Il libro prova a entrare nel ‘laboratorio segreto’ della polizia, dove le distinzioni sociali e le gerarchie sono riprodotte, le classi «pericolose» sono separate da quelle «laboriose» e chi sta ai margini viene tenuto a bada. Contribuendo a plasmare una società ordinata e rispettosa dei valori condivisi dalla maggioranza della popolazione e dal potere politico, l’istituzione poliziale agisce per mantenere lo status quo. Attraverso un approccio critico, il volume intende demistificare un immaginario piuttosto diffuso e radicato, che vede la polizia titolare della missione costitutiva di prevenire e reprimere il crimine, e vuole provare a fornire una lettura differente: l’istituzione poliziale agisce come catena di trasmissione delle visioni e degli orientamenti valoriali che le sono propri e che caratterizzano il contesto di cui è parte, contribuendo a plasmare un ordine sociale piramidale e stratificato.
Tipo Prodotto: Lessico Democratico
Campagna elettorale
Washington, 1896. William McKinley vince le elezioni e diventa il 25° Presidente degli Stati Uniti d’America. Inizia da qui, dall’ultimo evento del XIX secolo, il primo dell’era moderna, la storia delle campagne elettorali che proviamo a raccontare. I suoi protagonisti? Teddy Roosevelt e il suo pulpito presidenziale, la spettacolare character assassination di Upton Sinclair, il nuovo lungo corso radiofonico di FDR e la tragicamente breve stagione televisiva di JKF, il trionfale sbarco sul piccolo schermo del Generale Eisenhower e il popolare successo anni Ottanta della conduzione di Ronald Reagan, i primi esperimenti di connessione tra politica e Rete e la promessa di speranza e cambiamento della rivoluzionaria campagna elettorale ibrida di Obama. Nel mezzo di questa storia tutta americana, due viaggi in Italia. Nel 1948, per raccontare le prime elezioni repubblicane. Nel 1994, per osservare lo spettacolo, tutto televisivo, della discesa in campo di Silvio Berlusconi.
Politica e intellettuali
La fase populista ha messo in discussione il ruolo delle élite politiche, degli intellettuali e delle tecnocrazie; la rivoluzione digitale ha trasformato i processi di produzione e diffusione delle idee. Le crisi degli ultimi quindici anni – quella ambientale, quella economica, quella politica, quella sanitaria, la guerra in Europa – hanno creato un enorme ‘disagio cognitivo’ che pare colpire soprattutto le società occidentali: gli intellettuali e gli esperti – e le organizzazioni di esperti, come i think tank – sono stati investiti da questo disagio. Di qui il bisogno di tornare a discutere le diverse forme di organizzazione dei «lavoratori della conoscenza», il loro rapporto con la politica e la società, i nuovi eco-sistemi mediali, il loro ruolo nei conflitti ideologici di un mondo di nuovo instabile: una nuova sociologia, politica, degli intellettuali.
Ideologie politiche
Il volume si propone una riflessione critica sulle ideologie politiche. Si tratta di un tema che è stato considerato dall’opinione pubblica superato – tanto che si è spesso parlato di «fine delle ideologie» –, ma sul quale negli ultimi decenni c’è stata una originale produzione scientifica in differenti ambiti, dalla teoria politica alla sociologia, dall’antropologia alla socio-linguistica. Rifacendosi all’approccio morfologico di Michael Freeden, questo libro affronta alcuni aspetti cruciali e paradossali del dibattito contemporaneo, prende in esame le teorie classiche, analizza gli approcci più recenti e infine tematizza i problemi che caratterizzano le prospettive di ricerca attuali. In particolar modo, le ideologie politiche vengono presentate come fenomeni propri della modernità in perpetuo rinnovamento.
Strumenti innovativi per le politiche di sostenibilità
Da tempo si parla di sviluppo sostenibile, sostenibilità, politiche green, ma in tutto il mondo si fatica a trovare soluzioni efficaci. La complessità dei conflitti che si instaurano attorno al tema della sostenibilità genera problemi ‘maledetti’, ingovernabili, i cosiddetti wicked problems. Non esiste una cassetta degli attrezzi pronta all’uso per risolvere il problema dei problemi: quello che possiamo fare attraverso l’analisi empirica delle politiche pubbliche è partire dalle pratiche già in uso, osservarle, e capire quali sono i fattori che le fanno funzionare e gli elementi critici che ne limitano o distorcono gli effetti. Partecipazione e mediazione, trasparenza e open data, acquisti verdi della PA sono strumenti duttili, che cambiano a seconda di come organizziamo i contesti, ma che sono in grado di trasformare le nostre realtà sociali, amministrative e politiche.
Trasparenza
Per alcuni è il miglior disinfettante dalla 'sporcizia' della corruzione e dalla cattiva amministrazione. Per altri è un peso insopportabile, quasi uno stalker, per i governi e per chi prende decisioni. Tutti parlano di trasparenza, ma pochi la conoscono nei suoi lati contradditori e oscuri. La trasparenza è una componente fondamentale della vita contemporanea. Ognuno nella propria vita quotidiana ha oggi a che fare con processi legati alla trasparenza in ambito economico, finanziario, medico, amministrativo. Basti pensare a tutte le volte che si compila un modulo «per la privacy», cioè per consentire o negare che un'informazione che ci riguarda venga resa trasparente. La trasparenza è il risultato di un processo storico, giuridico e culturale che vede al centro la relazione tra i poteri pubblici e i cittadini. I più importanti strumenti normativi di trasparenza sono le leggi FOIA (Freedom of Information Act), ormai diffuse in tutto il mondo e dal 2016 in vigore anche in Italia, dopo uno scontro serrato tra gruppi dirigenti della burocrazia, della politica e dell'informazione.
Sviluppo
Da ormai più di settant’anni lo sviluppo continua a rappresentare uno dei principali obiettivi dichiaratamente perseguiti dai governi e dalle organizzazioni multilaterali. Eppure, la storia dello sviluppo è costellata di promesse mancate e fallimenti clamorosi. Forse è finalmente arrivato il momento di sbarazzarci di questa parola così ingombrante, anche se, in fin dei conti, tutto dipende dal significato che le si attribuisce. Facendo dialogare tra di loro diversi campi del sapere, questo libro aiuta a fare chiarezza sul concetto di sviluppo, sulle diverse prospettive teoriche da cui esso è stato analizzato e decostruito, oltre che sui problemi e sulle criticità che ancora oggi lo caratterizzano. Tanti temi attualmente al centro del dibattito pubblico, quali le disuguaglianze o la crisi ecologica, non possono essere adeguatamente affrontati senza posare lo sguardo sui processi di sviluppo dell’economia-mondo capitalistica. Lo stesso dicasi delle crescenti tensioni geopolitiche. Interrogarsi criticamente sullo sviluppo, in effetti, significa anche sforzarsi di immaginare un mondo senza guerre.
Integrazione europea
L’UE e i governi europei si trovano di fronte a un trilemma: devono scegliere tra l’integrazione comunitaria, la sovranità nazionale e la salvaguardia della democrazia. Tutta la storia dell’UE può essere letta come il tentativo di conciliare le pressioni contrastanti derivanti da questi tre fattori. Tuttavia, se l’UE di oggi vuole integrarsi di più deve limitare le sovranità nazionali o sacrificare la democrazia. In questa prospettiva, il libro presenta agilmente le istituzioni, i processi decisionali e le principali politiche pubbliche europee, mostrando l’inevitabilità di una scelta che, di fronte alle sfide attuali e a un ordine globale oggi molto incerto, è diventata ancora più urgente.
Piattaforme e partecipazione politica
Le piattaforme digitali – assieme ai social media – hanno assunto una posizione dominante nelle società contemporanee, influenzando il nostro modo di concepire e agire la politica. Studiose e studiosi si sono così chiesti se esse possano contribuire a risolvere la crisi della rappresentanza politica, avvicinando i governanti ai governati, o se al contrario la approfondiscano, rafforzando l’autonomia dei cittadini e la loro capacità di giudicare l’operato dei governanti. Il volume affronta questi temi passando in rassegna i casi studio di partiti e movimenti «piattaformizzati», dal Movimento 5 Stelle ai Partiti Pirata, da Black Lives Matter a Fridays for Future. Identifica i limiti della democrazia digitale 2.0 nella tensione irrisolta tra la capacità delle piattaforme di incrementare la partecipazione diretta e la semplificazione della stessa prodotta dall’istituzione della rappresentanza politica moderna.
Astensionismo
L’idea dello stigma sociale è ormai alle spalle. L'astensione non può essere interpretata solo come un sintomo, come una mancanza, come un deficit. Al pari di altre azioni, prende parte alle trasformazioni delle forme contemporanee di politicizzazione e di espressione democratica e al movimento di ricomposizione degli attributi della cittadinanza moderna. Rispetto a qualche anno fa, la ricerca consolida alcuni risultati: la volatilità del voto è crescente e si esprime sia attraverso il cambiamento del partito votato sia attraverso la fluidità del voto e del non voto; l’astensione non è necessariamente espressione di una marginalità politica e sociale, anche se istruzione e reddito ne spiegano una parte consistente; l’astensione è una modalità di un repertorio di azione e si affianca al voto o alla partecipazione alle attività di movimenti o gruppi informali. Resta da capire cosa questo comporti per le istituzioni democratiche nell’era della postdemocrazia.