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capitolo 8
Giovanni Boccaccio
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due mastini il gittò, li quali affamatissimi incontanente il mangiarono. Né stette
guari
83
che la giovane, quasi niuna di queste cose stata fosse
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, subitamente si
levò in piè e cominciò a fuggire verso il mare
85
, e i cani appresso di lei sempre la-
cerandola
86
; e il cavaliere, rimontato a cavallo e ripreso il suo stocco, la cominciò
a seguitare, e in picciola ora si dileguarono in maniera che più Nastagio non gli
poté vedere
87
.
Il quale, avendo queste cose vedute, gran pezza stette tra pietoso e pauroso, e
dopo alquanto gli venne nella mente questa cosa dovergli molto poter valere,
poi che ogni venerdì avvenia
88
; per che, segnato il luogo, a’ suoi famigli se ne tor-
nò, e appresso, quando gli parve, mandato per più suoi parenti e amici
89
, disse
loro: «Voi m’avete lungo tempo stimolato
90
che io d’amare questa mia nemica
mi rimanga
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e ponga fine al mio spendere, e io son presto di farlo dove voi una
grazia m’impetriate
92
, la quale è questa: che venerdì che viene
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voi facciate sì
che messer Paolo Traversaro e la moglie e la figliuola e tutte le donne lor parenti,
e altre chi vi piacerà
94
, qui sieno a desinar meco
95
. Quello
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per che io questo
voglia, voi il vedrete allora».
A costor parve questa assai piccola cosa a dover fare e promissongliele
97
; e a
Ravenna tornati, quando tempo fu, coloro invitarono li quali Nastagio voleva, e
come che dura cosa fosse il potervi menare
98
la giovane da Nastagio amata, pur
v’andò con gli altri insieme. Nastagio fece magnificamente apprestare da man-
giare
99
, e fece le tavole mettere sotto i pini d’intorno a quel luogo dove veduto
aveva lo strazio della crudel donna; e fatti mettere gli uomini e le donne a tavola,
sì ordinò, che appunto
100
la giovane amata da lui fu posta a sedere dirimpetto
101
al luogo dove doveva il fatto intervenire
102
.
Essendo adunque già venuta l’ultima vivanda, e il romore disperato della caccia-
ta giovane da tutti fu cominciato ad udire
103
. Di che maravigliandosi forte cia-
scuno e domandando che ciò fosse, e niun sappiendol dire, levatisi tutti diritti
e riguardando che ciò potesse essere
104
, videro la dolente giovane e ’l cavaliere e’
cani; né guari stette che essi tutti furon quivi tra loro
105
.
Il romore fu fatto grande e a’ cani e al cavaliere
106
, e molti per aiutare la giovane
si fecero innanzi; ma il cavaliere, parlando loro come a Nastagio aveva parlato,
non solamente gli fece indietro tirare, ma tutti gli spaventò e riempié
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di mara-
83
Né stette guari
: Né passò molto tempo.
84
quasi niuna ... stata fosse
: come se
niente fosse accaduto.
85
mare
: la scena si svolge nella pineta di
Classe, vicino al lido.
86
lacerandola
: prendendola a morsi.
87
in picciola ... poté vedere
: e scompar-
vero in poco tempo («in picciola ora»), così
che Nastagio non poté più vederli.
88
gran pezza ... avvenia
: per lungo tempo
(«gran pezza») rimase sospeso tra la com-
passione e la paura, e molto dopo («dopo
alquanto») pensò che ciò che aveva visto
avrebbe potuto tornargli molto utile («va-
lere»), dal momento che si ripeteva tutti
i venerdì.
89
per che ... parenti e amici
: così che, la-
sciato un segnale («segnato») in quel luo-
go, ritornò dai suoi servitori («famigli»), e
in seguito, quando gli sembrò opportuno
(«parve»), fatti chiamare («mandato per»)
molti suoi parenti e amici.
90
stimolato
: incitato.
91
mi rimanga
: smetta, lasci perdere.
92
e io son ... m’impetriate
: e io sono
pronto («presto») a farlo qualora («dove»)
voi mi concediate («impetriate») un favore.
93
che viene
: prossimo.
94
altre ... piacerà
: qualsiasi altra vorrete.
95
qui sieno ... meco
: si trovino in questo
luogo a pranzare con me.
96
Quello
: Il motivo.
97
promissongliele
: glielo promisero.
98
come che ... menare
: nonostante fosse
difficile potervi condurre.
99
magnificamente ... mangiare
: allestire
un ricco banchetto.
100
appunto
: proprio.
101
dirimpetto
: di fronte.
102
intervenire
: manifestarsi, accadere.
103
Essendo ... ad udire
: Dunque, dopo
che ormai era stata servita in tavola («ve-
nuta») l’ultima portata («vivanda»), ecco
che le urla («romore») di disperazione della
giovane cui si dava la caccia («cacciata»)
cominciarono a essere udite da tutti.
104
levatisi ... essere
: alzatisi tutti in pie-
di («diritti») e osservando bene per capire
che cosa potesse essere quel che stava ac-
cadendo.
105
né guari ... loro
: e non trascorse molto
tempo («guari stette») che essi li raggiunse-
ro lì dove si trovavano.
106
Il romore ... cavaliere
: Si urlò a gran
voce contro i («a’») cani e il cavaliere.
107
riempié
: riempì.
nastagio, con ingegno
e prontezza di spirito,
volge a proprio
favore la spaventosa
situazione.
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