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La pittura di genere
La pittura di genere è una produzione tendente al
realismo che trova ampia diffusione in Olanda e
nelle Fiandre sostenuta dal ricco ceto borghese
di religione protestante, incline alla laicizzazione
dei soggetti da collezionare (natura morta,
paesaggio e scene di soggetto non storico).
Jan Bruegel il Vecchio,
Vaso di fiori con gioielli,
monete e conchiglie
, 1606, olio su rame, cm 65
x 45. Milano, Pinacoteca Ambrosiana.
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Uno spettacolo palpitante di vita
La Galleria di Palazzo Farnese, destinata all’esposizione delle
raccolte d’arte della potente famiglia romana, può essere
considerata la prima grande opera concepita entro i canoni
dell’estetica della meraviglia, che si manifesterà nel Barocco.
Il ciclo di affreschi della volta, ispirato alle
Metamorfosi
di
Ovidio, tratta gli amori degli dei: il mito classico è pretesto per
dare libero sfogo all’immaginazione e alla fantasia, i personaggi
si muovono in uno spazio illusorio e potenzialmente infinito.
La composizione è impostata secondo la tecnica del “quadro
riportato”, cioè gli episodi sono narrati all’interno di cornici
dipinte disposte in modo scenografico accanto a
illusionistiche architetture, finte sculture e finti medaglioni
bronzei. L’intonazione dorata della luce, la ricchezza cromatica
e l’eloquente espressività dei movimenti trasformano il mondo
classico in un vero e proprio spettacolo dinamico e
coinvolgente. Il virtuosismo illusionistico di Annibale Carracci
si manifesta in particolare nell’ardito scorcio prospettico
dell’architettura dipinta, sorretta da atlanti e ornata da
bassorilievi in finto bronzo e da ignudi, elementi ispirati alla
volta della Sistina di Michelangelo, mentre il sovrapporsi degli
episodi alla decorazione deriva dagli effetti scenografici dipinti
da Raffaello nella
Loggia di Psiche
nella Villa Chigi (oggi
Farnesina). Il principio raffaellesco dell’armonia è all’origine
dell’opera di Annibale Carracci che però accentua la finzione
creando un complesso sistema figurativo che costituisce la
premessa alle invenzioni barocche.
Annibale Carracci, volta della Galleria Farnese, 1598-1600,
affresco. Roma, Palazzo Farnese. Particolare.
L’idea del bello
Come sintetizza nel 1664 il
teorico dell’arte Giovanni Bellori,
il valore della bellezza classica
va recuperato quale antidoto
contro le presunte deviazioni del
Manierismo. L’arte è imitazione
di una natura corretta dai suoi
difetti e passata al filtro di
un’idea purificatrice cui ogni
artista deve riferirsi.
Per recuperare forme e gesti di
classica misura l’artista dispone
di due principali modelli: la
tradizione antica e l’opera di
Raffaello, sommo interprete
dell’armonia classica. Da una
parte l’artista deve soddisfare il
principio della verosimiglianza:
l’arte infatti, mantenendosi
fedele alla natura svela le verità che vanno oltre l’apparenza;
dall’altra deve filtrare la realtà per recuperare forme e gesti
capaci di rivelare la dimensione eroica degli individui e delle
loro azioni. È proprio questa duplice qualità che rende
prezioso il ritratto scultoreo che l’Algardi realizza della
cognata di papa Innocenzo X Pamphilj: il realismo del viso
esprime il carattere determinato e spregiudicato della potente
donna, mentre il virtuosismo tecnico del velo vedovile
amplificas idealmente la sua immagine.
Alessandro Algardi,
Ritratto di Ol impia
Maidalchini Pamphi l j
,
1646 ca, marmo,
altezza cm 74. Roma,
Gal leria Doria Pamphi l j.