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capitolo 8
Giovanni Boccaccio
508
Analisi del testo
GUida alla lettUra
Dopo un parte iniziale in cui viene presentato il protagonista
della novella, Nastagio degli Onesti, tormentato da un amore
non corrisposto, egli viene ritratto in atteggiamento medi-
tabondo mentre si aggira per la pineta di Classe, comple-
tamente assorto nel pensiero della donna amata. La colpa
attribuitagli non risiede nel provare una passione carnale,
bensì nella mancanza di misura, che si manifesta anche sul
piano della gestione economica: ha infatti consumato la pro-
pria esistenza «nello amare e nello spendere smisuratamen-
te» (rr.16-17). E mentre alla mancanza di misura per quello
che riguarderà l’aspetto economico Boccaccio dedicherà
la novella successiva (quella di Federigo degli Alberighi),
trattando del rapporto fra amore e generosità, qui l’autore
si concentra soprattutto sugli errori nel gestire la passione
e il desiderio. Nastagio ne commette precisamente due:
non solo ama smisuratamente, ma ama una donna «troppo
più nobile che esso non era», contravvenendo all’etica cor-
tese (esattamente l’errore opposto e reciproco a quello di
Federigo). Il borghese Nastagio può ottenere l’amore della
nobile Traversari solo grazie all’intervento del soprannatu-
rale, che potrà ristabilire una situazione, dal punto di vista
umano, del tutto squilibrata.
temi e motivi
Prima e dopo la «caccia infernale»
All’
incipit
che,
secondo le tipiche modalità decameroniane, descrive la
situazione iniziale della vicenda (le qualità dei protagonisti,
l’amore di Nastagio, la scontrosità malvagia della donna, la
disperazione d’amore del protagonista e l’allontanamento
dalla città verso il contado), segue la sequenza centrale della
caccia infernale, che divide la narrazione in due sezioni:
da una parte l’amore non corrisposto dell’infelice amante,
dall’altra il conseguimento dell’oggetto desiderato grazie al
ripetersi della scena di fronte a tutti i parenti e agli amici di
Nastagio, compresa la bella Traversari, convenuti per «de-
sinar» con il giovane.
Rallentato appare soprattutto il tempo del discorso del
«cavalier bruno», che narra la propria vicenda amorosa e
confessa una familiarità e una conoscenza con il discen-
dente della famiglia degli Onesti che quest’ultimo non
poteva davvero immaginare. Egli anticipa inoltre con le
parole quanto poi accadrà di fronte agli occhi dell’atterrito
protagonista, con il compiersi della pena alla quale i due
sono condannati.
Il comportamento di Nastagio, tra borghesia e
cavalleria
Borghese innamorato di una nobile, Nastagio
si comporta come un perfetto cavaliere: di fronte all’imma-
gine della caccia infernale e alle grida della donna inseguita
e brutalmente ferita, il protagonista si sente investito dal
dovere – proprio come un cavaliere appunto – di difen-
dere la dama in pericolo, senza comprendere in realtà,
almeno inizialmente, la matrice soprannaturale della visio-
ne. Soltanto nel corso del dialogo con il «cavalier bruno»
egli viene a conoscenza del fatto che le due figure sono
un’apparizione spettrale, ne mette a fuoco la reale natura
e, nel contempo, pensa di utilizzarla per i propri scopi.
Perché, va detto, Nastagio ha di fronte agli eventi una
certa intraprendenza: pensa immediatamente all’utilità
che può ricavare dalla circostanza che la sorte o il caso gli
hanno posto dinanzi, a come piegarla a proprio vantaggio.
Possiede cioè quello spirito di iniziativa che nell’universo
decameroniano rappresenta un valore positivo dell’intelli-
genza umana, l’unico che l’uomo può veramente opporre
con speranza di successo agli interventi disastrosi della
Fortuna, della sorte o del caso.
lo scenario
La pineta di Classe
L’ambientazione della novel-
la è decisamente realistica: la pineta di Classe, presso
Ravenna, un luogo preciso e identificabile che può ap-
partenere all’esperienza diretta del pubblico della narra-
zione. Rispetto alle tradizionali scene di caccia infernali,
la vicenda non presenta nessuno dei consueti elementi
che indugiano sull’orrido, sulle fiamme, sul demoniaco.
Inoltre la caratteristica della ripetitività, della ciclicità nel
presentarsi dell’azione (ogni venerdì, non a caso giorno
della Passione di Cristo, cioè della sofferenza fisica del
Salvatore, accettata in una specie di esagerazione d’amore
per i dolori e le colpe degli uomini), inscrive l’elemento in
uno scenario quasi quotidiano, lo rende parte del perenne
alternarsi dei tempi dell’esistenza.
linGUa e stile
Un misurato realismo
Nonostante le forti suggestioni
dantesche, presenti soprattutto nella descrizione del con-
trappasso con cui le due anime sono punite, il linguaggio
della novella evita ogni crudo riferimento a elementi atroci
o infernali. Predilige, al contrario, un misurato realismo dei
particolari, che quasi ne dissimula la natura meravigliosa.
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