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... sciocchezza
sarebbe
stata l’andar
cercando e
faticandosi in
trovar cose
molto esquisite,
e gran cura
porre di molto
misuratamente
parlare.
Sintassi
Tuttavia, la componente del linguaggio
boccacciano che ha assunto maggiore
importanza storica è certamente la
sin-
tassi
.
Qualsiasi lettore è colpito subito
da fattori di immediata visibilità come la
lunghezza del periodo e la sua complessi-
tà strutturale. Nel rifarsi senza esitazioni
al modello del periodare latino classico,
organizzato sul principio dell’ipotassi
e dell’ideale estetico-retorico della
con-
cinnitas
(cioè un periodare fondato sulla
simmetria ritmica), Boccaccio si discosta
profondamente dai moduli sintattici del-
la prosa precedente, caratterizzata invece
da un fraseggiare secco, spesso monopro-
posizionale e costruito cumulativamente
seguendo l’ordine delle enunciazioni.
Qualche esempio. Il primo, tratto da
De-
cameron
, II, 8: «E avanti che a ciò proce-
dessero, per non lasciare il regno senza
governo, sentendo Gualtieri conte d’An-
guersa gentile e savio uomo molto loro
fedele amico e servidore, e ancora che
assai ammaestrato fosse nell’arte della
guerra, per ciò che loro più alle dilicatez-
ze atto che a quelle fatiche parea, lui in
luogo di loro sopra tutto il governo del
reame di Francia general vicario lasciaro-
no, e andarono al loro cammino».
Si noterà che la proposizione principale,
organizzata intorno al verbo «lasciarono»,
si trova pressoché alla fine del periodo,
preceduta da cinque proposizioni subor-
dinate («procedessero», «per non lasciare»,
«sentendo», «ammaestrato fosse», «pa-
rea»); inoltre «lasciarono» si trova alla fine
della proposizione e il pronome «lui», che
normalmente lo seguirebbe in funzione di
complemento oggetto, è anticipato all’ini-
zio della stessa. In breve, una tipica strut-
tura latina, sbilanciata a sinistra rispetto
al verbo della proposizione principale, che
rovescia l’ordine “naturale” del periodo
fatto di soggetto-verbo -complemento.
L’ipotassi è ottenuta mediante proposi-
zioni soprattutto implicite (con gerundi e
participi), anch’esse di ascendenza latina,
che assumono valori diversi (temporali,
causali, ipotetici): «ed in questa guisa di-
morando, avvenne che il compar tornò»
(temporale); «Ora, avvenne una volta tra
l’altre che, non essendo la moglie ben
sana, Calandrino andò egli solo ad ucci-
dere il porco» (causale); «il quarto mese
non uscirà che, concedendolo Iddio, tu
mi vedrai qui tornato» (ipotetico); «Ma
poi che a Giove piacque di dar fine a’ suoi
dolori, egli a lei partorendo concedette
una figliuola» (strumentale) ecc.
L’ipotassi di Boccaccio si spinge non di
rado fino al IV grado di subordinazione,
come in
Decameron
, V, 4):
Non
è
adunque, valorose donne, gran tempo passato,
che
in Romagna fu un cavaliere assai da bene
e costumato,
il quale
fu chiamato messer Lizio da Valbona,
a cui
per ventura vicino alla sua vecchiezza
una figliuola nacque d’una sua donna
chiamata madonna Giacomina,
la quale
oltre ad ogn’altra della
contrada, crescendo, divenne bella e piacevole.
Grazie a strutture sintattiche di questo
tipo si afferma nella lingua colta italiana
una vocazione alla complessità che in-
fluenzerà profondamente lo stile narrati-
vo, e si formerà un canone di lunga du-
rata che non verrà messo in discussione
prima del Seicento.
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storia della linGUa
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