere ancora rettilineo e uniforme (se si prescinde
dall’attrito prodotto dal tappeto verde sul quale le
biglie rotolano) ma la seconda legge della dinamica
nella forma da noi studiata non ci permetterebbe di
stabilire la velocità acquisita dalla palla urtata quan-
do sia nota la velocità della palla urtante.
Quali sono le leggi che descrivono il moto di una
porzione della periferia di una ruota che viene fat-
ta girare sul suo asse? Ma a questo proposito, la ri-
levanza della risposta supera ampiamente l’ambito
del fenomeno da cui scaturisce. Tale risposta, infatti,
consentirà di comprendere la cinematica dei moti
planetari, obiettivo che, nel Seicento, fu considerato
di primaria importanza dai padri fondatori del meto-
do scientifico.
“
Chi mira più in alto si differenzia più altamente;
e ’l volgersi al gran libro della natura, che è ’l proprio
oggetto della filosofia, è il modo per alzar gli occhi: nel
qual libro, benché tutto quel che si legge, come fattura
d’Artefice onnipotente, sia per ciò proporzionatissimo,
quello nientedimeno è più spedito e più degno, ove mag-
giore, al nostro vedere, apparisce l’opera e l’artifizio.
La costituzione dell’universo, tra i naturali apprensibi-
li, per mio credere, può mettersi nel primo luogo: che se
quella, come universal contenente, in grandezza tutt’altri
avanza, come regola e mantenimento di tutto debbe an-
che avanzarli di nobiltà.
G. Galilei,
Dedica
del
Dialogo
sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632
In questo Tema, al
moto circolare
verranno dedicate
tre Unità: le prime due per descriverne le caratteri-
Rappresentazione del moto dei proiettili secondo
un’incisione del 1672. Nella prima Unità di questo Tema
si capirà in che misura questa rappresentazione è esatta.
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