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A
gli esordi del capitalismo,
il termine capitalista signi-
fica, secondo noi, mercante
e, segnatamente, mercante che opera
a lunga distanza. Capitalismo significa
impiego giudizioso di somme rappre-
sentate sia da denaro contante sia da
strumenti di credito – fra i quali pri-
meggia la lettera di cambio – in opera-
zioni di vario tipo, che vanno da quelle
limitate alle sole merci a quelle di pura
«finanza».
Nel corso dei due secoli che ci interes-
sano in modo particolare ha inizio una
evoluzione le cui tappe si scagliona-
no diversamente nel tempo, a seconda
delle economie dei vari paesi europei.
Durante il XVI secolo, all’epoca del-
le operazioni facili e del «capitalismo
felice», si realizzano enormi profitti (a
Lisbona, per esempio, nell’ordine del
100%). Il tasso d’interesse dichiara-
to per i prestiti allo Stato è spesso del
15%. Naturalmente occorrerebbe ve-
rificare come si saldino, in realtà, que-
ste operazioni e poter disporre, a tale
scopo, di una serie di studi minuziosi
che nessuno ha intrapreso sino ad og-
gi. Nel 1557 – periodo, è vero, di crisi
acuta – il denaro, ad Anversa, si presta
ancora al 57%.
Nella seconda metà del XVI secolo,
dopo due decenni di grigiore (1540-
1560), si assiste ad un afflusso impe-
tuoso di metalli preziosi provenienti
dall’America. Da questo momento il
risposta
1
L’evoluzione del capitalismo mercantile
e finanziario
Le tesi di
Fernand Braudel
sul capitalismo hanno rappresentato una svolta
nello studio del fenomeno. Lo storico francese propone di analizzare il
termine in parallelo all’evolversi del ceto mercantile e della sua attività
commerciale e finanziaria attraverso due secoli cruciali (dal XV al XVIII
secolo).
Il problema delle origini del capitalismo è oggetto di un am-
pio dibattito storiografico. In genere, gli storici concentra-
no la loro attenzione sui meccanismi che hanno innescato
la genesi del nuovo sistema economico e sui fattori che lo
hanno determinato, nel tentativo di coglierne le caratteri-
stiche distintive e di trasformazione rispetto ai sistemi pre-
cedenti. Tuttavia, non si è giunti a una piena concordan-
za di opinioni nemmeno sulla definizione del capitalismo
stesso. Gli interventi che qui riportiamo intendono offrire
un prospetto della questione. Le tesi presentate sono tre:
a
la tesi di Fernand Braudel, che fa coincidere il capita-
lismo con l’attività mercantile, distinguendo le diverse fasi
di tale attività;
b
la tesi classica, contrapposta alla precedente e di ascen-
denza marxista, che individua l’origine del capitalismo nel
trasferimento forzoso di beni e terre da una classe all’altra;
c
a ideale compendio di queste due tesi, molti storici si
sono orientati a contestare l’utilità del concetto stesso di
capitalismo, per spiegare il periodo compreso fra XVI e
XVIII secolo.
Come
nasce
il
capitalismo?
risposta
1
con l’attività mercantile
risposta
2
con il trasferimento forzoso di beni da una classe a un’altra
risposta
3
il concetto di capitalismo è insufficiente per spiegare il fenomeno
secolo non vivrà più sotto il segno
dell’oro, bensì sotto il segno dell’ar-
gento. L’abbondanza di metallo bian-
co provoca una crescita capitalistica
rilevante e anche un abbassamento
del tasso ufficiale dell’argento, da cir-
ca 10 a 15 rispetto all’oro in Spagna.
Ma c’è ben altro: i prezzi aumentano,
i margini di guadagno si riducono, i
fallimenti clamorosi si moltiplicano;
in una congiuntura che va facendosi
sempre più grave, riescono a resistere
soltanto le grandi imprese, le potenti
famiglie mercantili, i gruppi che san-
no concertare le loro attività, come i
grandi mercanti genovesi. Potremmo
dire che questo è il tempo dei mercan-
ti più interessati alla banca e al credi-
to che alle merci vere e proprie. […]
Ha inizio in quegli anni l’era di un
capitalismo più evoluto, legato allo
Stato, alle monete o pseudo-monete
cartacee, al credito; di queste pratiche
Genova sarà la capitale incontestata.
Ma il corso del suo destino non pro-
cederà senza incidenti; il capitalismo
della città ligure sarà scosso fin nelle
fondamenta dalle imponenti e reite-
rate bancherotte dello Stato spagno-
lo: 1575, 1596, 1607, 1627, 1647. I
grandi banchieri, evidentemente, non
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