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Il Giubileo del 1600 rappresenta per la Chiesa Cattolica l’occasione per riaffermare la
propria supremazia. L’evento era stato preparato da almeno un quindicennio:
fra il 1585 e il 1590 papa Sisto V patrocina un possente piano di rinnovamento
urbanistico, così da ribadire la centralità universale della Chiesa di Roma; papa
Clemente VIII (1592-1605) trasforma Roma in un laboratorio artistico ricco di cantieri
affollati di pittori, scultori e artigiani. Il ritrovato prestigio politico-morale della Chiesa
spinge il papa a costituire organi che vigilino sulla produzione artistica romana: nel
1593 viene rifondata l’Accademia di pittura di San Luca, la cui direzione è affidata a
Federico Zuccari, e in questo contesto si muove anche Annibale Carracci.
Per tutto il Seicento Roma detiene il primato nelle arti, poiché la Chiesa rimane il
più grande committente; questo è uno dei motivi per cui molti artisti del Seicento
europeo entrano a vario titolo in contatto con l’arte italiana e specialmente con la
cultura romana. Lo testimonia, per esempio, l’arrivo a Roma del fiammingo
Rubens la cui opera grandiosa e l’uso dei colori anticipano l’esperienza barocca.
Roma: un cantiere affollato di artisti
Lo scopo del realismo è quello di coinvolgere emotivamente
lo spettatore. Il vero, come afferma Federico Borromeo –
arcivescovo di Milano dal 1595 alla morte nel 1631 – è in
grado di suggerire all’immagine una diretta autenticità storica.
È con Caravaggio che il vero acquista la sua maggiore
forza espressiva. L’influsso di Caravaggio è particolarmente
evidente nel nuovo uso della luce che strappa dall’ombra le
forme aumentando la forza realistica e sottolineando la
teatralità del dramma rappresentato. Tale lume artificiale è
simile a quello che rischiara anche la realtà poetica dei
quadri del pittore lorenese George de la Tour.
Il nuovo modo di dipingere la luce diventa l’elemento distintivo
dei pittori europei che utilizzano un linguaggio realistico:
l’intensa luce aggiunge mistero alla quotidianità dei fatti dipinti
dall’olandese Rembrandt; una luce radiosa organizza la
composizione nei piccoli quadri del fiammingo Vermeer; infine
è ancora la luce a stemperare i contorni delle immagini dipinte
dal pittore della corte spagnola Diego Velázquez.
IL vero naturale
IL SEICento:
trA naturalismo
e ideale classico
Veduta di Roma con il piano regolatore
di Sisto V, affresco nel Salone Sistino
della Biblioteca Apostolica Vaticana.
1
Johannes Vermeer,
Ragazza con l’orecchino di perla
,
1665 ca, olio su tela, cm 46,5 x 40. L’Aia, Royal Picture
Gallery Mauritshuis.
2
Caravaggio,
Giuditta decapita Oloferne
, 1599 ca. Roma,
Galleria Nazionale di Palazzo Barberini. Particolare.
3
Diego Velázquez,
Las Meniñas
, 1656. Madrid, Museo
del Prado. Particolare.
4
Georges de La Tour,
La buona ventura
, 1632-35, olio su
tela, cm 102 x 123,5. New York, Metropolitan Museum of
Art. Particolare.