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più elevate. Mano a mano che il carico disciplinare diventa più consistente e la lingua richiesta più raffnata, aumentano le diffcoltà. Alunni che sanno interagire nella lingua del quotidiano non riescono ad affrontare il testo scritto, si confondono nelle consegne, faticano a studiare, sbagliano le verifche nonostante l’applicazione, non sanno muover-si nel testo e coglierne le informazioni. La strada che parte da queste diffcoltà insolubili porta agli insuccessi, e infne agli abbandoni. L’alunno sente che le richieste vanno oltre quanto riesce a fare autonomamente e la motivazione crolla.

Dal concreto all’astratto, dal già noto al nuovo

Perché un testo disciplinare risulta troppo diffcile all’alunno di altra madre lingua? La risposta può essere molto semplice: perché è scritto per alunni la cui competenza lingui-stica è alta, in grado di utilizzare la lingua astratta e di comprenderne le forme più com-plesse. Tutti aspetti, questi, che impediscono all’alunno di superare da solo le diffcoltà linguistiche e comunicative presenti.

La comprensione, inoltre, può risultare compromessa non solo per gli alunni di diversa madre lingua, ma anche per gli alunni italofoni provenienti da situazioni poco favorevoli, oppure con diffcoltà di comprensione.

Il primo passaggio diffcile è quello del linguaggio astratto : il testo, anche quello per la Scuola Primaria, parla di idee, usa concetti, modi di dire, formule, che sono adatti solo ad una competenza alta. Ricordiamo invece che questi alunni stanno imparando contemporaneamente i concetti di una disciplina e l’italiano, che veicola tali concetti. La loro competenza è legata al presente , all’esperienza personale , all’ambiente che frequentano; è competenza di cose, molto prima che di idee. Quando l’insegnante chiede all’alunno di affrontare il testo, lo forza ad un grande salto, al passaggio da una lingua delle cose conosciute, presenti almeno nella propria esperienza, ad una lingua astratta, complessa, metaforica, nella quale non ha alcuna bussola per orientarsi. Due sono i nodi da affrontare nel momento in cui ci si pone di fronte a un testo disci-plinare:

• gli obiettivi di apprendimento del contenuto della disciplina; • il linguaggio disciplinare .

Sappiamo che ogni lettore, così come ogni alunno, è in grado di capire solo ciò che si inscrive in un patrimonio di conoscenze già possedute. Non siamo in grado di compren-dere qualche cosa di nuovo se non ne siamo, anche parzialmente, a conoscenza prima, se in qualche modo non lo sappiamo già.

Solo in questo modo possiamo aggiungere ulteriori informazioni a quanto conosciamo. La “novità” quindi, per essere compresa, deve svilupparsi a partire da ciò che è già ben conosciuto e deve aggiungere conoscenze ad un complesso già strutturato e acquisito. In altre parole, si può conoscere qualche cosa di nuovo solo nel caso in cui si sommino delle informazioni a un argomento noto.

Ecco quindi la necessità per l’insegnante di essere ben consapevole del tipo di percorso adeguato alle esigenze dei propri alunni per evitare quegli scarti di conoscenze e di com-petenze così rischiosi e diffcili da colmare.

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