Sparti
(gr. Spartói, lat. Sparti/Spartoe)

Secondo il mito relativo alle origini di Tebe, dai denti del drago ucciso da Cadmo su sito della futura città, interrati secondo il consiglio di Atena, nacque prodigiosamente una schiera di temibili guerrieri che presero a combattersi e a uccidersi vicendevolmente. Di qui il nome di Sparti, letteralmente «Seminati» (è evidente l’analogia dell’episodio con quello occorso in Colchide a Giàsone: ivi il ruolo di Atena è ricoperto da una aiutante semidivina, Medea). Al furibondo scontro sopravvissero solo cinque uomini (Echìone, Pelòreo, Ctònio, Iperènore e Idèo), che sarebbero divenuti insieme a Cadmo i capostipiti del popolo tebano. Ma secondo una diversa tradizione, gli Sparti sarebbero stati cinque sin dalla loro origine. In quanto nati dalla Terra, essi ripetono il mito delle prime creature generate in epoca pre-olimpica (i Titani e i Ciclopi, per esempio), di cui condividono caratteri di brutalità e di sostanziale ottusità. La loro introduzione nell’albero genealogico dei Tebani, da parte di Cadmo, costituisce dunque uno dei tanti atti di civilizzazione attribuiti all’eroe.

[Federico Condello]