L’impero britannico: la superpotenza all’origine del mondo contemporaneo

Gli obiettivi


Indiscussa potenza globale e orgogliosamente convinta di rappresentare la punta più avanzata della civilizzazione, durante l’Ottocento la Gran Bretagna visse una delle epoche più splendide di tutta la sua storia. Nessuna parte del mondo, al di fuori dell’Europa e degli Stati Uniti, era immune dalla sua influenza diretta o indiretta e agli occhi degli europei incarnava un «mito» nel quale si fondevano grandezza imperiale e glorie militari, progresso economico e sviluppo scientifico, stabilità politica e ordine sociale.
I primi segnali di difficoltà cominciarono a emergere negli anni a cavallo tra i due secoli, quando la nuova spinta alle conquiste coloniali fu determinata soprattutto da intenti difensivi. L’esito della prima guerra mondiale, se da un lato consacrò la Gran Bretagna come grande potenza militare e imperiale, dall’altro rese più complessa e onerosa la gestione delle colonie. La nascita del Commonwealth nel 1931, pur senza sostituirsi all’impero con cui avrebbe continuato a coesistere per diversi lustri, forniva un modello di come potevano evolvere le relazioni tra il governo di Londra e i suoi possedimenti d’oltremare: dalla subordinazione alla piena uguaglianza, dalla dipendenza alla libera associazione.

 

Si parlerà di:



  • L’Inghilterra vittoriana. Quadro introduttivo sulla golden age vittoriana: assetto istituzionale e politico, società, economia.

  • La Greater Britain e gli anni delle grandi conquiste coloniali. L’ascesa della Gran Bretagna a potenza globale: interessi e influenze, dirette o indirette, dal Pacifico al Medio Oriente, dall’America Latina al sud-est asiatico, dall’Africa all’America Settentrionale.

  • Lo «splendido isolamento». La politica inglese verso il Continente nei decenni centrali del XIX secolo: la ricerca dell’«equilibrio» e nessuna alleanza formale.

  • La guerra anglo-boera e la campagna per l’imperial preference. I primi segnali di vulnerabilità: la difficile guerra in Sudafrica e la campagna antiliberista.

  • La «guerra totale» e il contributo dell’impero. Le alleanze con Francia e Russia contro l’aggressività tedesca; il ruolo strategico delle colonie nella «guerra totale»; la conferenza di pace e il mandato inglese sulla Palestina.

  • Il British Commonwealth of Nations. L’impero dopo la guerra: molto più vasto di prima, ma estremamente più oneroso sul piano economico e politico. Il movimento indipendentista indiano, la difficile gestione della Palestina, la nascita del Commonwealth.

  • Conclusioni. Luci e ombre dell’imperialismo britannico: la sua eredità e la politica dei «tre cerchi» (Europa, Stati Uniti e Commonwealth).



Relatrice


Giulia Guazzaloca è professoressa associata di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. Fa parte della redazione della rivista quadrimestrale «Ricerche di Storia Politica» (il Mulino). I suoi interessi di ricerca vertono principalmente sulla storia politica e sociale dell’Italia e della Gran Bretagna e sulla storia dei movimenti per la tutela animale. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Storia della Gran Bretagna, 1832-2014 (Le Monnier, Firenze, 2015); Una e divisibile. La RAI e i partiti negli anni del monopolio pubblico (1954-1975) (Le Monnier, Firenze, 2011); Umani e Animali. Breve storia di una relazione complicata (il Mulino, Bologna, 2021); Primo: non maltrattare. Storia della protezione degli animali in Italia (Laterza, Roma-Bari, 2018).