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situazioni diverse e che sono quindi carat-
terizzati da problemi differenti. Per questa
ragione, gli aiuti dovrebbero essere accom-
pagnati da riforme istituzionali non imposte,
ma piuttosto incentivate dai donatori.
Èormai indiscusso che una buona
governan-
ce
sia indispensabile per uno sviluppo dura-
turo nel lungo periodo; tuttavia, le specifiche
forme istituzionali di cui ogni paese decide di
dotarsi possono, nel breve termine, variare
largamente. La crescita di India, Cina, Corea
del Sud e Vietnam – caratterizzati da pesanti
interventi governativi, da grandi inefficienze
di mercato e da scarsissimi aiuti esterni – in-
debolisce la tesi che la crescita possa essere
innescata solo da interventi esterni o da rifor-
me strutturali ultra-ortodosse.
Gli aiuti devono rispondere a due requi-
siti fondamentali: essi devono accompagna-
re piani di sviluppo socioeconomico locali e
devono concentrarsi dove vi sono maggiori
possibilità di avere successo e dove risiedo-
no i maggiori ostacoli al progresso sociale ed
economico della maggioranza dei cittadini.
La creazione di scuole e ospedali facilmente
accessibili, la creazione di pozzi non inqui-
nati, i programmi di educazione femminile,
le campagne di vaccinazione, sono degli
esempi concreti di programmi mirati.
(tratto da
Le sfide della globalizzazione
, di F. Targetti
e A. Fracasso, F. Brioschi, Milano 2008)
istruzione articolato, la scarsità dei mezzi
di comunicazione e delle infrastrutture e la
fragilità dei sistemi giuridici e bancari locali
rappresentano ostacoli insormontabili a che
questi paesi possano largamente beneficia-
re dei potenziali frutti dell’integrazione. In
questi contesti, quindi, non è l’opportunità
teorica della liberalizzazione commerciale la
questione cruciale su cui interrogarsi, quan-
to l’assicurazione che vengano a verificarsi
quelle condizioni locali necessarie a far sì
che la crescita e il benessere diffuso si ac-
compagnino all’integrazione commerciale.
Un esempio di questo è rappresentato dagli
scarsi guadagni che gli agricoltori dei Pvs han-
no potuto trarre dall’andamento favorevole dei
prezzi internazionali dei beni agricoli. Nono-
stante il notevole incremento dei volumi com-
merciati di molti beni agricoli da loro prodotti e
l’aumento dei prezzi di questi ultimi, i proventi
destinati ai produttori sono rimasti inalterati o
si sono persino ridotti a causa del forte control-
lo della filiera distributiva internazionale. (…)
I paesi caratterizzati da politiche e struttu-
re di governance migliori sono anche quelli
che crescono di più e con maggior costanza.
Questo avviene persino all’interno di un’area
geografica di norma considerata a crescita
zero come l’Africa sub-sahariana. Tuttavia,
medesime politiche economiche e simili
forme di
governance
possono avere effetti
molto eterogenei sui paesi che partono da
Competenze
da verificare
Riconoscere gli
aspetti geografici,
ecologici, territoriali
dell’ambiente
naturale
e antropico,
le connessioni
con le strutture
demografiche,
economiche, sociali,
culturali
e le trasformazioni
intervenute nel
corso del tempo
Riconoscere
e interpretare
i cambiamenti
economici
nella dimensione
diacronica
attraverso
il confronto fra
epoche storiche
e nella dimensione
sincronica
attraverso
il confronto fra
aree geografiche
e culture diverse
Conoscenze
Scambi
internazionali
e caratteristiche
del mercato globale
Politiche di
intervento dello
Stato nell’economia
Abilità
Individuare
e riconoscere
le interdipendenze
tra sistemi
economici
e le conseguenze
che esse
determinano
in un dato contesto
Analizzare
le problematiche
di localizzazione
e delocalizzazione
produttiva
in riferimento
alle situazioni
aziendali
e al contesto
economico
internazionale
3.
Una politica di liberalizzazione commerciale comporta sempre effetti positivi per l’economia
dei Pvs? Motiva la risposta.
4.
Quali requisiti devono avere gli aiuti ai Pvs per essere efficaci?
5.
Dal punto di vista dello sviluppo economico, che cosa insegna la crescita di India, Cina,
Corea del Sud e Vietnam?
6.
Quali relazioni possono esistere tra commercio internazionale e crescita del capitale umano?
7.
Per quali ragioni l’apertura di un Paese al commercio internazionale potrebbe non essere
accompagnata da un benessere diffuso della relativa popolazione?
8.
Per quali motivi una medesima politica economica può avere effetti differenziati nei diversi
Paesi?
9.
Perché la liberalizzazione mondiale degli scambi potrebbe richiedere determinati “aiuti al
commercio” in favore dei Pvs?
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