Strofe o Stanza

Se i versi recitati sono costruiti katà stíchon («per file») e si ripetono, a piacere, in successioni più o meno lunghe, quelli cantati vengono raggruppati in strofi; si tratta della più estesa tra le strutture metriche concluse. Il nome strofe (da strépho) si collegherebbe alle evoluzioni di danza di un coro e originariamente sembra designasse la parte di canto eseguita mentre il coro danzava in una direzione, prima di volgersi in quella opposta a cantare la corrispondente sezione successiva; resta da chiarire come si muovessero i cantori nel «canto aggiunto» (epodo) finale. La strofe è associata al canto e alla musica e più specificamente alla ripetizione di una stessa sezione musicale; la corrispondenza metrica tra le componenti delle strofi si chiama responsione. Fino al V secolo si osserva la tendenza a mantenere all’interno della singola poesia l’uniformità metrica, ad accostare cioè in una strofe lo stesso genere di metro (già Alcmane però nei parteni combina diversi tipi di metri, mentre una sola volta Bacchilide e Pindaro cambiano metro all’interno di un componimento).

[Elena Esposito]