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L’Africa
La musica raï
La musica tradizionale più diffusa in Algeria è il raï, che utilizza
strumenti tradizionali come il liuto insieme a strumenti più mo-
derni.Questo genere musicale nacque come forma di protesta ed
è oggi diffuso in tutto il mondo arabo.Raï significa «opinione,pun-
to di vista», in riferimento all’abitudine dei poeti algerini di offri-
re consigli sotto forma di poesie.A partire dal raï si è sviluppato
nella seconda metà degli anni Settanta del Novecento il pop-raï,
espressione tipica del multiculturalismo algerino. Questo stile in-
fatti fonde elementi spagnoli, francesi, beduini,marocchini e alge-
rini contaminati dal rock di matrice anglosassone.
Uno degli esponenti più celebri del pop-raï è Hadj Brahim Kha-
led (1960),conosciuto anche come
Cheb Khaled, che utilizza nelle sue
canzoni sia l’arabo che il francese.
Nel 1992 Khaled ha conquistato il
successo mondiale grazie all’album
Khaled
, in cui ha utilizzato strumen-
ti tradizionali arabi insieme a chitar-
re elettriche e bassi.
Spunti di lavoro
• I
griots
del Senegal
• Le percussioni e gli strumenti a
corda africani
• L’eredità della musica africana nella
musica americana
Musica
L’influenza dell’arte africana
Con l’Esposizione Universale del 1867 giunsero a Parigi mol-
tissimi oggetti provenienti da antiche civiltà del Mediterraneo
e da Paesi extraeuropei come risultato di missioni scientifiche
e archeologiche. Nacque ben presto la moda di collezionare
reperti egizi e arte asiatica.
Pochi anni dopo,nei primi del Novecento,esplose la moda del-
le maschere e degli idoli africani. Le maschere tribali dell’ar-
te nera divennero una fonte d’ispirazione per molti artisti del
tempo, che cercarono di trasmettere alle proprie opere la for-
za espressiva e la vitalità dell’arte africana.
Anche Pablo Picasso (1881-1973) avvertì il fascino dell’arte
africana, di cui divenne un appassionato collezionista. Fu per
lui un ritorno all’origine dell’arte,evidente nel
Ritratto di Ger-
trude Stein
realizzato nel 1906, in cui il volto della donna sem-
bra una maschera scolpita nel legno.
Le lotte per l’indipendenza: la
Battaglia di Algeri
La guerra d’indipendenza algerina oppose tra il 1954 e il 1962
i movimenti indipendentisti algerini,riuniti nel Fronte di Libe-
razione Nazionale (FLN,Front de Libération Nationale),all’eser-
cito francese.La lotta per l’indipendenza dalla Francia fu lunga
e provocò un altissimo numero di vittime.
Il film la
Battaglia di Algeri
, realizzato da Gillo Pontecorvo
(1919-2006) nel 1966, ripercorre, attraverso i ricordi del ri-
voluzionario algerinoAli La Pointe, la lotta contro i Francesi.
Ali La Pointe viene ucciso dall’esercito francese,ma la sua lotta
non è stata vana: tre anni più tardi il popolo algerino scende
nuovamente in piazza per chiedere l’indipendenza.
Il film, grazie anche al taglio documentaristico e alla volontà
di spiegare le ragioni di entrambi gli schieramenti, ebbe un
notevole successo.Vinse il Leone d’Oro alla 31ª Mostra inter-
nazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Pablo Picasso,
Ritratto di Gertrude Stein
,
olio su tela, 99,4x81,3 cm, 1906; New
York, Metropolitan Museum of Art.
Spunti di lavoro
• Le figurazioni rupestri preistoriche
nell’Africa del Nord
• La moschea di Djenne, in Mali,
patrimonio dell’umanità UNESCO
La mia Africa
, film del 1985 diretto
da Sydney Pollack
I Fang sono una
popolazione africana
che vive in Gabon,
nell’Africa Equatoriale.
Le maschere fang
sono molto semplici
ed enfatizzano dettagli
del volto come la fronte
ampia e le sopracciglia
pronunciate.
La cultura di Nok, una delle più antiche
tradizioni scultoree del continente,
si sviluppò in Nigeria tra il IV secolo a.C.
e il II sec. d.C. Le sculture in terracotta, come
quella a sinistra, hanno forme stilizzate.
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